mercoledì 21 agosto 2013

Buona notte !



 Foto: Mi sono fermato per un saluto….
Non voglio disturbare i tuoi sogni,
sarebbe un peccato per il tuo riposo,
non devi sentire i miei passi
-piano piano chiudo la porta !
Passando ti scrivo sull'uscio
'' Buona notte ''
perchè tu possa vedere
che ho pensato a te.




Mi sono fermato per un saluto….

Non voglio disturbare i tuoi sogni,

sarebbe un peccato per il tuo riposo,

non devi sentire i miei passi

-piano piano chiudo la porta !

Passando ti scrivo sull'uscio


'' Buona notte ''


perchè tu possa vedere

che ho pensato a te.


Buonanotte !


Folon
Folon





Ho bisogno di sogni.
Non vivo
senza.

(gsn)


Folon
Folon

martedì 20 agosto 2013

Deserto mare



Un miraggio
nel deserto dei giorni
dove il mare finisce
e l’anima incontra lo scoglio.

Parole, immagini bellissime,
poi nulla...
nulla all’orizzonte mentre
la risacca raccoglie
il calare della sera.






Un miraggio
 Poi nulla.

Di qua deserto mare,
di là sabbia che avvolge
i passi, le ansie,
l’attesa:

tracce !

Resto nell’angolo e attendo.
Cerco ( mio Dio) parole,
percorsi di pace: amore.

Sentieri nascosti

(gsn)

lunedì 19 agosto 2013

Nelly Sachs da Poeti della malinconia

Andrew Wyeth


Grondai così dalla parola:
un frammento di notte
a braccia spalancate
una bilancia solo
per soppesare fughe
in questo tempo stellare
calata nella polvere
impressa d'orme.



E' tardi ormai. Ciò che è lieve mi lascia
e ciò che è greve
già vanno via le spalle
come nubi
braccia e mani
libere nel gesto.

Molto scuro è sempre il colore del ricordo
Mi riprende così
la notte in suo possesso.
.
Nelly Sachs
da Poeti della malinconia

Andrew Wyeth
 
 Wyethàiitℎ⟩, Andrew. - Pittore (Chadds Ford, Pennsylvania
1917 - ivi 2009). Insignito nel 2007 della National medal of arts, può essere considerato l'ultimo epigono dei pittori dell'American region degli anni Trenta. Educato alla pittura dal padre, ha incominciato a dipingere come illustratore di libri. La sua pittura con una tecnica realistica alla trompe-l'oeil è applicata a temi che rappresentano emotivamente e simbolicamente la campagna americana (Wind pour the sea, 1947, coll. priv.; Christina's world, 1948, New York, Museum of Modern Art). Tra il 1971 e il 1985 ha ritratto innumerevoli volte la modella Helga Testorf, dando vita al celebre ciclo di dipinti conosciuti come Helga pictures e caratterizzati da una forte carica evocativa; dopo alcune esposizioni, il ciclo è stato acquistato nel 1990 da un collezionista giapponese. Nel 1995 ha pubblicato la sua autobiografia. La più vasta retrospettiva della sua opera è stata allestita al Museum of Art di Filadelfia nel 2006.


Andrew Wyeth

Thomas Stearn Eliot


George Clausen


Non è per i suoi sentimenti personali, per i sentimenti scaturiti da particolari eventi della sua vita, che il poeta può risultare interessante o degno d'attenzione [...]. Il sentimento che dominerà nella sua poesia sarà invece molto complesso, ma non della complessità dei sentimenti di coloro che hanno sentimenti molto complessi o insoliti nella vita. Anzi, in poesia è un errore di eccentricità voler esprimere a tutti i costi i sentimenti umani nuovi; cercando la novità dove non può esserci si scopre il perverso.
Al poeta compete non di trovare nuovi sentimenti, ma di servirsi di quelli ordinari e, elaborandoli nella poesia, di esprimere sensazioni che non sono presenti nella realtà dei sentimenti [...].
La poesia non è un libero sfogo di sentimenti, ma un'evasione da essi; non è espressione della personalità, ma un'evasione dalla personalità. E' naturale, però, che solo chi ha personalità e sentimenti sappia che cosa significhi volerne evadere. .

