sabato 23 febbraio 2013

Titti Ferrando - E avanti va il giorno



Klimt

E avanti va il giorno
disteso sui tegoli del tetto
tra funerali di passeri
e muschi aggruppati.
Il sole spalanca le finestre
come bocche di cantori nel gloria
s'insinuano, fra stipiti e muro
malinconie di pane
ma nelle stanze deserte
un solo guanciale è caldo.

Sono tornate dai colli le greggi
in transumanza, belando
un inseguimento bianco di agnelli.
I piccoli d'airone hanno lasciato
il nido in voli lontani, stringendo
nei becchi i gemiti aspri dell'addio.
Tra le mole di antica pietra, presto
si frangeranno olive
L'autunno sarà dolce e il vino
quest'anno, sarà buono.

E avanti va il giorno
ma non c'è più nessuno per giocarlo. 

giovedì 21 febbraio 2013

Preghiera per la serenità di Reinhold Niebuhr

Gauguin   


Che Dio mi conceda la serenità
di accettare le cose che non posso cambiare,
il coraggio di cambiare quelle che posso cambiare,
e la saggezza di distinguere tra le due.
Vivere giorno per giorno,
godersi un momento per volta,
accettare le avversità come una via verso la pace,
prendere, come Lui fece,
questo mondo corrotto
per quello che è,non per quello che vorrei,
confidare che Lui sistemerà tutto
se mi abbandonerò alla Sua volontà.
Che io possa essere
ragionevolmente felice in questa vita
e sommamente felice accanto a Lui

nella prossima, per sempre.
.

Gauguin


mercoledì 20 febbraio 2013

Lettere dalla zona interdetta [XVII] Teodicea di Clelia Mazzini


Nelle ‘’Lettere dalla zona interdetta’’ di Clelia Mazzini troverete ‘’il tutto’’ raccolto intorno e dentro ‘’la parola’’.  Il tutto o il tanto di chi vive ed è poesia.





 

Sai, oggi ho preso coraggio e ci sono tornata. Mi ha accompagnato Caroline, ma è rimasta giù mentre io, con una scusa, sono salita a vedere cos'era rimasto di te. Non c'era più il tuo violino, né gli scacchi che ti avevo regalato a Minsk (quelli di schiuma, col buffo re barbuto). I tuoi libri dorati e i miei senza pretese erano ancora tutti lì, colpiti d'improvviso da un raggio di sole memorabile.Ho sentito l'odore di un altro mondo, il suono di un altro tempo, ho visto i colori dei nostri giorni e delle tante notti. C'era ancora molto da trovare, c'erano tanti segreti da decifrare e frasi da terminare in quei tanti metri quadri che ci hanno visti felici. Alla fine mi sono seduta per terra (là dove un giorno ti chinasti a raccogliere il dado scappato dal tavolino) e sarei voluta restare così per ore, a osservare il mondo innaturale del rimpianto, mentre la signora V., dabbasso, intonava quell'aria della Tosca sulla quale, con te stupefatto, discettai di teodicea

.°

XVI - XV - XIV - XIII - XII - XI - XIX - VIII - VII - VI - V - IV - III - II - I


°.

Da: Lettere dalla zona interdetta [XVII] Teodicea




.



sabato 16 febbraio 2013

Pietro Citati, Il sogno della camera rossa.

 
 
 
 
 
 
Se vogliamo capire il senso dell'esistenza,
dobbiamo aprire un libro : là in fondo,
nell'angolo più oscuro del capitolo, c' é
una frase scritta apposta per noi.
 
 
 


Inverno a Zurigo
I sogni richiedono fatica, amare disponibilità all’incontro. “Amare gli alberi, il tram che sferraglia gioioso sotto casa, le anatre del lago, il freddo, la neve che cade abbondante, la luce dei lampioni che illumina la notte, Uscire e mescolarsi tra la folla quando torna primavera …” (Giovenale Nino Sassi - Pagine)

“L'amore è sempre nuovo. Non importa che amiamo una, due, dieci volte nella vita: ci troviamo sempre davanti a una situazione che non conosciamo. L'amore può condurci all'inferno o in paradiso, comunque ci porta sempre in qualche luogo. ... (Paulho Coelho - Sulla sponda del fiume Piedra)


Foto: I sogni richiedono fatica, amare disponibilità all’incontro. “Amare gli alberi, il tram che sferraglia gioioso sotto casa, le anatre del lago, il freddo, la neve che cade abbondante, la luce dei lampioni che illumina la notte, Uscire e mescolarsi tra la folla quando torna primavera …” (Giovenale Nino Sassi - Pagine) 

