martedì 30 dicembre 2008

UN TEATRO STUPEFACENTE

Walter Richard Sickert
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Un amico mi ha regalato una poesia. È di Wisława Szymborska , poetessa polacca, premio Nobel per la letteratura nel 1996.
Si intitola Nell’arca e alcuni versi vorrei portarli con me nell’anno nuovo.
« Comincia a cadere una pioggia incessante » dicono.
« Nell’arca, e dove mai potreste andare: voi, poesie per una sola voce, slanci privati, talenti non indispensabili, curiosità superflua, afflizioni e paure di modesta portata, e tu, voglia di guardare le cose dai sei lati…
Nell’arca: piani per il lontano futuro, gioia per le differenze, ammirazione per i migliori, scelta non limitata a uno dei due, scrupoli antiquati, tempo per riflettere, e tu, fede che tutto ciò un giorno potrà ancora servire.
Per riguardo ai bambini che continuiamo a essere, le favole sono a lieto fine. Anche qui non c’è altro finale che si addica » .
Nel discorso del Nobel, aveva evocato l’intero universo, con le sue distanze abissali, le stelle infinitamente lontane, i pianeti « già morti o ancora morti » , per ricordare che qualunque cosa ne pensiamo, « spaventati dalla sua immensità e dalla nostra impotenza, amareggiati dalla sua indifferenza rispetto alle sofferenze individuali... qualunque cosa noi pensiamo di questo smisurato teatro, il mondo è stupefacente » .

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Ad alcuni piace la poesia
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Ad alcuni -
cioè non a tutti.
E neppure alla maggioranza,
ma alla minoranza.
Senza contare le scuole, dove è un obbligo,
e i poeti stessi,
ce ne saranno forse due su mille.
Piace -
ma piace anche la pasta in brodo,
piacciono i complimenti e il colore azzurro,
piace una vecchia sciarpa,
piace averla vinta,
piace accarezzare un cane.
La poesia -ma cos'è mai la poesia?
Più d'una risposta incerta
è stata già data in proposito.
Ma io non lo so, non lo so e mi aggrappo a questo
Come alla salvezza di un corrimano.
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giovedì 25 dicembre 2008

BUON NATALE

La natività del Caravaggio



La Natività del Ghirladaio



La Natività del Correggio
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Signore Gesù,
ti contempliamo
nella povertà di Betlemme,
rendici testimoni del tuo amore,
di quell'amore
che ti ha spinto a spogliarti
della gloria divina,
per venire a nascere
fra gli uomini
e a morire per noi.
Infondi in noi il tuo Spirito,
perché la grazia dell'Incarnazione
susciti in ogni credente l'impegno
di una più generosa corrispondenza
alla vita nuova
ricevuta nel Battesimo.
Fa' che la luce di questa notte
più splendente del giorno
si proietti sul futuro
e orienti i passi dell'umanità
sulla via della pace.
Tu, Principe della Pace,
tu, Salvatore nato oggi per noi,
cammina con la Chiesa
sulla strada che le si apre dinanzi
nel nuovo millennio.
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( Giovanni Paolo II)
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sabato 20 dicembre 2008

Wyndham Lewis - Il movimento futurista inglese - il Vorticismo

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Noi siamo soltanto gli ultimi di un'epoca. Siamo i primi di un Futuro che non si è materializzato. Apparteniamo a una ''grande epoca '' che non è '' spuntata ''.
Ci siamo mossi troppo in anticipo sul mondo.
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(Blasting and Bombardiering)

venerdì 19 dicembre 2008

Alfred Edward Housman



..................... Luce, Pace, Amore.
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La pace guardò in basso
e vide la guerra,
"Là voglio andare" disse la pace.
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L'amore guardò in basso
e vide l'odio,
"Là voglio andare" disse l'amore.
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La luce guardò in basso
e vide il buio,
"Là voglio andare disse la luce.
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Così apparve la luce
e risplendette.
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Così apparve la pace
e offrì riposo.
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Così apparve l'amore
e portò vita.

mercoledì 17 dicembre 2008

Capodanno a Zurigo 1966/67

Norberto

Arrivò Natale e poi capodanno. Le Barizzi organizzarono una festa nella loro casa, un villino posto in cima allo Zollikerberg, una località situata alla periferia a sud- est di Zurigo.
Da Bellvueplatz, uno dei più importanti nodi stradali, sulla sponda destra della Limat dove il fiume defluisce dal lago, si prende il tram che porta a Rehalp e da lì, proseguendo lungo la Frochstr., passando per Waldburg, si sale fino all’abitato di Zollikerberg.
Eugenio, Nicolino, Riccardo…. Marisa, Giovanna, Adriana, Maria Silvia, Iris, Rosenmary. C’era anche Ornella che, solitamente non faceva parte del nostro gruppo.
I genitori di Adriana e di Marisa nel salotto e noi nello scantinato trasformato in sala da ballo. Ricordo la musica, Adriana che cercava le canzoni di Adamo, l’allegria, i giochi in attesa della mezzanotte.