Thomas Stearn Eliot
da Tradizione e talento individuale


George Clausen

  
 George Clausen (Londra, 1852 – Londra, 1944) è stato un pittore inglese, noto anche come incisore e acquerellista.

Figlio d'arte, si dedicò sin da giovane al disegno, e già all'età di 15 anni era impegnato in una ditta di decorazioni a Londra.

Dal 1867-1873 studiò disegno presso la Royal College of Art e nel bienno successivo frequentò l'Accademia d'Arte di Southampton, sotto la guida di Edwing
Long: Negli stessi anni espose le sue prime opere alla Royal Water-Colour Society londinese.

Lo studio della pittura olandese e della corrente naturalistica francese di Millet effettuato durante il suo soggiorno parigino, gli ispirarono le prime opere basate su una vita rustica e malinconica. Questa fase creativa è ben testimoniata da Il pensiero del 1880 e da Il pranzo del lavoratore del 1889.

Verso la fine del secolo venne nominato membro dell'Associate of the Royal Academy.[1]

In questo stesso periodo, l'artista si avvicinò all'Impressionismo, affrontando le vedute paesaggistiche con una maggiore libertà stilistica e una migliore sensibilità. I suoi acquerelli più significativi in questa fase creativa furono La toilette, Nel bosco, Giorno grigio d'estate.

Come insegnante d'arte svolse numerose conferenze, che vennero raccolte nei libri Six Lectures on Painting (1904) e Aims and Ideals in Art (1906).

Durante la prima guerra mondiale Clausen svolse il compito di ufficiale disegnatore.


fonte wikipedia


George Clausen

sabato 17 agosto 2013

Blowin' In The Wind - Joan Baez





 Quante strade deve percorrere un uomo
Prima che lo si possa chiamare uomo?
Sì, e quanti mari deve sorvolare una bianca colomba
Prima che possa riposare nella sabbia?
Sì, e quante volte le palle di cannone dovranno volare
Prima che siano per sempre bandite?
La risposta, amico, sta soffiando nel vento
La risposta sta soffiando nel vento

Quante volte un uomo deve guardare verso l'alto
Prima che riesca a vedere il cielo?
Sì, e quante orecchie deve avere un uomo
Prima che possa ascoltare la gente piangere?
Sì, e quante morti ci vorranno perchè egli sappia
Che troppe persone sono morte?
La risposta, amico, sta soffiando nel vento
La risposta sta soffiando nel vento

Quanti anni può esistere una montagna
Prima di essere spazzata fino al mare?
Sì, e quanti anni la gente deve vivere
Prima che possa essere finalmente libera?
Sì, e quante volte un uomo può voltare la testa
Fingendo di non vedere?
La risposta, amico, sta soffiando nel vento
La risposta sta soffiando nel vento

Fra Filippo di Tommaso Lippi - Cattedrale di Santa Maria Assunta a Spoleto





Cattedrale di Santa Maria Assunta a Spoleto


Le Storie della Vergine sono un ciclo di affreschi di Filippo Lippi, datati dal 1466 al 1469 e conservati nella tribuna della cattedrale di Santa Maria Assunta a Spoleto

Storia

Gli affreschi vennero commissionati nel 1466, quando il Lipp
i aveva appena terminato le Storie di santo Stefano e san Giovanni Battista nel Duomo di Prato e vennero bruscamente interrotti dalla morte dell'artista nel 1469, per venire poi conclusi, in circa tre mesi, dalla bottega del maestro. Secondo il Vasari la morte dell'artista, a 57 anni, fu causata dalla somministrazione di veleno per la sua abitudine di infastidire le fanciulle, che già era stata motivo di grande scandalo a Prato.

Il Lippi venne sepolto nella cattedrale spoletina e lì rimase, nonostante le richieste di Lorenzo il Magnifico di riaverlo a Firenze, poiché i cittadini umbri si lamentarono di non avere, a differenza delle basiliche fiorentine, ancora uomini illustri sepolti nella loro grande, nuova cattedrale.




