Cenni biografici
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Eugenio Montale, nato a Genova nel 1896 , morto a Milano nel !981, è stato uno dei protagonisti del ‘900 europeo. Se la grande apertura intellettuale e il profondo legame con la tradizione poetica hanno fatto di lui una figura di riferimento per tutta la cultura italiana , nella sua lunga carriera di “ lettore “ e di giornalista ( a partire dal 1948 svoltasi a Milano presso il Corriere della Sera ) egli ha saputo riconoscere per tempo e promuovere autori misconosciuti ( come Svevo) e avvicinare un largo pubblico alle grandi letterature straniere.
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Montale si formò e visse le prime esperienze letterarie a Genova ( nel 1925 uscirono gli Ossi di seppia ) trasferendosi poi a Firenze nel 1927. Quando nel 1938 fu costretto a lasciare l’incarico di direttore del Gabinetto Vieusseux a causa della mancata iscrizione al partito fascista, era ormai un autore affermato, come l’anno successivo testimoniò la raccolta Le occasioni, un libro simbolo per la generazione di giovani che si trovò ad affrontare l’esperienza dell’antifascismo e la guerra. Nel 1956 uscì La bufera e Altro, in cui Montale fa i conti con la tragedia bellica. Seguì un lungo silenzio, interrotto nel 1971 dalla pubblicazione di Satura e poi di altre opere in rapida successione: una nuova stagione per la poesia e per la vita, ricca di onori. Nominato senatore a vita nel 1967, Eugenio Montale fu insignito del premio Nobel per la letteratura nel 1975.
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(La grande poesia de Il Corriere della Sera)
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Eugenio Montale, nato a Genova nel 1896 , morto a Milano nel !981, è stato uno dei protagonisti del ‘900 europeo. Se la grande apertura intellettuale e il profondo legame con la tradizione poetica hanno fatto di lui una figura di riferimento per tutta la cultura italiana , nella sua lunga carriera di “ lettore “ e di giornalista ( a partire dal 1948 svoltasi a Milano presso il Corriere della Sera ) egli ha saputo riconoscere per tempo e promuovere autori misconosciuti ( come Svevo) e avvicinare un largo pubblico alle grandi letterature straniere.
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Montale si formò e visse le prime esperienze letterarie a Genova ( nel 1925 uscirono gli Ossi di seppia ) trasferendosi poi a Firenze nel 1927. Quando nel 1938 fu costretto a lasciare l’incarico di direttore del Gabinetto Vieusseux a causa della mancata iscrizione al partito fascista, era ormai un autore affermato, come l’anno successivo testimoniò la raccolta Le occasioni, un libro simbolo per la generazione di giovani che si trovò ad affrontare l’esperienza dell’antifascismo e la guerra. Nel 1956 uscì La bufera e Altro, in cui Montale fa i conti con la tragedia bellica. Seguì un lungo silenzio, interrotto nel 1971 dalla pubblicazione di Satura e poi di altre opere in rapida successione: una nuova stagione per la poesia e per la vita, ricca di onori. Nominato senatore a vita nel 1967, Eugenio Montale fu insignito del premio Nobel per la letteratura nel 1975.
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(La grande poesia de Il Corriere della Sera)
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Le occasioni – Il Balcone
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Pareva facile giuoco
mutare in nulla lo spazio
che m’era aperto, in un tedio
malcerto il certo tuo fuoco
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Ora a quel vuoto ho congiunto
ogni mio tardo motivo,
sull’arduo nulla su spunta
l’ansia di attenderti vivo
.
La vita che da barlumi
è quella che sola tu scorgi
A lei ti sporgi da questa
finestra che non si illumina.
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Il libro Le occasioni è dominato dalla figura criptica di Clizia, cui fanno da contorno personaggi femminili altrettanto criptici, dalla protagonista della casa dei doganieri, a Dora Markus e a Gerti, legate o da comune appartenenza storico – nazionale – razziale o, soprattutto, dalla loro caratteristica di migranti, sparenti, donne in Fuga. ( Mengaldo )
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In Montale la figura femminile, quella tracciata nella Vita Nuova .... scende a terra. I segni cristiani in cui era avvolta la donna stilnovista si trasferiscono in una figura che si muove sul piano laico della religione della cultura.