La neve era caduta abbondante.A mezzanotte le ragazze decisero di uscire per una passeggiata nel bosco. Il padre di Adriana mi prese da parte e mi disse: “mi raccomando, che non accada nulla” e mi affidò sua figlia.
Tornammo, io e gli altri giovani, a Zurigo a piedi … attraverso il bosco ….
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Zollikerberg
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E a te che penso /lungo la strada che scende,/ fredda, / attraverso il bosco, /le luci della notte. / Le cose che ho, / che non ho, / che vorrei avere per dare/ L’amore che cerco, / che non ho, / che vorrei avere per amare / Dire: “ti amo”/ a te che ascolti.. / E’ solo illusione / il sogno che ho fatto / lungo la strada che scende.
(Pagine)
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Buon Compleanno Mons Ottorino Pietro Alberti

Giacomo Manzù
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Nato a Nuoro il 17 dicembre del 1927 da famiglia profondamente legata alle tradizioni della città. Dopo la laurea in agraria, divenne sacerdote nel 1956 e trasferitosi a Roma, segretario generale della Pontificia Università Lateranense. Scrisse approfondì studi teologici sul rapporto tra scienza e fede che lo imposero all'attenzione generale per la loro profondità ed attualità. I suoi interessi teologici non gli impedirono di interessarsi di storia della Chiesa e di approfondire alcuni aspetti della storia della Sardegna con profondo amore e notevole rigore scientifico.
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Il 9 agosto 1973 è nominato Arcivescovo dell'antica arcidiocesi di Spoleto e vescovo della diocesi di Norcia. Riceve l'ordinazione episcopale l'8 settembre 1973 dal cardinale Sebastiano Baggio (coconsacranti: arcivescovo Giuseppe Bonfigioli, vescovo Giovanni Melis Fois), col titolo di Spoleto. nella sua sede diede un impulso notevole allo sviluppo della diocesi. Dal 1987 è stato nominato arcivescovo di Cagliari e presiede la Conferenza episcopale sarda.
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Nel 1987 lascia l'Umbria perché chiamato alla guida dell'arcidiocesi di Cagliari .

Nel 2003 , per raggiunti limiti di età, si dimette dall'incarico e torna nella sua città natale dove tuttora risiede e opera. È canonico onorario della Cattedrale di Nuoro.
.Ho conosciuto mons. Alberti .... un Padre di grande umanità. A lui vanno
i miei sentimenti di affetto profondo, amicizia e riconoscenza
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Sem Benelli

Sandro Botticelli
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Mi sento più che moderno, mi sento anzi proteso nel futuro, quando esalto le genialità e lo spirito cordiale di cooperazione fra gli operai del Rinascimento, fra i quali fiorirono uomini che si chiamarono Donatello, Sandro Botticelli o Cellini.
(Schiavitù)

David di Donatello


Benvenuto Cellini


Boris Vian - MI PIACEREBBE

Botero
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Mi piacerebbe
diventare un grande poeta
e la gente
mi metterebbe
serti di lauro sulla testa
ma ecco
non ho
abbastanza passione per i libri
e penso troppo a vivere
e penso troppo alla gente
per essere sempre contento
di non scrivere che vento
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lunedì 15 dicembre 2008

Pasquale Villari

Umberto Onorato collezione privata
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Il male è contagioso come il bene, e l’oppressione, specialmente quella esercitata dalla camorra, corrompe l’oppresso e l’oppressore, e corrompe anche chi resta lungamente spettatore di questo stato di cose senza reagire con tutte le sue forze.
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Le lettere meridionali - Di: Pasquale Villari
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domenica 14 dicembre 2008

Buon Natale !

La mente incartata e muta di parole non trova una via di uscita.
Tace ! che fare ? Eppure voglio esserci per salutare, a modo mio, quelli che conosco, che ho imparato ad apprezzare. Voglio esserci anche per ringraziare… donare speranza.
E allora prendo spunto dagli auguri che ho scritto e inviato (privatamente)nel 2006.
C’era la nebbia, leggevo Tabucchi, il mondo non era in crisi ed era Natale.

.... e torna la speranza.

BUON NATALE
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La nebbia bagna le strade e i vicoli stretti che ogni mattina percorro per raggiungere la radio.Salgo a piedi e scendo.Attraverso la piazza, passo davanti al tribunale e raggiungo l’edicola.
Gli stessi passi ogni giorno, ogni mattina.
L’umidità entra nelle ossa e mette disagio. Il cardiologo, che ho sentito nel pomeriggio, dice che sto bene, che posso allenarmi per la maratona di New York.
A me non risulta e riprendo le mie strade e i vicoli bagnati, umidi di nebbia.
A casa accendo il camino e riprendo la lettura di “Sostiene Pereira”…. Lisbona, agosto del 1938, la solitudine, il sogno. E’ veramente bello. Bravo Tabucchi.Leggo, apro la mente al sogno delle parole che seguono i pensieri e subito mi ritrovo.
Sento dentro il bambino e le sue fantasie, scorro le pagine, mi fermo,sospendo la lettura e lascio vivere i pensieri.
Immagino Marta …… una via di uscita.Questo Pereira un pò mi somiglia !Vorrei andare a Lisboa e poi a Fatima,lo desidero da tanto.Apro il Pc e una grandine di mail accende la sera.Auguri … Auguri…. Auguri….di amici che non vedo da anni donano luce al mistero del Natale consegnando la memoria e l’immagine del tempo che passa.In umiltà aggiungo i miei pensieri :
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….. Che la rievocazione della discesa del Figlio di Dio sulla terra sia per tutti fonte di gioia e di speranza per ogni giorno della vita. Felicità, salute e pace. Parole d’amore accendano i giorni … tutti i giorni… ad Multos Annos !
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Giovenale Nino Sassi

venerdì 12 dicembre 2008

Thomas Stearns Eliot - Burnt Norton (parte di...)


