mercoledì 30 gennaio 2013

Edith Stein

 



Chi sei, Luce,
che ricolmi il mio essere
e rischiari l’oscurità del mio cuore?
 
Mi conduci per mano
come madre
e non mi abbandoni,
altrimenti non saprei muovere
più nemmeno un passo.
Tu sei lo spazio
che circonda il mio essere
e lo prende con sé.

Se si allontanasse da te,
precipiterebbe nell’abisso del nulla,
dal quale tu
lo elevi all’essere.
Tu, più vicino a me
di me stessa
e più intimo
del mio stesso intimo
eppure inafferrabile
e inconcepibile,
incontenibile in un nome:
Spirito Santo-Amore Eterno.


Edith Stein
Santa Teresa Benedetta della Croce
Edith Stein (in religione Teresa Benedetta della Croce; Breslavia, 12 ottobre 1891Auschwitz, 9 agosto 1942) è stata una religiosa e filosofa tedesca dell'Ordine delle Carmelitane Scalze. Di origine ebraica, si convertì al cattolicesimo dopo un periodo di ateismo che durava dall'adolescenza, venne arrestata in Olanda dai nazisti e rinchiusa nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau dove, insieme alla sorella Rosa (anch'ella monaca carmelitana scalza) trovò la morte. Nel 1998 papa Giovanni Paolo II l'ha proclamata santa e l'anno successivo l'ha dichiarata compatrona d'Europa.


Nelly Sachs.

 


Chagall


Grondai così dalla parola:

un frammento di notte
a braccia spalancate
una bilancia solo
per soppesare fughe
in questo tempo stellare
calata nella polvere
impressa d'orme.

E' tardi ormai. Ciò che è lieve mi lascia
e ciò che è greve
già vanno via le spalle
come nubi
braccia e mani
libere nel gesto.

Molto scuro è sempre il colore del ricordo
Mi riprende così
la notte in suo possesso.

Nelly Sachs    (Schöneberg, 10 dicembre 1891 – Stoccolma, 12 maggio 1970)
da Poeti della malinconia

http://en.wikipedia.org/wiki/Nelly_Sachs




Figlia di un ricco manifatturiere, crebbe in una zona signorile della capitale tedesca, studiò musica e danza e cominciò a scrivere poesia fin da giovane. Apparteneva a una famiglia ebraica, si rifugiò a Stoccolma nel 1940 con l'aiuto di Selma Lagerlöf.
Rimase a Stoccolma sino alla morte. Nel 1966 le fu assegnato il premio Nobel con la seguente motivazione: for her outstanding lyrical and dramatic writing, which interprets Israel's destiny with touching strength ("per la sua lirica notevole e la scrittura drammatica, che interpreta il destino di Israele con forza toccante").
La sua poesia è caratterizzata da un linguaggio densamente metaforico, ispirato alla persecuzione tragica del popolo ebraico nel Novecento ed alla sua tradizione letteraria.
fonte Wikipedia

La Farfalla - Pavel Friedann


 E' un disegno di Helga, ragazzina ebrea,
el lager-fortezza di Terezin (vicino a Praga)
 .
 .
L'ultima, proprio l'ultima,
di un giallo così intenso, così
assolutamente giallo,
come una lacrima di sole quando cade
sopra una goccia bianca
- così gialla, così gialla! -
l'ultima,
volava in alto leggera,
aleggiava sicura
per baciare il suo ultimo mondo.
Tra qualche giorno
sarà già la mia settima settimana
di ghetto:
i miei mi hanno ritrovato qui
e qui mi chiamano i fiori di ruta
e il bianco candeliere del castagno
nel cortile.
Ma qui non ho visto nessuna farfalla.
Quella dell'altra volta fu l'ultima:
le farfalle non vivono nel ghetto.

Pavel Friedann
.
Helga

lunedì 21 gennaio 2013

Johann Wolfgang von Goethe


Iman Maleki


"Rendimi il tempo della mia adolescenza quando non ero ancora me stesso, se non come attesa. Rendimi i desideri che mi tormentavano la vita. Quelle pene che pure adesso rimpiango."