Cattedrale di Spoleto

 

Descrizione e stile

Il Lippi pensò, per il coro del Duomo di Spoleto, di includere l'architettura reale nella decorazione pittorica, creando sulla parete nella quale si apre l'abside un grande arco di trionfo concluso in alto da una grande trabeazione dipinta. Nella curva del tamburo absidale, simulò un'esedra marmorea costituita da un basamento a lastre alternate di porfido e serpentino su cui poggiano quattro pilastri che sostengono la trabeazione in cui è inglobata la cornice in pietra dell'edificio romanico, completata pittoricamente da un fregio a palmette e da un architrave a lacunari. Tutti questi accorgimenti consentirono al Lippi di esaltare la potenzialità dell'ampio volume dell'abside romanica producendo una visione unitaria delle scene.

Il ciclo rappresenta, da sinistra a destra, le vicende della Vergine, ovvero:

l'Annunciazione,
la Morte della Vergine (Dormitio Virginis), al centro
la Natività,
l'Incoronazione della Vergine, dipinta in alto sulla semicupola absidale.

La centralità della morte della Vergine, che rompe la progressione logica delle scene, è da attribuire a una specifica richiesta della committenza, proprio per enfatizzare il culto della Assunta nella sua Cattedrale.

 
fonte Wikipedia



Cattedrale di Santa Maria Assunta a Spoleto


 Fra Filippo di Tommaso Lippi (Firenze, 1406 circa – Spoleto, 9 ottobre 1469) è stato un pittore italiano.

Fu, con Beato Angelico e Domenico Veneziano, il principale pittore attivo a Firenze della generazione dopo Masaccio. Dopo un periodo iniziale, di stretta aderenza masaccesca, pur arricchita di spunti tratti dalla vita reale, come nelle opere coeve di Donatello e Luca della Robbia, Lippi si orientò gradualmente verso uno spettro più ampio di influenze, che comprendeva anche la pittura fiamminga.

In seguito il suo stile si sviluppò verso una predominanza della linea di contorno ritmica su tutti gli altri elementi, con figure snelle, in pose ricercate e dinamiche, su sfondi scorciati arditamente in profondità. Il suo stile, nell'età laurenziana, divenne predominante in area fiorentina, costituendo le basi su cui pittori come Botticelli cocrearono il proprio stile.


Cattedrale di Santa Maria Assunta a Spoleto
 

E le stelle stanno a guardare - Archibald J. CRONIN



E le stelle stanno a guardare

Romanzo corale per eccellenza, ambientato sullo sfondo delle miniere del Galles, E le stelle stanno a guardare racconta una storia umanissima di grandi e fondamentali conflitti sociali, civili e sentimentali. P
agine in cui scorre il soffio della vita, in cui Cronin ritrae con sottile e attenta psicologia i contrasti interni ed esterni di protagonisti che lottano strenuamente per ottenere più giustizia e più liberta.

L'autore, Archibald J. CRONIN, nacque a Helensburgh (Dunbartonshire) nel 1896. Medico, esercitò presso i minatori del Galles, interessandosi ai loro problemi sociali. Morì a Montreux nel 1981. Il medico protagonista delle storie di Cronin è giovane, entusiasta, fondamentalmente buono.

Edito da Bompiani (2001)

Foto: E le stelle stanno a guardare
Romanzo corale per eccellenza, ambientato sullo sfondo delle miniere del Galles, E le stelle stanno a guardare racconta una storia umanissima di grandi e fondamentali conflitti sociali, civili e sentimentali. Pagine in cui scorre il soffio della vita, in cui Cronin ritrae con sottile e attenta psicologia i contrasti interni ed esterni di protagonisti che lottano strenuamente per ottenere più giustizia e più liberta.

L'autore, Archibald J. CRONIN nacque a Helensburgh (Dunbartonshire) nel 1896. Medico, esercitò presso i minatori del Galles, interessandosi ai loro problemi sociali. Morì a Montreux nel 1981. Il medico protagonista delle storie di Cronin è giovane, entusiasta, fondamentalmente buono. 