Hopper .

da ''Quattro quartetti''

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Tempo presente e tempo passato
sono forse entrambi presenti nel tempo futuro,
e il tempo futuro contenuto nel tempo passato.
Se il tempo tutto è eternamente presente
il tempo tutto è irredimibile
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Ciò che avrebbe potuto essere è un'astrazione
che rimane perpetua possibilità
solo in un mondo ipotetico.
Ciò che avrebbe potuto essere e ciò che è stato
puntano a un solo fine, che è sempre presente.
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Passi echeggiano nella memoria
lungo la via che non abbiamo preso
verso la porta che non abbiamo aperto
per entrare nel roseto. Le mie parole echeggiano
così, nella tua mente.
Ma a che scopo
turbare la polvere su una ciotola di petali di rosa
io non so.

Altri echi abitano nel giardino.
Li seguiremo noi? Presto, disse l'uccello,
trovàteli girato l'angolo.
Attraverso il primo cancello,
nel nostro primo mondo,
seguiremo noi l'inganno del tordo?
[...]
Via, via, via disse l'uccello:
il genere umano non può sopportare troppa realtà.
Il tempo passato e il tempo futuro,
ciò che avrebbe potuto essere e ciò che è stato
mirano ad un solo fine,
che è sempre presente.

[ ... ]

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Cenni biografici

Thomas Stearns Eliot nasce a St. Louìs (Missouri) nel 1888. Studia filosofia all'università di Harvard e si applica alla lettura di poeti antichi. Nel 1914 si trasferisce in Francia per motivi di studio e quindi in Inghilterra dove poi risiederà stabilmente, lavorando per qualche tempo (fino al 1925) come impiegato di banca. Conosce Ezra Pound E che esercita un notevole influsso, anche come consigliere, nella sua elaborazione poetica: grazie a Pound pubblica nel 1917 Il canto d’amore di J. Alfred Prufrock e altre osservazioni. In seguito pubblica Poesie (1920), La terra desolata (1922), Gli uomini vuoti (1925)(The Hollow Men ) . Comincia anche una produzione di saggistica letteraria di notevolissima importanza. Nel 1927 si converte al cristianesimo (di confessione anglicana) e ottiene la cittadinanza inglese. Lavora come dirigente di una casa editrice londinese. Pubblica quindi, fra l'altro, il poemetto Mercoledì delle ceneri (1927-1930) e il dramma Assassinio nella cattedrale (1935). Del 1943 sono le meditazioni in forma di poemetto dei Quattro quartetti. Nel 1948 ottiene il Premio Nobel per la letteratura. Muore a Londra nel 1965.

giovedì 11 dicembre 2008

Quasimodo -Sapphō - Tramontata è la luna

Saffo e Alceo, dipinto di Sir Lawrence - 1881
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Tramontata è la luna
e le Pleiadi a mezzo della notte;
anche giovinezza già dilegua,
e ora nel mio letto resto sola.
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Scuote l’anima mia Eros,
come vento sul monte
che irrompe entro le querce;
e scioglie le membra e le agita,
dolce amara indomabile belva.

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Ma a me non ape, non miele;
e soffro e desidero.
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akatalēpsía : Lettere dalla zona interdetta [XVII] Teodicea

Sai, oggi ho preso coraggio e ci sono tornata. Mi ha accompagnato Caroline, ma è rimasta giù mentre io, con una scusa, sono salita a vedere cos'era rimasto di te. Non c'era più il tuo violino, né gli scacchi che ti avevo regalato a Minsk (quelli di schiuma, col buffo re barbuto). I tuoi libri dorati e i miei senza pretese erano ancora tutti lì, colpiti d'improvviso da un raggio di sole memorabile.Ho sentito l'odore di un altro mondo, il suono di un altro tempo, ho visto i colori dei nostri giorni e delle tante notti. C'era ancora molto da trovare, c'erano tanti segreti da decifrare e frasi da terminare in quei tanti metri quadri che ci hanno visti felici. Alla fine mi sono seduta per terra (là dove un giorno ti chinasti a raccogliere il dado scappato dal tavolino) e sarei voluta restare così per ore, a osservare il mondo innaturale del rimpianto, mentre la signora V., dabbasso, intonava quell'aria della Tosca sulla quale, con te stupefatto, discettai di teodicea
.°
XVI - XV - XIV - XIII - XII - XI - XIX - VIII - VII - VI - V - IV - III - II - I
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°.
Da: Lettere dalla zona interdetta [XVII] Teodicea
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Nelle ‘’Lettere dalla zona interdetta’’ di Clelia Mazzini troverete ‘’il tutto’’ raccolto intorno e dentro ‘’la parola’’. Il tutto o il tanto di chi vive ed è poesia.
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mercoledì 10 dicembre 2008

La Folie Baudelaire




Ingres:Raffaello e la Fornarina
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In un altro dei suoi bellissimi, eruditissimi, intelligentissimi libri, La folie Baudelaire (Adelphi), Roberto Calasso stempera le sue ossessioni questa volta anatomizzando la temperie artistica dell'Ottocento, con Baudelaire, appunto, e Ingres,Delacroix, e Degas fino alle soglie del Novecento (c'è anche Proust). 
Queste, in poche righe, le principali ossessioni di Calasso:
1. L'ineluttabilità dell'abiezione come passaggio alla rinascita;
2. Il sacrificio cruento come necessario lasciapassare propiziatorio;

3. La ricerca del contatto con gli dei pagani che tuttora si celano in mezzo a noi. 

Ecco alcune citazioni testuali per ciascuna delle qui procustizzate ossessioni.
Quanto alla prima: «Baudelaire fu dandy soprattutto nella rovina» (p. 92), con infallibile olfatto nel cogliere «odore di distruzione» (p. 36);
«vedere quei disegni [è Baudelaire che parla] mi ha fatto accedere a declivi immensi di fantasticheria, più o meno come un libro osceno ci precipita verso gli oceani mistici dell'azzurro» (p. 177);
«come se soltanto a prezzo dell'attraversamento di quelle sterminate plaghe di bêtise fosse possibile volgersi verso un bene che altre età non avevano conosciuto» (p. 184);