Goethe (Faust)


Iman Maleki

IL SUCCEDERSI DEGLI ANNI



Il succedersi degli anni
ha soffocato la voce interiore;
quella capacità unica di capire e amare.

Ho conosciuto la lotta e ho ceduto
alle lusinghe e alle tentazioni;
alla noia di giorni uguali ma sempre,
dopo ogni caduta, ho cercato la luce.

Ho perso, ho vinto nel labirinto
di passi che si succedono, ininterrotti
ed ora sono qui, ne sconfitto ne vincitore
a reclamare i sogni.

(Giovenale Nino Sassi)



 

venerdì 18 gennaio 2013

L'inverno di Alfred Sisley




Alfred Sisley

Sisley, a differenza di Monet è assai vicino alle scelte cromatiche di Pissarro… in verità cercava di catturare gli effetti della luce in uno stile i cui cromatismi ricordassero uno schizzo, esecuzione  che, nei suoi anni, veniva accettata a fatica.
Sisley deriva l’impianto rigoroso delle sue composizioni da Carot che riconosce come maestro indiscusso della pittura all’aperto.
A questo proposito, nel 1892, confidava al critico Taverrier:
“ I pittori che preferisco? Per limitarmi ai contemporanei i nostri maestri: Delacorix, Carot, Millet, Rousseau, Courbert.  Tutti quelli che hanno amato e sentito la natura profondamente “
Si poneva dunque come successore ai pittori di Barbizon , nel rifiuto delle convenzioni accademiche per una ricerca innovativa. Ma alla pennellata libera e mossa di matrice impressionista, che pur ha una profonda influenza sulla sua ricerca pittorica, Sisley preferisce tonalità sobrie, spente e raramente dissolve le forme nella luce.



Alfred Sisley


La campagna invernale affascina in modo particolare Sisley molto abile nel rendere la tristezza e il carattere desolato della natura. Il suo temperamento riservato e solitario si concilia meglio con il mistero e con il silenzio piuttosto che con la luminosità dei paesaggi assolati e mediterranei che, invece, seduce tanto Renoir.
Come Monet, Sisley segue l'esempio di Courbet dipingendo paesaggi innevati. Questo tema affascina gli impressionisti in quanto permette loro di studiare le variazioni della luce e di giocare con le differenti sfumature della loro tavolozza. Grazie a piccole pennellate di colore posate sulla tela, il suolo non è uniformemente bianco ma iridato di riflessi azzurrini.
Gli inverni trascorsi a Louveciennes, a Marly-le-Roi o anche a Veneux-Nadon ispirano a Sisley numerosi paesaggi innevati, simili a questo raffigurato nella tela in oggetto. La neve a Louveciennes illustra anche le ricerche di prospettiva condotte dal pittore: una strada coperta di neve s' inoltra sullo sfondo, dove è stato raffigurato un unico piccolo personaggio. La sensibilità dell'artista che si esprime in questi paesaggi raffinati e delicati in cui il colore si manifesta in armonie discrete può essere spiegata dall'origine britannica dell'artista. Sisley, inoltre, aveva avuto la possibilità di ammirare le opere di Bonington, Constable e Turner nel corso dei quattro passati in Inghilterra, dal 1857 al 1861, e in occasione di altri suoi viaggi. Ricordiamo anche che la tecnica dell'acquerello, tenuta in grande considerazione oltre Manica, aveva contribuito ad introdurre una certa libertà in campo pittorico.
http://www.musee-orsay.fr/

Alfred Sisley

giovedì 17 gennaio 2013

Josè Saramago - Bisogna ricominciare il viaggio.

 

Vincen Van Gogh barche-da-pesca-sulla-spiaggia-di-saintes-maries  

 

 Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto:

 "Non c'è altro da vedere",sapeva che non era vero.