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E’ strano: tu / che guardi la sommossa vastità, / i mattoni incupiti, la malcerta / mongolfiera di carta che si spicca / dai fantasmi animati sul quadrante / dell’immenso orologio, l’arpeggiante / volteggio degli sciami e lo stupore / che invade la conchiglia / del Campo, tu ritieni / tra le dita il sigillo / imperioso / ch’io credevo smarrito.
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Il poeta fissa un’immagine. Siamo nel 1934 … compare Irma che sicuramente è il personaggio centrale dei sentimenti di Montale.
Siamo a Piazza del Campo, a Siena, durante il Palio.
Lo sguardo della donna che si posa, dalla finestra della stanza, sulla vastità della piazza colma della gente vociante nella festa, incarna la sua potenzialità che, per un attimo si trasferisce nel poeta che le sta a fianco concedendogli una capacità di percezione più profonda.
Siamo nel 1934… la vicenda umana ed intima di Montale e di Irma si svolge interamente nello scenario storico scandito dalla minaccia e dalla violenza del fascismo che nel 1938 si materializza con la visita di Hitler a Firenze.
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Pareva facile giuoco
mutare in nulla lo spazio
che m’era aperto, in un tedio
malcerto il certo tuo fuoco
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Ora a quel vuoto ho congiunto
ogni mio tardo motivo,
sull’arduo nulla su spunta
l’ansia di attenderti vivo
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La vita che da barlumi
è quella che sola tu scorgi
A lei ti sporgi da questa
finestra che non si illumina.
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Il libro Le occasioni è dominato dalla figura criptica di Clizia, cui fanno da contorno personaggi femminili altrettanto criptici, dalla protagonista della casa dei doganieri, a Dora Markus e a Gerti, legate o da comune appartenenza storico – nazionale – razziale o, soprattutto, dalla loro caratteristica di migranti, sparenti, donne in Fuga. ( Mengaldo )
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In Montale la figura femminile, quella tracciata nella Vita Nuova .... scende a terra. I segni cristiani in cui era avvolta la donna stilnovista si trasferiscono in una figura che si muove sul piano laico della religione della cultura.
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E’ strano: tu / che guardi la sommossa vastità, / i mattoni incupiti, la malcerta / mongolfiera di carta che si spicca / dai fantasmi animati sul quadrante / dell’immenso orologio, l’arpeggiante / volteggio degli sciami e lo stupore / che invade la conchiglia / del Campo, tu ritieni / tra le dita il sigillo / imperioso / ch’io credevo smarrito.
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Il poeta fissa un’immagine. Siamo nel 1934 … compare Irma che sicuramente è il personaggio centrale dei sentimenti di Montale.
Siamo a Piazza del Campo, a Siena, durante il Palio.
Lo sguardo della donna che si posa, dalla finestra della stanza, sulla vastità della piazza colma della gente vociante nella festa, incarna la sua potenzialità che, per un attimo si trasferisce nel poeta che le sta a fianco concedendogli una capacità di percezione più profonda.
Siamo nel 1934… la vicenda umana ed intima di Montale e di Irma si svolge interamente nello scenario storico scandito dalla minaccia e dalla violenza del fascismo che nel 1938 si materializza con la visita di Hitler a Firenze.
NUOVE STANZE
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Poi che gli ultimi fili di tabacco
al tuo gesto si spengono nel piatto
di cristallo, al soffitto lenta sale
la spirale del fumo
che gli alfieri e i cavalli degli scacchi
guardano stupefatti; e nuovi anelli
la seguono, più mobili di quelli
delle tua dita.
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È una delle poesie conclusive di Le occasioni . Scritta nel maggio del 1939, quando lo scoppio della seconda guerra mondiale era ormai imminente. Il poeta e la donna giocano a scacchi. La donna fuma e le volute delle sigarette sembrano figurare, nell’aria , una città ideale.
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Poi che gli ultimi fili di tabacco
al tuo gesto si spengono nel piatto
di cristallo, al soffitto lenta sale
la spirale del fumo
che gli alfieri e i cavalli degli scacchi
guardano stupefatti; e nuovi anelli
la seguono, più mobili di quelli
delle tua dita.