Delacroix
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«sì, c'è una catastrofe in quest'opera, come in tutta la storia dell'arte francese a partire dal 1870», scrive Halévy " e Calasso sottoscrive " a proposito di Degas, «ma in questa catastrofe nessuno ha tratto dalla propria disperazione risultati così magnifici» (p. 281);
«moderno " nuovo " décadence: tre parole che si irradiano in ogni frase di Baudelaire, in ogni respiro. Scinderle significherebbe dissanguarle» (p. 337). 
Quanto al sacrificio: Baudelaire a Ingres preferisce il rivale Delacroix, il cui rosso è «lago di sangue infestato dagli angeli malvagi» (p. 151); e a proposito del quadro dedicato alla Morte di Sardanapalo, Baudelaire-Calasso scrive:
«Mi è successo più di una volta, guardandolo, di sognare gli antichi sovrani del Messico, quel Montezuma la cui mano abile nei sacrifici poteva immolare in un giorno solo tremila creature umane sull'altare piramidale del Sole» (pp. 152-153).


Degas
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E bisognerebbe citare l'intero capitolo del Sogno del bordello-museo, in cui esplicitamente si fa cenno al sacrificio del cavallo in sostituzione dell'uccisione del re, secondo la dottrina dell'India arcaica, di cui Baudelaire sarebbe stato inconsapevole portatore (o avatar), ultimo anello di una catena esoterica (p. 20). Infine, quanto a dove fossero andati a finire gli dei, questione «trattata più volte in Francia dopo la Rivoluzione» (p. 286), ecco una certezza: «Gli dei possono apparire o scomparire agli occhi umani, a seconda dei luoghi dove si insediano. Ma sempre sono " e guardano» (p. 292). E ancora, attraverso Proust: «Tutta l'arte di vivere sta nel non servirci delle persone che ci fanno soffrire se non come di un gradino che permette di accedere alla loro forma divina e di popolare così gioiosamente la nostra vita di divinità» (p. 330).Ma questi sono solo alcuni dei pericolosi scogli sommersi che abbiamo voluto segnalare per allertare l'eventuale affascinato navigatore che volesse solcare l'affascinante mare della prosa di Roberto Calasso, assolutamente tersa, azzurra, folta di scandagli critici sia letterari (meno ispirate, però, le pagine su Rimbaud) sia di storia dell'arte, densa di citazioni insospettate (Saint-Beuve accarezzato e vetrioleggiato) in un libro impeccabilmente stampato, secondo la tradizione adelphiana, e impreziosito da illustrazioni anche a colori nel testo.
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(Cesare Cavalleri)


Manet

venerdì 5 dicembre 2008

Tota pulchra es, Maria!

Immacolata Concezione
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E' il sublime cantico che gli angeli santi rivolsero a Maria, quando ella, portando in Grembo il Verbo incarnato, schiacciò la testa al Drago in una battaglia spirituale.
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Tota pulchra es, María ! Tota pulchra es, María ! Et mácula originális non est in te. Et mácula originális non est in te. Tu glória Jerúsalem, tu laetítia Israël, tu honorificéntia pópuli nostri, tu advocáta peccátorum. O María, o María ! Virgo prudentíssima mater clementíssima, ora pro nobis, intercéde pro nobis ad Dóminum Jesum Christum !
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Correggio
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‘’Pregheremo in tende di otto persone’’, ha detto il sacerdote, in spagnolo, in italiano e, quindi, in francese.


Mi sono di nuovo ritrovata disorientata: non riuscivo a capire bene ciò che stava accadendo. Qualcuno mi si è avvicinato e mi ha messo un braccio intorno alle spalle. Lo stesso ha fatto un’altra persona dall’altro lato. Si è così formato un cerchio di otto persone abbracciate. Quindi ci siamo chinati in avanti, fino a che le nostre teste si sono sfiorate.


Avevamo assunto la forma di una tenda. La pioggia adesso scendeva più forte, ma nessuno se ne curava. La posizione aiutava a concentrare tutte le nostre energie e il nostro calore.


‘’Che l’Immacolata Concezione aiuti mio figlio e gli faccia scoprire il suo cammino,’’ ha detto la voce dell’uomo che mi abbracciava sulla destra. ‘’vi chiedo di recitare insieme un’Ave Maria per mio figlio.’’


‘’Amen’’ , hanno risposto tutti. Allora abbiamo recitato l’Ave Maria.


‘’Che l’Immacolata Concezione mi illumini e risvegli in me il dono della guarigione,’’ ha detto la voce di una donna della nostra tenda. ‘’Recitiamo un’Ave Maria’’.


Tutti insieme abbiamo ripetuto ‘’Amen’’ e poi abbiamo pregato. Ciascuno esprimeva una richiesta e tutti partecipavano alla preghiera. Ero sorpresa di me stessa, perché stavo pregando come una bambina e, come una bambina, credevo che quelle grazie sarebbero state concesse.


Per una frazione di secondo, il gruppo è rimasto in silenzio. Ho capito che era arrivato il mio turno di esprimere la richiesta. In qualsiasi altra circostanza, mi sarei vergognata da morire e non sarei riuscita a dir niente. Ma c’era una Presenza che mi infondeva fiducia.


‘’Che l’Immacolata Concezione mi insegni ad amare come Lei, ‘’ ho detto allora. ‘’Che questo amore faccia crescere me e l’uomo al quale è rivolto. Recitiamo un’Ave Maria.’’

