NOVECENTO, IL CIMITERO DEGLI SCRITTORI
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In questi giorni Alberto Cadioli - docente alla Statale di Milano, critico letterario e studioso tra i più preparati anche in campo editoriale - ha ripreso su « Tirature ’ 09 » ( Il SaggiatoreFondazione Mondadori) un problema che sta diventando piuttosto grave. Si tratta dell’impossibilità di reperire sul mercato testi di scrittori italiani che hanno fatto la storia del nostro Novecento letterario, ma il discorso potrebbe valere anche per tanti importanti autori stranieri.
Cadioli fa i casi di Pea, Loria, Santucci, Bontempelli e Manzini che, pur essendo presenti nel catalogo di qualche editore, risultano ugualmente irreperibili o raggiungibili dopo molte traversie. E’ vero che esistono anche le biblioteche, dove - almeno nelle grandi città - si possono consultare quei testi, ma comunque il problema sussiste, sia che si debba tenere un corso su certi scrittori, sia che un lettore voglia personalmente disporre di un determinato testo, in un’edizione corretta. Esiste, in realtà, un cimitero degli scrittori che si chiama oblio.
Fin quando si è in vita, si riesce ancora a tenere in circolazione qualche edizione delle opere più importanti; poi, a pochi anni dalla morte, si diventa come dei ' desaparecidos' di cui si perdono le tracce ( non solo in libreria). Sono i meccanismi della memoria che bisognerebbe ricominciare ad attivare, facendosi poi aiutare nel concreto dalle tecnologie ( vedi, ad esempio, la stampa digitale) per rimettere nel circuito culturale opere meritevoli di essere ricordate e tramandate. Si può essere d’accordo sul fatto che spesso quello che era importante allora può non esserlo più oggi, oppure che qualche testo, essendo troppo legato al proprio tempo o al proprio ambiente, ha perso di vigore o di attualità.
E’ però altrettanto vero che, dalla fine dell’Ottocento ad oggi, sono scomparse generazioni di scrittori, e non tutti da abbandonare a un inglorioso destino.
Certo, gli editori non sono istituti di beneficenza culturale e guardano alle cifre di ciò che si vende, ma ugualmente ci si domanda: è proprio impossibile trovare un’intesa per riuscire a mettere insieme una biblioteca di questi scrittori ' fantasma'? D’altra parte, si deve riconoscere che il fenomeno degli « scomparsi » non riguarda soltanto le opere letterarie.
In realtà, escono di scena - perché esauriti o comunque posti fuori commercio - circa 40mila all’anno, di ogni genere. E questo dipende da almeno due fattori: un gran numero di titoli resta inesplorato, privo del benché minimo supporto d’informazione e distribuzione, e un altrettanto grande numero di titoli, pur arrivando in libreria, ne esce dopo 40- 60 giorni.
Così, molte pubblicazioni non si arriva neppure a conoscerle e molte altre tornano troppo presto al mittente, con l’identico risultato di passare, nel giro di poco tempo, direttamente dalla pubblicazione al macero. I più non ritornano.
Peggio che scomparsi: è come se non fossero mai nati.
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(da L'Avvenire on line - GIULIANO VIGINI )
Bentornato!
RispondiEliminaCome stai???
Sono contenta di leggerti di nuovo.
Pat
Ciao, concordo. Io sono una studiosa di Bontempelli e certi suoi testi li trovo solo dall'antiquario o in certe biblioteche.
RispondiEliminaTra l'altro, avendo fatto anche la bibliotecaria, mi è capitato di avere tra le mani libri di autori un tempo di gran voga e ora... chi li legge più? Penso a Piovene, a Landolfi, per esempio.
Di chi sono i bellissimi quadri simil-naif?
Jacqueline alias Artemide Diana
L'ho trovato. Norberto Proietti. Di Spello. Come ho fatto a non pensare che fosse il quadro di un umbro?
RispondiEliminaBel blog. Complimenti.
Jacqueline Spaccini