Edito da  Bompiani  (2001)


Pedro Salinas - Non respingere i sogni


Non respingere i sogni perché sono sogni.
Tutti i sogni possono
essere realtà, se il sogno non finisce.
La realtà è un sogno.
Se sogniamo che la pietra è pietra, questo è la pietra.
Ciò che scorre nei fiumi non è acqua,
è un sognare, l'acqua, cristallina.
La realtà traveste

il sogno, e dice:
"Io sono il sole, i cieli, l'amore".

Ma mai si dilegua, mai passa,
se fingiamo di credere che è più che un sogno.
E viviamo sognandola.
Sognare è il mezzo che l'anima ha
perché non le fugga mai
ciò che fuggirebbe se smettessimo
di sognare che è realtà ciò che non esiste.
Muore solo
un amore che ha smesso di essere sognato
fatto materia e che si cerca sulla terra.
.
Pedro Salinas

Pere Gimferrer da L'espai desert, Ediciones Penînsula, Madrid, 1977



... La notte ha viali caldi, blu e pieni di mistero.
Ombre si avvinghiano a parvenze di uomini,
assieme nuotano in piscine improbabili, frequentano bar,
mentre nell'oscurità del cielo si danno battaglia le stelle.
Quando sono morta d'amor
e
è come se un profumo si spargesse tutto intorno.
Intenso e truce.

Vincent Van Gogh

Arthur Rimbaud - Alba




Foto: Ho abbracciato l'alba d'estate. Niente si muoveva ancora nel fronte dei palazzi. L'acqua era morta. I campi d'ombra non lasciavano la strada dei boschi. Ho camminato, risvegliando gli aliti vivi e tiepidi, e le pietre guardarono, e le ali si alzarono senza rumore. La prima impresa fu, nel sentiero già pieno di freschi e pallidi chiarori, un fiore che mi disse il suo nome.Risi al wasserfall biondo che si svincolò attraverso gli abeti: dalla cima argentata riconobbi la dea.Allora alzai uno ad uno i veli. Nel sentiero, agitando le braccia. Per la piana, dove l'ho denunciata al gallo. Nella città fuggiva tra i campanili e i duomi, e correndo come un mendicante sui sagrati di marmo, la cacciavo.In cima alla strada, vicino a un bosco di alloro, l'ho attorniata coi suoi veli ammassati, e ho sentito un po' il suo immenso corpo. L'alba e il bambino caddero giù dal bosco.Al risveglio era mezzodì.
.
(Arthur Rimbaud)
Vincent Van Gogh

Arthur Rimbaud - Alba


Ho abbracciato l'alba d'estate. Niente si muoveva ancora nel fronte dei palazzi. L'acqua era morta. I campi d'ombra non lasciavano la strada dei boschi. Ho camminato, risvegliando gli aliti vivi e tiepidi, e le pietre guardarono, e le ali si alzarono senza rumore. La prima impresa fu, nel sentiero già pieno di freschi e pallidi chiarori, un fiore che mi disse il suo nome.Risi al wasserfall biondo che si svincolò attraverso gli abeti: dalla cima argentata riconobbi la dea.Allora alzai uno ad uno i veli. Nel sentiero, agitando le braccia. Per la piana, dove l'ho denunciata al gallo. Nella città fuggiva tra i campanili e i duomi, e correndo come un mendicante sui sagrati di marmo, la cacciavo.In cima alla strada, vicino a un bosco di alloro, l'ho attorniata coi suoi veli ammassati, e ho sentito un po' il suo immenso corpo. L'alba e il bambino caddero giù dal bosco.Al risveglio era mezzodì.
.
(Arthur Rimbaud)



