mercoledì 21 gennaio 2015

Rosalba Barbato Di Giuseppe - Il sogno della zucchina


Giacomo Ceruti 

Giacomo Ceruti


Era arrivato il momento per lei
dire addio al suo campo, ”kam duhur crei” ( ho dolore alla testa)
Suo padre, un contadino dal cappello di paglia,
l’aveva coltivata con gentile premura.
Lei era diventata così muscolosa,
così verde, così sana.
Il suo sogno poteva realizzarsi ora?
Lei voleva essere un piatto unico,
non un semplice accompagnamento,
non un condimento.
Un piatto unico.
La ragazza, che ricevette in dono
la splendida forte zucchina,
l’accontentò.
La ricoprì d’oro
con un filo d’olio,
le spruzzò coriandoli di origano,
infine le mise degli orecchini di menta.
Un piatto unico delizioso.

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 28/07/2012

sabato 10 gennaio 2015

Destinatario sconosciuto XXV





Rispondo all’ultimo tuo messaggio partendo dalla fine. Nel salutarmi mi definisci amico di Gesù perché credo in Dio.
Forse non lo sono
Sono uno che sovente sbaglia
  
Stasera, come ogni sera, intorno alle 21 sono uscito per camminare. Lo devo fare.
 A quell’ora la strada è quasi deserta. Solo qualche giovane entra o esce dai bar.
 Scendo lungo il corso, attraverso piazza Garibaldi, raggiungo piazza della Vittoria, l’attraverso e prendo il viale della Stazione.
Stasera, sul marciapiede parallelo al mio, camminava un uomo. Era ubriaco e barcollava e diceva frasi sconnesse in una lingua che non era la nostra. Camminava come un clown
Ha continuato a parlare a voce alta fino alla stazione. Volevo attraversare la strada per  avvicinarlo, parlare con lui ma non l’ho fatto.

All’altezza della caserma Lanari, un signore che camminava in senso opposto al mio si è fermato a guardare il clown che ubriaco continuava a parlare ad alta voce in una lingua sconosciuta. Un signore, un uomo, uno che non avevo mai visto.
Stava per attraversare la strada ma poi si è fermato.
"Che facciamo", gli ho chiesto
"Non possiamo fare nulla", mi ha risposto,"è perso".
"Lo hanno abbandonato".
L’indifferenza ha qualcosa di micidiale in se e uccide i più deboli …

Un uomo muore,
vacillando,
e nessuno tende la mano per salvarlo

Una sola cosa avrei potuto fare e non l’ho fatta. Potevo attraversare la strada, raggiungere il vecchio che barcollando come un clown parlava ad alta voce con un non-so-chi  che  forse era lui stesso  e farmi prossimo … 
Solo quello potevo fare ma non l’ho fatto.
Mi chiamo Hassan
Ho 12 anni e vengo da un paese Africano.
Un missionario comboniano, un italiano
mi ha sottratto all’esercito dei bambini che, armati
combatte e uccide la gente dei villaggi.
Avevo un mitra, mi ha dato un libro.


Mi chiamo Hassan
e con mia madre ho attraversato il deserto
e poi il mare
ed ora sono qui, nel paese delle libertà,
qui, dove la gente ama i bambini e non uccide lo straniero
Sta scritto nella Bibbia,
il libro avuto in dono da un missionario italiano
Sta scritto li e dice:



"Non molesterai il forestiero né lo opprimerai
perché voi siete stati forestieri in terra d’Egitto”


Io sono Hassan
fuggito dalla guerra e dalla fame
e sono solo.

Mi dici di Charlie Hebdo, di quello che succede in Francia.
Stéphane "Charb" Charbonnier, direttore di Charlie Hebdo, assassinato a 47 anni scriveva …
«Non ho paura delle rappresaglie. Non ho figli, non ho una moglie, non ho un’auto, non ho debiti. Forse potrà suonare un po’ pomposo, ma preferisco morire in piedi che vivere in ginocchio»
Ecco un Uomo ! ecco uno che conosce e ha provato a difendere i valori alti dell’Occidente.