Abbiamo pregato insieme e di nuovo quella sensazione di libertà si è diffusa tra di noi.

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Correggio

mercoledì 3 dicembre 2008

ROMANO PRODI - LA CRISI FINANZIARIA E LE CONSEGUENZE POLITICHE GLOBALI

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Pechino, 26 novembre 2008, ore 09.00
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Intervento del Presidente Romano Prodi presso il dipartimento Internazionale del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese.

Mantegna - filosofo
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- Siamo quasi certamente di fronte alla più grave crisi economica del dopoguerra. Spesso si paragona ciò che sta succedendo oggi con quello che accadde in altri momenti di crisi e in particolare con la crisi del 1929 che causò un impoverimento globale che durò diversi anni.
Ogni crisi in realtà ha caratteristiche proprie (così come le politiche per reagire ad essa) e questa non fa eccezione.
Tuttavia, se non si analizzano profondamente le cause e le dimensioni specifiche di questa crisi, non si può trovare una soluzione.
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- La crisi del 1929 partì dal crollo azionario di Wall Street del mese di ottobre ma le cause reali scatenate da diversi fattori sia finanziari (un sistema bancario inefficiente, un eccessivo ricorso a prestiti "speculativi" e un corso delle azioni che non corrispondeva più ai valori reali e prospettici delle imprese) sia reali (eccesso di investimenti e di produzione in alcuni settori).
Il crollo azionario fece diminuire il potere di acquisto della popolazione e spinse le banche a chiedere il rientro dei prestiti effettuati. Tutto questo acuì la crisi e la rese globale.
La crisi durò molti anni anche perché le autorità nazionali ci misero molto tempo per capirne la portata, perché vi erano fortissime resistenze ad ogni forma d'intervento pubblico e perché non vi erano istituzioni internazionali in grado di gestire un fenomeno che forse per la prima volta era realmente globale.
- Ma fu proprio dall'intervento pubblico che economie cominciarono a riprendersi. Le politiche che portarono le economie mondiali fuori dalla recessione furono improntate ad un forte intervento statale che si sostanziava in spesa in deficit (e crescita del debito pubblico), come accadde negli US sotto il presidente Roosevelt, ma anche nel sostegno all'industria pesante nazionale e militare come fece Hitler in Germania.
Insomma in alcune delle politiche per uscire dalla crisi del '29 vi era sia lo strumento di uscita dalle crisi economiche sia il germe che porterà alla seconda guerra mondiale.
- In sostanza la crisi del 1929 nasce sui mercati ed è una crisi prettamente "privata" nelle sue cause dove il pubblico ha un ruolo marginale ed il ruolo pubblico è importante non nell'entrata ma nell'uscita dalla crisi.
- Oggi la situazione è almeno in parte diversa. Tutti i governi sono pienamente consapevoli di trovarsi in un momento di crisi anche se ancora oggi non sanno quanto la crisi dei mercati "costi" all'economia globale sia finanziaria sia reale legata ai mutui sub prime. E non sanno nemmeno se e quando entreranno in crisi altri "pezzi" del sistema finanziario, come ad esempio le Carte di credito e, più in generale, gli strumenti del credito al consumo.
- La caratteristica di questa crisi non è infatti l'esistenza di differenti interpretazioni sulle sue cause, ma l'incertezza assoluto sulle sue dimensioni quantitative. Nessuno sa fin dove questa crisi si estende. Nessuno ne conosce gli aspetti quantitativi.
- I mercati finanziari globalizzati hanno fatto si che la propagazione della crisi sia stata molto più veloce che nel 1929. Tuttavia la presenza di istituzioni internazionali (anche se meno forti di quanto sarebbe auspicabile) e di un maggiore coordinamento tra i diversi paesi rende meno automatica la messa in atto di quelle politiche nazionali di protezione che causarono l'aggravamento della crisi del 1929.
Canova
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- Ulteriori riflessioni sul passato e sul presente.
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- La crisi attuale ha paradossalmente una origine molto più "pubblica", legata alle scelte di politica economica del Governo degli Stati Uniti e della Federal Reserve che ha mantenuto i tassi d'interesse artificialmente troppo bassi per lungo tempo, al fine di sostenere l'economia dopo lo scoppio della bolla legata ad Internet, e dopo gli eventi dell'11 settembre 2001. In alcuni periodi di tempo i tassi reali sono stati addirittura negativi.
Ad essi si è aggiunta la diminuzione dei controlli sul funzionamento dei mercati finanziari. Particolare importanza hanno avuto a questo proposito le nuove regole, tra cui segnaliamo quelle che hanno abbattuto il muro che opportunamente divideva le banche d'affari dalle banche di credito ordinario.
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- I tassi di interesse troppo bassi hanno creato un eccesso di liquidità che negli anni si è spostato la dove vi erano le possibilità di guadagno di breve periodo creando una serie continuativa di bolle speculative in vari settori (immobiliare, azionariato, materie prime, internet, ecc.).
- Tassi d'interesse già molto bassi, deregolamentazione ed innovazione finanziaria rendono oggi particolarmente deboli gli strumenti di politica economica "classici" utilizzati nel passato.
- In particolare alla prova dei fatti l'innovazione finanziaria che doveva servire a diminuire il rischio degli investimenti e quindi favorire la crescita ha causato la più grande crisi di fiducia degli ultimi decenni e ha fortemente aumentato la rischiosità dell'intera economia mondiale.
- L'innovazione finanziaria ha infatti distribuito grande parte del rischio sulle masse degli investitori ignari.