 “L'amore è sempre nuovo. Non importa che amiamo una, due, dieci volte nella vita: ci troviamo sempre davanti a una situazione che non conosciamo. L'amore può condurci all'inferno o in paradiso, comunque ci porta sempre in qualche luogo. ... (Paulho Coelho - Sulla sponda del fiume Piedra)



lunedì 11 febbraio 2013

Il Santo Padre, Benedetto XVI si è dimesso



Il testo (Radio Vaticana):

Carissimi Fratelli,
vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa. Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino. Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando. Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato. Per questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20,00, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l’elezione del nuovo Sommo Pontefice. Carissimi Fratelli, vi ringrazio di vero cuore per tutto l’amore e il lavoro con cui avete portato con me il peso del mio ministero, e chiedo perdono per tutti i miei difetti. Ora, affidiamo la Santa Chiesa alla cura del suo Sommo Pastore, Nostro Signore Gesù Cristo, e imploriamo la sua santa Madre Maria, affinché assista con la sua bontà materna i Padri Cardinali nell’eleggere il nuovo Sommo Pontefice. Per quanto mi riguarda, anche in futuro, vorrò servire di tutto cuore, con una vita dedicata alla preghiera, la Santa Chiesa di Dio.


Benedetto XVI

Papa Benedetto XVI - Wikipedia

 
Papa Benedetto XVI, nato Joseph Aloisius Ratzinger (in latino: Benedictus XVI; Marktl, 16 aprile 1927), è dal 19 aprile 2005 il vescovo di Roma e il 265º papa della Chiesa cattolica. In quanto tale, è sommo pontefice della Chiesa universale, sovrano dello Stato della Città del Vaticano, primate d'Italia, oltre agli altri titoli propri del romano pontefice[1].
È stato eletto papa dal conclave il 19 aprile 2005, dopo la morte di Giovanni Paolo II. È il settimo pontefice tedesco nella storia della Chiesa cattolica; l'ultimo era stato Stefano IX (1057-1058).
L'11 febbraio 2013 ha abdicato durante il concistoro annunciando che lascerà il pontificato il 28 dello stesso mese.[2]


domenica 10 febbraio 2013

Vittorio Sereni - Inverno



Gustave Caillebotte

. . . . . . . .  

ma se ti volgi e guardi
nubi nel grigio
esprimono le fonti dietro te,
le montagne nel ghiaccio s'inazzurrano.
Opaca un'onda mormorò
chiamandoti: ma ferma - ora
nel ghiaccio s'increspò
poi che ti volgi
e guardi
la svelata bellezza dell'inverno.

Armoniosi aspetti sorgono
in fissità, nel gelo: ed hai
un gesto vago
come di fronte a chi ti sorridesse
di sotto un lago di calma,
mentre ulula il tuo battello lontano
laggiù, dove s'addensano le nebbie.





Albert Anker

giovedì 7 febbraio 2013


Al mio capitano








Al mio capitano

O capitano, o mio capitano
(O Dio, o mio Dio)
anche l’ultima battaglia è perduta.
Troppo forte è il nemico per le esigue forze
degli eroi dispersi
in rotta
sui monti dell’arcobaleno.
Dove sono i compagni e le giovani donne,
le promesse incantate,
prigioniere delle strade e delle piazze della gioventù ?
Dov’è la speranza?
Non è risiede più tra di noi.
Fummo eroi in solitaria marcia verso il niente?

Giovenale Nino Sassi



DANZA DELLE QUATTRO BRETONI (1886 circa) Paul Gauguin (1848-1903) Neue Pinakotek - Monaco

 Il Cristo giallo è un dipinto del pittore francese Paul Gauguin, un olio su tela realizzato nel 1889. È conservato all'Albright-Knox Art Gallery di Buffalo. descrizione L’opera rappresenta Gesù crocifisso, ma con una trasposizione di luogo e di tempo, infatti Gauguin lo ambienta nel suo tempo e nella Bretagna. Infatti, le donne indossano i tipici costumi bretoni e sullo sfondo si notano le case con i tetti aguzzi, anch’essi tipicamente bretoni. Il quadro è “tagliato in due”,come facevano i giapponesi nelle loro opere con gli alberi, ma stavolta a “tagliare” la scena è la croce di Gesù. Le linee di Gesù sono più angolari e spigolose e ricordano i quadri medievali, mentre nel resto dominano linee curve. L’opera è composta da contorni netti e c’è un'assenza di ombra, è bidimensionale con colori irreali. La figura di Gesù è “secco”e spiccano invece gli alberi rossi che ricordano il sangue di Gesù, che non mette invece sul suo corpo. Paul Gauguin usa colori piatti e uniformi (stesura a stesura uniforme), e impiega toni intensi e colori complementari (un po’ come Van Gogh). Inoltre Paul Gauguin immagina di “immedesimarsi” nella scena ed i suoi quadri hanno significati simbolici.(fonte Wikipedia)