Bisogna vedere quel che non si è visto,
vedere di nuovo quel che si è già visto,
vedere in primavera quel che si è visto in estate,
vedere di giorno quel che si è visto di notte, 
con il sole dove la prima volta pioveva,
vedere le messi verdi,il frutto maturo,la pietra che ha
cambiato posto,l'ombra che non c'era.

Bisogna ritornare sui passi già dati,
per ripeterli  e per tracciarvi a fianco nuovi cammini.

Bisogna ricominciare il viaggio.

Sempre.

(Josè Saramago)

Vincent Van Gogh - un paio di scarpe

 

 

mercoledì 16 gennaio 2013

Stamani


Vincent Van Gogh

Stamani
il tetto della notte si è aperto al giorno nevoso
Cade la neve

martedì 15 gennaio 2013

Stamattina



 .
Stamattina la testa è impagliata di niente ...
Leggo i giornali, ascolto il TG news ...
la mia generazione lascia ai giovani una società confusa e corrotta. Sarà difficile ricominciare. Riuscirete a scusarci ?
Non temo per me... ho lottato per il bene.
Ho perso, ho vinto nel divenire dei giorni e di più non potevo fare
Non resta che riprendere la penna e scrivere come a vent'anni ...


'' La gente non mangia l'odore del pane''

.

Foto: La testa, stamattina, è impagliata di niente ... 
Leggo i giornali, ascolto il TG news  ..
 la mia generazione lascia ai giovani una società confusa e corrotta. Sarà difficile ricominciare. Riuscirete a scusarci ?
Non temo per me... ho lottato per il bene.
 Ho perso, ho vinto - non so ! -  nel divenire dei giorni e di più non potevo fare
Non resta che riprendere la penna e scrivere come a vent'anni ...'' La gente non mangia l'odore del pane''

mercoledì 9 gennaio 2013

Umberto Saba


Vincent Van Gogh
.

Dalla stanza vicina ascolto care
voci nel letto dove il sonno accolgo.
Per l'aperta finestra un lume brilla,
lontano, in cima al colle, chi sa dove.

Qui ti stringo al mio cuore, amore mio,
morto a me da infiniti anni oramai.

Umberto Saba
da Il canzoniere
.
 
Foto: Dalla stanza vicina ascolto care
voci nel letto dove il sonno accolgo.
Per l'aperta finestra un lume brilla,
lontano, in cima al colle, chi sa dove.

Qui ti stringo al mio cuore, amore mio,
morto a me da infiniti anni oramai.

Umberto Saba
da Il canzoniere
Vincent Van Gogh

sabato 5 gennaio 2013

Titti Ferrando - Interno dentro



Pablo Picasso - ritratto di Olga in poltrona

.

Ho bisogno di avere qualcuno
a cui pensare per sentirmi in salvo
e di mettere da parte i momenti
belli _ dolci come le dita di una madre _
per quando tutto finisce
e più niente sembra avere importanza.

Non voglio ricordare ma non so
dimenticare. Faccio accordi coi giorni,
e rido di me come in un pianto.

Abito luoghi immaginati
[donna in solitudine _ discosta
_ slegata _errante] nascosta in un libro
dove il gatto spigrisce secoli di storia,
rabbrividisco malinconie
mentre l'inverno rabbioso, stringe.
.
Marc Chagall

Josè Saramago - Viaggio in Portogallo

Chagall
 .
Il viaggio non finisce mai. 
Solo i viaggiatori finiscono.
 E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione. 
Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto: "Non c'è altro da vedere", sapeva che non era vero. 
Bisogna vedere quel che non si è visto,
 vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, 
vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l'ombra che non c'era. 
Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini.
 Bisogna ricominciare il viaggio. 
Sempre. Il viaggiatore ritorna subito". (da Viaggio in Portogallo)
.
Josè Saramago
 .
 
Foto: Il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione. Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto: "Non c'è altro da vedere", sapeva che non era vero. Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l'ombra che non c'era. Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre. Il viaggiatore ritorna subito". (da Viaggio in Portogallo)
.
Josè Saramago
Leon Cortes