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Come intervenire?
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- C'è bisogno d'interventi sia a livello del singolo paese sia a livello internazionale. C'è bisogno di politiche ma anche di più profonde riforme istituzionali. C'è in sostanza bisogno di interventi che modifichino le strutture e interventi che modifichino i comportamenti. C'è bisogno di interventi di breve periodo per evitare che la crisi peggiori e si diffonda sempre più il panico ma c'è soprattutto bisogno di visione di lungo periodo.
- Bisogna resistere alle tentazioni di chiusura e protezionismo. Quest'aspetto sarà di grandissima importanza nei prossimi mesi, perché sempre di più i politici dei diversi paesi saranno spinti ad attribuire all'apertura dei mercati internazionali tutte le cause della crisi economica e finanziaria. A questa tendenza generale si aggiunge il fatto che Obama si era presentato di fronte agli elettori con una piattaforma sostanzialmente protezionista. È vero che, in questo campo anche i Presidenti precedenti si erano impegnati a proteggere l'industria nazionale, ma avevano poi operato in modo diverso, ma è anche vero che la crisi ha cambiato e sta cambiando l'opinione pubblica in modo profondo e generale.
- La Globalizzazione è per me un valore, ma bisogna saperne contenere gli eccessi e proteggere chi si trova nelle posizioni più deboli, altrimenti sarà politicamente insostenibile.

Mantegna - particolare
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Le istituzioni internazionali
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- un mondo globalizzato ha bisogno di istituzioni internazionali forti sia per gli aspetti più legati alla politica sia per gli aspetti legati all'economia. In passato si è spinto più sull'economia e meno sulla politica ma questo squilibrio ha mostrato limiti evidenti. Mercati globali hanno bisogno di regole globali. Ovviamente i singoli paesi possono adottare provvedimenti specifici ma ci vuole una base comune.
- In primo luogo è necessario regolare fortemente l'utilizzo di derivati. Essi non solo hanno prodotto l'alterazione dei mercati che ci ha portato alla crisi, ma hanno anche esaltato le dimensioni della speculazione sul petrolio e sulle materie prime. Non è possibile che i derivati sulle materie prime siano stati in alcuni giorni di cento volte superiori rispetto al valore reale del bene trattato. È chiaro che questo discorso non riguarda la Cina ma è anche chiaro che la Cina deve avere un ruolo attivo nella gestione dell'economia mondiale e deve quindi avere la consapevolezza di agire in un contesto fortemente deteriorato da questi comportamenti.
- È ovvio che ogni economia ha bisogno di ricette specifiche (ad esempio è diverso il caso italiano dove è lo stato ad essere indebitato e quello spagnolo dove sono le famiglie) ma ci debbono essere alcuni progetti comuni.