mercoledì 14 agosto 2013

Incipit

Vincent Van Gogh


Ridevo e saltavo sul letto sorpreso dal via vai dei parenti che attraversavano la stanza diretti nella camera di mio padre.
Passavano in silenzio mentre io saltavo sul materasso, i volti in processione, pensosi e muti: gli zii, le zie, i cugini, i nonni.
Della notte, di quella notte ricordo il silenzio ed io che ridevo.
Mio padre era morto e non lo sapevo. Saltavo e ridevo in attesa di mia madre che sempre accorreva preoccupata ad interrompere il gioco.
Quella notte mia madre non venne a dirmi: fermati ! Vuoi romperti l’osso del collo?
La nonna diceva che ero un bambino troppo vivace; che avevo il verme solitario così, quando mi sgridava pensavo al verme che avevo dentro, da qualche parte ma non si vedeva.
Quella notte mia madre non venne a minacciare il verme, a riassettare amorevolmente le coperte e spegnere la luce.

Da quella notte la poesia scandisce il mio tempo.Racconta, accompagnandoli, i giorni che si susseguono. Racconta della nonna, della casa appena sotto la torre.
Di quello che eravamo, noi, davanti al focolare nelle sere d’inverno; di mia madre e delle nostre migrazioni, di quello che eravamo, che poteva essere e non è stato.
Smisi di essere un bambino vivace che saltava ridendo sulle coperte e faceva impazzire la nonna.

Per chi entra dalla piazzetta dell’erba, all’inizio di via del Trivio c’è un muro; un bastione messo per trattenere la soprastante via Cecili e il Chiostro di San Nicolo. Di lì passava mio padre tornando dal lavoro.
Quel muro, improvvisamente mi sembro altissimo; una barriera insuperabile come quei giorni e quelli che sarebbero venuti.
Volevo superare quel muro e tutti quelli che sarebbero venuti. Lo avevo promesso, lo avevo promesso a mia madre:
 “Non ti preoccupare” gli avevo detto " ti difendo io"
 Avevo sei anni.
 Non avrei più visto mio padre tornare dal lavoro costeggiando il muro di Via del Trivio.

Steinbeck,John - Al Dio sconosciuto



"Io non ho né fortuna né sfortuna. Non ho cognizione di bene e di male. Mi è negato anche il vero senso che c'è tra piacere e dolore. Tutte le cose sono una, e tutte sono parte di me."
Cos ì pensa Joseph Wayne, il gigantesco contadino che ad un nume ignoto ha dedicato tutto se stesso e la sua fatica, ribellandosi alla realtà indeclinabile delle cose, alla catastrofe che colpisce la sua terra .
L'esistenza di questo singolare personaggio è costellata di episodi misteriosi, che a poco a poco lo indurranno a identificarsi coi campi e col cielo, in uno slancio panteistico destinato a sfociare nella tragedia. Questo romanzo di Steinbeck, dedicato alle migrazioni dei pionieri, ci fa conoscere una dimensione inesplorata della storia americana; la sacralità primordiale, che fù causa e conseguenza insieme dei sacrifici di più generazioni, decise a riscattare una terra smisurata, e spessocrudele.

Vincent Van Gogh
Vincent Van Gogh


Steinbeck,come in altri suoi romanzi, narra della vita contadina nella campagna californiana, narra di un contadino trasferitosi all'ovest in cerca di terra, ma un contadino che "sente" la terra come parte di se, quasi a sua insaputa onora riti pagani della fertilità, non sà cosa stà facendo, ma lo intuisce.
La storia ha un senso di sventura che si trascina dall'inizio alla fine, anche quando tutto và per il meglio, si sente una spada di Damocle sul capo.

Bel romanzo, aspro ma scorrevole, descrive minuziosamente i tramonti, la flora, i rigagnoli, la siccità...se si chiudono gli occhi si è lì.

mercoledì 7 agosto 2013

Cicerone - L'amicizia

Vincent Van Gogh




... Nulla è più amabile della virtù, nulla c'è che inviti di più ad amare, dal momento che a causa della virtù e dell'onestà, in un certo senso, amiamo anche quelli che non abbiamo mai visto... 
(Marco Tullio Cicerone)


... Nihil est enim virtute amabilius, nihil quod magis adliciat ad diligendum,quippe cum propter virtutem et probitatem etiam eos, quos numquam vidimus,quodam modo diligamus...