Alla mia nazione


Silvestro Lega

Non popolo arabo, non popolo balcanico, non popolo antico
ma nazione vivente, ma nazione europea:
e cosa sei? Terra di infanti, affamati, corrotti,
governanti impiegati di agrari, prefetti codini,
avvocatucci unti di brillantina e i piedi sporchi,
funzionari liberali carogne come gli zii bigotti,
una caserma, un seminario, una spiaggia libera, un casino!
Milioni di piccoli borghesi come milioni di porci
pascolano sospingendosi sotto gli illesi palazzotti,
tra case coloniali scrostate ormai come chiese.
Proprio perché tu sei esistita, ora non esisti,
proprio perché fosti cosciente, sei incosciente.
E solo perché sei cattolica, non puoi pensare
che il tuo male è tutto male: colpa di ogni male.
Sprofonda in questo tuo bel mare, libera il mondo.
da PensieriParole

Pier Paolo Pasolini ..

 

Cecioni

 

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mercoledì 6 febbraio 2013

Lucio Anneo Seneca Lettere a Lucilio CXVIII, 3

Claude Manet


Nel periodo elettorale, mentre i candidati si affannano nei loro templi e uno promette denaro, un altro sguinzaglia i suoi galoppini, un altro ancora consuma di baci le mani di coloro da cui, una volta eletto, non si lascerà nemmeno toccare, mentre tutti sono in ansiosa attesa della voce del banditore, non è forse la cosa migliore starsene tranquilli a guardare quel mercato, senza né comprare né vendere?

Musèe d'Orsay - exposition "Impresionistas y postimpresionistas" x Ojo de Fuego




Depuis le 2 février à Madrid, la FUNDACIÓN MAPFRE CULTURA expose des chefs-d'oeuvres du Musée d'Orsay dans l'exposition "Impresionistas y postimpresionistas. El nacimiento del arte moderno".
Since February 2, the Fundacion Mapfre cultura in Madrid host some masterpieces from the Musée d'Orsay in the exhibition "Impresionistas y postimpresionistas. El nacimiento del arte moderno".

Skellig di David Almond



Skellig è il romanzo d'esordio di David Almond, edito per la prima volta in Inghilterra nel 1998.
L'opera, ambientata ai giorni nostri in una città del nord dell'Inghilterra, è narrata in prima persona dal protagonista Michael, un ragazzino alle prese con il dramma di una sorellina nata prematura e in pericolo di vita.
I genitori di Micheal decidono di trasferirsi in una nuova casa, abitata in precedenza da un anziano che vi era deceduto all'interno. Il padre di Michael cerca di ristrutturare l'abitazione, ma non vuole riparare il garage, troppo vecchio e pericolante. Nel frattempo, la madre di Michael trascorre gran parte delle giornate all'ospedale per prendersi cura della figlia nata prematura. Un giorno Michael decide di curiosare nel garage e al suo interno, nascosta tra gli scatoloni, trova una strana creatura dall'aspetto umano: il suo nome è Skellig. Michael decide di prendersi cura di Skellig, portandogli tutto ciò che chiede (in particolare cibo cinese, birra e aspirine). Quella notte Michael non riesce a chiudere occhio e fa un sogno in cui vede Skellig uscire dal garage e attraversare la giungla (è così che sua mamma chiama il giardino di casa) per arrivare alla porta della sua camera. Inizialmente Michael non sa se quell'essere sia reale o un semplice frutto della sua immaginazione, così decide di mostrarlo a Mina, la sua nuova vicina di casa, amante della natura e delle poesie di William Blake. Michael e Mina, col tempo, conquistano la fiducia di Skellig e lo nascondono in una vecchia casa abbandonata non lontana da dove vivono. Grazie alle loro cure, lo strano essere recupera sempre più le forze, acquistando l'aspetto di un giovane uomo con una caratteristica alquanto singolare: due grandi ali che gli spuntano dalle scapole. Skellig poi li informa che presto li dovrà lasciare, anche se non rivela loro quale sarà la sua destinazione. Intanto le condizioni di salute della sorellina di Michael peggiorano, e deve essere sottoposta a un delicato intervento al cuore. La notte prima dell'operazione, la madre di Michael sogna che un angelo sia entrato nella sua stanza d'ospedale e abbia preso in braccio la figlia. Il giorno successivo, l'intervento chirurgico riesce alla perfezione e la bambina (che verrà chiamata Joy) è finalmente fuori pericolo. Skellig, come aveva preannunciato, sparisce. Michael, dal canto suo, vede finalmente tutta la famiglia riunita nella nuova casa.