Mantegna - particolare
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- Ma quali politiche comuni di lungo periodo?
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- In primo luogo l'energia e l'ambiente avranno una crescente importanza nel processo di riconversione e di ripresa dell'economia. Se si deve intervenire sostenendo l'offerta è necessario indirizzare la produzione verso prodotti maggiormente eco compatibili. C'è forse bisogno di simboli (auto elettrica, cellule fotovoltaiche, Biodiesel da colture che sfruttano terreni marginali) sapendo anche che questa riconversione può anche essere un'importante occasione di business.
- Questo settore è comunque capace di mobilitare una quantità di risorse enorme e diffusa non solo in tutti i continenti ma in tutte le aree, anche le più sperdute del mondo.
- In secondo luogo grandi progetti di ricerca e sviluppo soprattutto nei settori legati alla salute ed alla scienza della vita. Anche questi possono e debbono coinvolgere nel lungo periodo le energie diffuse non solo di alcuni grandi paesi, ma di tutto il mondo.
- Come abbiamo già specificato in precedenza, i modi e gli aspetti particolari delle politiche debbono essere decise dai diversi paesi, ma vi sono alcune grandi direzioni che debbono guidare l'azione di tutti noi.
- Non voglio tuttavia entrare negli aspetti particolare della politica di lungo periodo anche se questo è l'aspetto che più personalmente mi interessa, essendo io di professione Professore di Economia Industriale. Spero che troveremo in futuro qualche altra occasione per parlare di come agire nel lungo termine sull'economia reale per fare riprendere al mondo la via dello sviluppo.
- Ora vorrei fare alcune riflessioni sul ruolo che la Cina può svolgere in questa situazione così particolare.
- Voglio partire con l'affermazione che questa è forse la più grande occasione per l'Asia e la Cina in particolare per svolgere un ruolo centrale e positivo nell'economia globale. La Cina è ad oggi il più forte elemento di stabilità e crescita nell'economia mondiale anche perché è l'unico paese, insieme ai produttori di petrolio, che ha una importante liquidità disponibile per investimenti. Ma, a differenza di questi paesi, ha anche un grandissimo mercato interno.
- Ma ancora di più perché la Cina ha la possibilità di operare da sola o in cooperazione con le istituzioni internazionali, nella maggior parte dei paesi del mondo, sia nei paesi industrializzati che in quelli più poveri come i paesi del continente africano.
- Nell'intera storia economica mondiale la Cina di oggi è infatti l'unico caso di un paese che esporta contemporaneamente capitali, tecnologie e mano d'opera. Questa è una realtà senza precedenti, che attribuisce al Vostro paese grande potere ma anche grande responsabilità. In questo senso la responsabilità cinese è davvero unica e deve essere esercitata con un crescente livello di coinvolgimento in tutta la politica mondiale. Anche se l'autonomia della politica interna è un sacro principio della convivenza fra i popoli, i contatti sono ormai tali che diventa praticamente inevitabile una reciproca "interferenza" fra i diversi paesi. Ed è questa influenza che deve essere esercitata in modo consapevole.
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- È quindi necessario un ruolo attivo della Cina anche sui grandi temi che saranno fondamentali per il futuro del mondo. Bisogna definire un percorso che accompagni il protocollo di Kyoto , tenendo presente che esso prevede linee di azione ancora imperfette.
- Nel dibattito sull'economia nelle ultime settimane, si parla sempre di più di "ritorno alla produzione" intendendo con questo un ritorno di importanza sia della produzione agricola che di quella industriale.
- Il "ritorno alla produzione" non sarà privo di conseguenze politiche anche nei paesi occidentali, in primo luogo negli Stati Uniti, ma anche in Europa e negli altri paesi ad elevato livello di sviluppo.
- Parlo di "ritorno alla produzione" non solo per la diffidenza sempre più diffusa nei confronti della finanza. Ma anche perché il crollo della domanda sta spingendo i governi non solo in aiuto del sistema bancario e finanziario, ma anche del sistema produttivo.
- Il dibattito non è ancora concluso ma l'aumento della disoccupazione, soprattutto in aree politicamente sensibili, sta spingendo i governi a spostare risorse verso il sistema industriale. È lecito pensare che queste forze si faranno sentire anche in una fase più avanzata della crisi o dopo la crisi e si faranno sentire sia negli Stati Uniti che in Europa.
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- In Europa questo sforzo di "ritorno all'industria" sarà diverso da paese a paese, perché estremamente diverso è già oggi il ruolo dell'industria nei differenti paesi europei.
- Negli ultimi due decenni abbiamo infatti assistito ad una concentrazione dell'industria soprattutto in una parte dell'Europa che trova il suo centro nella Germania e nell'Italia del Nord, mentre la parte che si è dedicata con assoluta prevalenza ai servizi vede il suo centro in Gran Bretagna ed Irlanda.
- Naturalmente sarà un'industria diversa molto attenta ai problemi dell'energia e dell'inquinamento (quindi diversa anche nelle automobili) e alla domanda in continuo aumento nei settori della salute e delle scienze della vita.
- Questa "grande correzione" dovrà essere accompagnata da un sostanziale riequilibrio tra risparmi e consumi. La grande crisi dimostra che lo squilibrio esistente oggi soprattutto negli Stati Uniti, ma anche in molti paesi europei, non può prolungarsi nel futuro perché è fonte di enormi squilibri.
- Questo adattamento sarà perciò lungo e penoso e porterà conseguenza non solo di breve ma anche di lungo periodo riguardo alle importazioni di Stati Uniti ed Europa e quindi avrà notevole impatto anche sull'economia cinese.
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- La crisi finanziaria in corso sta mettendo infatti in discussione la sostenibilità di squilibri fra le grandi aree economiche come quelli che si sono creati in questi anni.
- Le tentazioni protezionistiche non potranno che crescere con il ritorno di un ruolo centrale della produzione. Parlo di "tentazioni" perché una notevole parte dell'opinione pubblica di questi paesi è tuttora convinta che l'apertura dei mercati e il libero commercio internazionale portino alla fine più vantaggi che danni.
- È tuttavia molto probabile che su temi specifici, sui temi soprattutto legati all'ambiente e alla protezione sociale "social dumping") si venga a creare una situazione politica diversa.
- Per essere più espliciti mentre non vedo probabile (anche se ancora possibile) un'adozione diffusa e generale di dazi doganali, vedo più probabile l'adozione di difese commerciali che traggono spunto dall'esistenza di costi addizionali dovuti alla difesa dell'ambiente e ad alcuni aspetti delle politiche del lavoro.
- È quindi utile (e forse necessaria) un'iniziativa da parte cinese su questi temi. Non tanto un impegno su obiettivi irraggiungibili, quanto un programma che in qualche modo accompagni il protocollo di Kyoto o le altre iniziative che verranno prese su questi temi.
- Questa è solo un esempio di come, soprattutto dopo la crisi finanziaria, i temi di carattere ambientale e sociale avranno crescente influenza in ambito economico.
- Vorrei ora terminare queste mie brevi riflessioni con alcune osservazioni specifiche nei rapporti fra la crisi economica e finanziaria in atto e il particolare ruolo che la Cina svolge o può svolgere. Prima di tutto occorre fare tesoro di un insegnamento riguardo al passato. Io credo profondamente nell'economia di mercato ma credo che il mercato funziona bene solo quando è oggetto di regole e di controlli severi e precisi.
- Se attualmente siamo caduti in una crisi di cui ancora non conosciamo gli aspetti quantitativi né la durata, è proprio perché negli ultimi dieci anni (soprattutto a partire dagli Stati Uniti) sono state allentate le regole e i controlli. Si potrà obiettare che in molti paesi le autorità di controllo si sono moltiplicate (controllo sulle banche, sulle assicurazioni, sulle borse, sui mercati finanziari, ecc.). ma proprio queste moltiplicazioni hanno reso i controlli meno efficaci, isolando e dividendo i vari mercati.
- Questi controlli, inoltre, hanno soprattutto mantenuto un carattere nazionale, mentre i mercati finanziari sono diventati mondiali. È quindi interesse di tutti operare per regole e sorveglianze più severe a livello internazionale. Non sarà una battaglia facile ma utile a tutta l'umanità.

