giovedì 20 novembre 2008

SPECCHIO di Salvatore Quasimodo

Pietrel Bruegel
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SPECCHIO di Salvatore Quasimodo
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Ed ecco sul tronco
si rompono gemme:
un verde piu' nuovo dell'erba
che il cuore riposa:
il tronco pareva gia' morto,
piegato sul botro.
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E tutto mi sa di miracolo;
e sono quell'acqua di nube
che oggi rispecchia nei fossi
piu' azzurro il suo pezzo di cielo,
quel verde che spacca la scorza
che pure stanotte non c'era.
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(da: Acque e terre;1920-1929)
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Salvatore Quasimodo ((Modica -Ragusa, 20 agosto 1901- Amalfi, 14 giugno 1968), era figlio di un ferroviere, e, da bambino soggiorno' nella Messina distrutta dal terremoto del 1908, vivendo un'esperienza tremenda e indimenticabile.
Fece studi tecnici ed ebbe impieghi nell'ambito del Genio civile, pur dedicandosi con passione alla poesia, ottenendo riconoscimenti notevoli.
Del 1930 e' la pubblicazione della prima raccolta, Acque e terre.
Allontanatosi dalla Sicilia, abito' prima a Firenze e poi a Milano, dove, nel 1938, abbandono' il Genio Civile e si dedico' al lavoro editoriale.
Nel frattempo portava avanti la traduzione dei lirici greci, che fu pubblicata nel 1942, contemporaneamente con un'altra raccolta di poesie, Ed e' subito sera.
Dal 1941 e fino all'anno della morte, tenne la cattedra di Letteratura italiana presso il Conservatorio di musica "Giuseppe Verdi", sempre a Milano.
Nel periodo bellico, fra mille difficolta', Quasimodo continuo' a scrivere poesie e a tradurre non solo autori classici greci e latini, ma anche Shakespeare, Molière, Neruda, e altri ancora. Altre raccolte di versi uscirono nel 1947 (Giorno dopo giorno), nel 1949 (La vita non e' sogno), nel 1954 (Il falso e vero verde), e infine nel 1966, (Dare e avere).
Fra i numerosi premi, di cui fu insignito Quasimodo, si ricorda qui il Premio Nobel, nel 1959. Ricevette lauree Honoris causa dall'Universita' di Messina, nel 1960, e da quella di Oxford, nel 1967.

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