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È una delle poesie conclusive di Le occasioni . Scritta nel maggio del 1939, quando lo scoppio della seconda guerra mondiale era ormai imminente. Il poeta e la donna giocano a scacchi. La donna fuma e le volute delle sigarette sembrano figurare, nell’aria , una città ideale.
La morgana che in cielo liberava
torri e ponti è sparita
al primo soffio; s'apre la finestra
non vista e il fumo s'agita. Là in fondo,
altro stormo si muove: una tregenda
d'uomini che non sa questo tuo incenso,
nella scacchiera di cui puoi tu sola
comporre il senso.
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Il vento scompiglia la città ideale…. al di la della finestra fervono i preparativi per la guerra.
torri e ponti è sparita
al primo soffio; s'apre la finestra
non vista e il fumo s'agita. Là in fondo,
altro stormo si muove: una tregenda
d'uomini che non sa questo tuo incenso,
nella scacchiera di cui puoi tu sola
comporre il senso.
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Il vento scompiglia la città ideale…. al di la della finestra fervono i preparativi per la guerra.
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Il mio dubbio d'un tempo era se forse
tu stessa ignori il giuoco che si svolge
sul quadrato e ora è nembo alle tue porte:
follìa di morte non si placa a poco
prezzo, se poco è il lampo del tuo sguardo
ma domanda altri fuochi, oltre le fitte
cortine che per te fomenta il dio
del caso, quando assiste.
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Un tempo il poeta aveva dubitato della consapevolezza della donna ( cioè della bellezza e della cultura ) di poter dominare il senso della storia che ora la minaccia.
Tuttavia egli non depone la speranza… … la chiaroveggenza della donna rappresentata dai suoi occhi d’acciaio … terrà in scacco la barbarie della catastrofe che si avvicina.
tu stessa ignori il giuoco che si svolge
sul quadrato e ora è nembo alle tue porte:
follìa di morte non si placa a poco
prezzo, se poco è il lampo del tuo sguardo
ma domanda altri fuochi, oltre le fitte
cortine che per te fomenta il dio
del caso, quando assiste.
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Un tempo il poeta aveva dubitato della consapevolezza della donna ( cioè della bellezza e della cultura ) di poter dominare il senso della storia che ora la minaccia.
Tuttavia egli non depone la speranza… … la chiaroveggenza della donna rappresentata dai suoi occhi d’acciaio … terrà in scacco la barbarie della catastrofe che si avvicina.
Oggi so ciò che vuoi; batte il suo fioco
tocco la Martinella ed impaura
le sagome d'avorio in una luce
spettrale di nevaio. Ma resiste
e vince il premio della solitaria
veglia chi può con te allo specchio ustorio
che accieca le pedine opporre i tuoi
occhi d'acciaio.
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La guerra è vicina… e il poeta lo sa. Sullo scacchiere ( la partita a scacchi) già gli opposti schieramenti si fronteggiano, si preparano al secondo conflitto mondiale ma, …… la partita a scacchi, gioco aristocratico che si addice all’intelligenza della donna, domina gli eventi, esorcizza il male che avanza, tiene in scacco la barbarie che assedia la stanza.
tocco la Martinella ed impaura
le sagome d'avorio in una luce
spettrale di nevaio. Ma resiste
e vince il premio della solitaria
veglia chi può con te allo specchio ustorio
che accieca le pedine opporre i tuoi
occhi d'acciaio.
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La guerra è vicina… e il poeta lo sa. Sullo scacchiere ( la partita a scacchi) già gli opposti schieramenti si fronteggiano, si preparano al secondo conflitto mondiale ma, …… la partita a scacchi, gioco aristocratico che si addice all’intelligenza della donna, domina gli eventi, esorcizza il male che avanza, tiene in scacco la barbarie che assedia la stanza.
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Visto come lo hanno trattato male Montale agli esami di maturità? Che vergogna...una poesia così bella poi...mi ricordo che anche l'anno scorso fecero confusione fra i santi e i canti del Paradiso di Dante...senza parole.
RispondiEliminaLo dico da tanto: basta con i "vecchioni" che hanno invaso le stanze. Apriamo le finestre e facciamo entrare aria nuova fresca e buona.
RispondiEliminaLARGO ALLE GIOVANI GENERAZIONI.
Io sono in prima fila!!! eheh
RispondiEliminaUn abbraccio