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- Io conservo personalmente l'esperienza della difficoltà di questabattaglia: quando ero Presidente della Commissione Europea e abbiamo prospettato direttive severe in materia, queste sono state impedite dall'opposizione di alcuni governi nazionali e dalle lobby di gruppi finanziari e bancari. Una comune azione efficace non solo dovrà aumentare il potere delle autorità di regolamentazione a livello internazionale ma dovrà nello stesso tempo:
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- a) impostare un'azione comune di controllo e regolamentazione dei mercati, ora sottratti ad ogni controllo.
- b) Impedire comportamenti speculativi alle banche di deposito ordinario.
- c) Limitare, con un'organica serie di strumenti di trasparenza e fiscali, l'esplosione dei così detti "derivati".
- d) Stabilire regole per il mercato delle ipoteche.
- e) Imporre rigorosi criteri di comportamento alle agenzie di "rating"
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- Queste azioni si debbono aggiungere alle decisioni che la maggior parte dei governi ha preso per immettere risorse pubbliche nel sistema economico e vincere quindi la paura che ha colpito l'economia mondiale nelle scorse settimane.
- Insisto sul fatto che le misure prese vanno nella giusta direzione, ma non sono certo sicuro che queste misure siano sufficienti perché non abbiamo ancora un quadro quantitativo preciso e credibile della dimensione della crisi.
- Se sarà vinta la paura occorrerà molto tempo e molto spirito di collaborazione per guarire un sistema economico internazionale fondato sul debito cresciuto a dismisura e caratterizzato da un crollo del risparmio sia pubblico che privato.
- In questo quadro il ruolo dell'Asia e della Cina appaiono determinanti e non solo perché l'Asia è uno dei pilastri della produzione manifatturiera di cui abbiamo parlato in precedenza.
- L'aspetto più importante è infatti quello che l'Asia è ora il principale sottoscrittore del debito pubblico degli Stati Uniti.
- Oltre il 40% dei 2600 Miliardi di debito degli Stati Uniti è stato infatti sottoscritto dai paesi asiatici. E di questo una cifra di circa 573 M$ da parte del Giappone e 585 M$ da parte della Cina.
- E questo senza contare gli investimenti in altre società americane (es. Freddie Mac e Fannie Mae). È importante sottolineare come gli acquisti cinesi siano proseguiti anche nell'ultimo mese. Io interpreto questo atteggiamento consapevole e responsabile come un corretto modo del governo cinese per inserirsi tra i grandi decisori della governance mondiale.
- Il mondo (occidentale e non solo occidentale) non può fare a meno, nell'attuale crisi economica della domanda cinese, degli investimenti cinesi e delle risorse finanziarie cinesi.- Capacità produttiva industriale e alto tasso di risparmio fanno della Cina uno dei pilastri fondamentali per uscire dalla crisi con un nuovo e duraturo equilibrio. Grande potere e grande responsabilità si sommano quindi nel futuro delle Vostre decisioni politiche.
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- Alla luce di questi dati e della necessità di perseguire un nuovo equilibrio mondiale, vanno valutate le recenti decisioni prese dal Governo Cinese di rilanciare l'economia interna alla vigilia del Vertice dei G20.
- Di fronte alla diminuzione del tasso di sviluppo dell'economia (9% di crescita del PIL di fronte al 10,4% del trimestre precedente) è stato deciso un piano di rilancio di 580 Miliardi di dollari nei settori dell'edilizia residenziale, dei lavori pubblici, dell'energia, dei trasporti, della sanità, dell'istruzione e di rilancio delle attività produttive sia tramite incentivi alla ricerca e all'investimento che attraverso incentivi fiscali.
- A questo si aggiungono gli aumenti ai sussidi agricoli, ai salari e alle pensioni.
- Dato il basso debito pubblico e i 2000 miliardi di riserve valutarie questo piano di rafforzamento della domanda interna cinese appare realistico e sostenibile e sarà di grande utilità all'economia mondiale e all'economia cinese. Esso potrà infatti mantenere un elevato tasso di sviluppo all'industria manifatturiera che ha visto calare le proprie prospettive di esportazione per effetto della crisi dei mercati mondiali.
- Una crisi che probabilmente avrà anche sulla Cina un'influenza maggiore rispetto a quanto fino ad ora ipotizzato.
- Questo piano ha dimensioni davvero cospicue, è accompagnato da politiche monetarie espansive e avrà conseguenze positive nel breve e nel lungo periodo. Naturalmente come tutte le decisioni che segnano cambiamenti radicali, il suo effetto sarà tanto più efficace quanto più rapida sarà la sua realizzazione.
- In ogni caso l'economia cinese sta cambiando gli equilibri mondiali con la stessa forza con cui gli Stati Uniti ci hanno cambiato nel secolo scorso.
- Per questo motivo il mondo ha bisogno di una Cina stabile e cooperativa.
- Un'ultima riflessione.- Noi ci incontriamo qui nel momento in cui la crisi ancora è in espansione e, ancora, i suoi confini non sono ancora ben chiari.
- Di fronte a questi sconvolgimenti non possiamo non farci la domanda che i politici e gli economisti si facevano durante la grande crisi del 1929.
- E la mia risposta, non si discosta da quella che diede Keynes in una conferenza tenuta a Madrid nel 1930 e che cioè, nonostante il pessimismo dei conservatori (che pensano che la crisi sia il preludio della fine) e il pessimismo dei rivoluzionari (che pensano che tutto debba finire perché il mondo è profondamente ingiusto) la nostra società abbia grandi risorse (scientifiche, tecnologiche e morali) per riprendersi e ricominciare a camminare in avanti.
- Ritengo cioè che il mondo abbia ancora tante energie sane, per cui questa crisi (come diceva allora Keynes) non è una malattia di vecchiaia dell'umanità, ma solo un disturbo di crescita.


Caravaggio