Non ho nulla, scriveva Stéphane ed io che ho qualcosa rifletto.
Che siamo in guerra lo dico da anni. Una guerra che nessuno ha dichiarato ma c’è ed è pericolosa perché combattuta con modalità diverse dal passato.
Adesso loro, quelli che non hanno i supermissili, abituati ad essere invasi, bombardati, hanno deciso di portare la lotta armata nelle nostre strade, di incrinare le nostre certezze, di minare le nostre libertà.

Sono i figli dell’emigrazione, i soldati, gli esclusi delle ”Banlieue”, dei sobborghi depressi delle città d’Europa:quartieri marginali, architettonicamente isolati e abitati principalmente da immigrati con problemi di delinquenza.
Che fare ? non lo so!
Sono in gioco valori fondamentali come la libertà.
Che fare ? Ricomincerei dall’economia e dal lavoro. Dall’imperiosa necessità di dare un futuro alle nuove generazioni.

Ricomincerei dalla scuola per non escludere ma includere
Ma forse non basta.
Le ideologie rendono gli uomini ciechi


Ti ho chiamato
nelle notti di solitudine
pronunciando il tuo nome.
Sono andato
nei giorni del cammino
pronunciando il tuo nome.
Ho aspettato
sulle spiagge l’onda
pronunciando il tuo nome.
Sulle pagine bianche di un quaderno
ho scritto il tuo nome
e alla gente ho parlato di te
e l’ipocrisia e l’egoismo che vivo
ho combattuto
pronunciando il tuo nome.
Ho voluto credere
perché nulla è più importante del fatto
che vivo e sono un uomo:
libertà!
Siamo entrati in un tempo della storia difficile che prelude eventi durissimi, forse catastrofici. Le banche falliscono, falliscono gli Stati e manca una visione del futuro.
Cresce la disoccupazione, specie giovanile
Corriamo veloci verso il niente ?

Il secolo breve ha conosciuto il male ma non è mancato il bene.
Lungo il novecento, l’Europa, segnata dall’influenza dell’illuminismo, ha prodotto anche molti frutti positivi e non è giusto guardare a noi stessi, a quello che siamo stati, soltanto dalla prospettiva del male scaturito dai conflitti e dalle dittature (fascismo, nazismo, socialismo reale)
Le dittature, infatti, non sono riuscite a soffocare l’anelito di libertà dei popoli e sono cadute.

In ciò si rispecchia la natura del male così come l’intesero sant’Agostino e san Tommaso.
Il male, diceva Agostino, è sempre assenza del bene che dovrebbe essere presente … è una privazione.
‘’ Ma non è mai totale assenza di bene ‘’… anzi possiamo dire che il male e il bene camminano insieme lungo i quadranti della storia. Impossibile separarli ma sappiamo che nonostante le distruzioni il bene finisce per prevalere.
E’ la speranza cristiana, questa, ma è anche l’insegnamento della storia.

Siamo entrati, infatti, in un tempo difficile ma ricco di promesse. Da un lato abbiamo le guerre, il terrorismo, la crisi economica e la disoccupazione dilagante …. L’esodo di massa da terre inospitali di generazioni di uomini e donne verso la salvezza che non c’è o c’è ma a duro prezzo e solo per alcuni.
Succede oggi e disegna un futuro incerto, drammatico che mette a dura prova gli Stati e le istituzioni internazionali.

Dall’altro la ricerca scientifica promette illimitate energie dal sole, dall’aria, dall’acqua e la medicina finirà per debellare le grandi malattie  e ancora, ancora... corriamo alla scoperta dell'universo !
Abbiamo il bene a portata di mano ma inseguiamo il male .

L’economia e tutto ciò che significa – il potere e l’egoismo di pochi - non scommette sul futuro se non è il suo ovvero se non può governarlo : non scommette sull'uomo.

Fino a quando ?
Stammi bene, gsn