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Rainer Maria Rilke




Foto: Signore: è tempo. Grande era l'arsura.
Deponi l'ombra sulle meridiane,
libera il vento sopra la pianura.

Fa' che sia colmo ancora il frutto estremo;
concedi ancora un giorno di tepore,
che il frutto giunga a maturare, e spremi
nel grave vino l'ultimo sapore.

Chi non ha casa adesso, non l'avrà.
Chi è solo a lungo solo dovrà stare,
leggere nelle veglie, e lunghi fogli
scrivere, e incerto sulle vie tornare
dove nell'aria fluttuano le foglie.

Rainer Maria Rilke









 



Signore: è tempo. Grande era l'arsura.
Deponi l'ombra sulle meridiane,
libera il vento sopra la pianura.

Fa' che sia colmo ancora il frutto estremo;
concedi ancora un giorno di tepore,
che il frutto giunga a maturare, e spremi
nel grave vino l'ultimo sapore.

Chi non ha casa adesso, non l'avrà.
Chi è solo a lungo solo dovrà stare,
leggere nelle veglie, e lunghi fogli
scrivere, e incerto sulle vie tornare
dove nell'aria fluttuano le foglie.

I miei pensieri



Manet    

Misuro i miei limiti di uomo e  penso che l’Amore vince il niente e profuma di eternità.

Bartolo Cattafi - Mio amore non credere...


Manet

Mio amore non credere che oggi
il pianeta percorra un'altra orbita,
è lo stesso viaggio tra le vecchie
stazioni scolorite,
vi è sempre un passero sfrullante
nelle aiuole
un pensiero tenace nella mente.
Il tempo gira sul quadrante, giunge
un segno di nebbia sopra il pino
il mondo pende dalla parte del freddo.
Qui le briciole a terra, la brace del camino,
le ali,
le mani basse e intente.

Bartolo Cattafi
[Mio amore non credere...]



Manet

lunedì 4 febbraio 2013

Lucio Anneo Seneca Lettere a Lucilio CXVIII, 3

Claude Manet


Nel periodo elettorale, mentre i candidati si affannano nei loro templi e uno promette denaro, un altro sguinzaglia i suoi galoppini, un altro ancora consuma di baci le mani di coloro da cui, una volta eletto, non si lascerà nemmeno toccare, mentre tutti sono in ansiosa attesa della voce del banditore, non è forse la cosa migliore starsene tranquilli a guardare quel mercato, senza né comprare né vendere?

domenica 3 febbraio 2013

Albio Tibullo - Elegie




...Sarà così. E un dio ne porterà i segni (perché gli amanti hanno i loro dèi).
Venere è implacabile con chi, con perfidia, la inganni;
ma tu rifiuta le attenzioni delle maliarde
perché un amore perisce sempre se si piega ai favori.
Un amante povero sa
rà sempre pronto
alle tue invocazioni, e accorrerà per primo
al tuo richiamo, e sarà sempre ben saldo e fedele al tuo fianco;
un amante povero ti sarà fedele compagno nell'angusto
pigiarsi della folla, ti darà il braccio e ti aprirà la strada,
ti condurrà furtivamente presso i tuoi amici segreti,
e ti toglierà egli stesso i calzari mostrando i tuoi piedi candidi.
Invano però io canto, la porta non vuole aprirsi, è vinta dalle parole,
per farlo dovrò bussare con le mani piene di offerte.
Ma tu che ora sei il preferito, abbi paura degli inganni che mi tendi,
perché la Sorte muta velocemente, come se girasse su una ruota.
Non invano un altro indugia a lungo sulla porta,
lancia uno sguardo veloce e poi si allontana;
finge di superare la casa, ma poi torna indietro.
E' sempre solo e tossisce proprio davanti ai battenti.
Io non so dirti cosa ti prepari l'Amore furtivo.
Tu comunque approfittane, finché lo puoi:
perché la barca della vita naviga in acque assai mutevoli.

Albio Tibullo
Elegie


Pompei - Saffo

 Albio Tibullo (Albius Tibullus; Gabii o Pedum, 54 a.C. circa – Roma, 19 a.C.) è stato un poeta romano del I secolo a.C., tra i maggiori esponenti dell'elegia erotica

 Scarse le notizie sulla sua vita. Nacque probabilmente nel Lazio, forse a Gabii, tra il 55 a.C. e il 50 a.C. da una ricca famiglia di censo equestre. Nel 44 a.C. può darsi che la famiglia di Tibullo abbia subito una confisca di terre, dopo la battaglia di Filippi. Fece parte del circolo di Marco Valerio Messalla Corvino, che seguì in una spedizione militare in Aquitania e poi nel 22 a.C. in Siria, ma fu costretto a fermarsi a Corfù per un malattia (elegia I, 3). Nel 27 a.C. poté assistere a Roma al trionfo di Messalla, celebrato il 25 settembre. Terminati i viaggi e le spedizioni militari, dividendo la sua vita fra la città e la campagna, Tibullo strinse amicizia con Orazio, che gli dedicò due suoi componimenti: il carme I, 33, e l'epistola I, 4. Morì poco dopo Virgilio, nell'anno 19 a.C., probabilmente a Roma[1].
 Fonte Wikipedia

Marguerite Yourcenar - Mémorie di Adriano



Quando visitavo le antiche città, abbattute, senza alcun valore presente per la razza umana, mi ripromettevo di evitare alla mia Roma quel destino pietrificato di una Tebe, di una Babilonia o di una Tiro. Roma doveva sfuggire al suo corpo di pietra. E sfuggirà a quel corpo. Si comporrà, nella parola Stato, nella parola cittadinanza, nella parola Repubblica, un'immortalità più certa. Nei paesi ancora incivili, sulle rive del Reno, del Danubio o sul mare dei Batavi, ogni villaggio è difeso da una palizzata. A me quei villaggi ricordano la capanna di frasche, di foglie e rami, o il falò presso il quale i nostri gemelli romani dormivano ingozzati di latte di lupa. Le metropoli future riprodurranno Roma; ai corpi fisici delle nazioni e delle razze, agli accidenti della geografia e della storia, alle esigenze degli dèi e degli antenati, noi abbiamo sempre sovrapposto, ma senza mai niente distruggere, l'unità di una condotta umana, l'empirismo di una presenza saggia. Roma si perpetuerà anche nella più piccola città purché ci siano dei magistrati che si sforzino di verificare i pesi dei mercanti, di far pulire e illuminare le strade, di opporsi al disordine, all'incuria, alla paura, all'ingiustizia. Magistrati che si sforzino di interpretare con ragione le leggi.
Se questo accadrà, Roma non morirà che con l'ultima città degli uomini.

Marguerite Yourcenar
Mémorie di Adriano



 Memorie di Adriano è un romanzo scritto da Marguerite Yourcenar, pubblicato nel 1951, che descrive la storia dell'imperatore romano Adriano immedesimandosi nella figura di questo in un modo del tutto nuovo ed originale: infatti immagina di fare scrivere ad Adriano una lunga lettera nella quale parla della sua vita di imperatore all'amico Marco Aurelio, che poi diventerà suo nipote adottivo.

Fonte Wikipedia

Ferdinando Camon da Tenebre su tenebre


Claude Monet

 Chi vive, vive la propria vita. Chi legge, vive anche le vite altrui. Ma poiché una vita esiste in relazione con le altre vite, chi non legge non entra in questa relazione, e dunque non vive nemmeno la propria vita, la perde. La scrittura registra il lavoro del mondo. Chi legge libri e articoli, eredita questo lavoro, ne viene trasformato, alla fine di ogni libro o di ogni giornale è diverso da com'era all'inizio. Se qualcuno non legge libri né giornali, ignora quel lavoro, è come se il mondo lavorasse per tutti ma non per lui, l'umanità corre ma lui è fermo. La lettura permette di conoscere le civiltà altrui. Ma poiché la propria civiltà si conosce solo in relazione con le altre civiltà, chi non legge non conosce nemmeno la civiltà in cui è nato: egli è estraneo al suo tempo e alla sua gente.

Ferdinando Camon
Tenebre su tenebre


Pierre Auguste Renoir

Ferdinando Camon (Montagnana, 1935) è uno scrittore italiano contemporaneo.
È sposato con la giornalista Gabriella Imperatori e ha due figli; Alessandro, produttore cinematografico, che vive a Los Angeles e Alberto, che vive a Bologna, dove insegna Procedura penale.
Collabora anche con alcuni quotidiani italiani e stranieri, ta i quali La Stampa, l'Unità, Avvenire, Le Monde (Parigi) e La Naciòn (Buenos Aires), Il Mattino di Padova, Il Giornale di Vicenza, L'Arena e La Prealpina

Fonte Wikupedia