Claude Monet
La carne è triste ahimè! e ho letto tutti i libri.
Fuggire! laggiù fuggire! io sento uccelli ebbri
d'essere tra l'ignota schiuma e i cieli!
Niente, nè antichi giardini riflessi dagli occhi
terrà questo cuore che già si bagna nel mare
o notti! nè il cerchio deserto della mia lampada
sul vuoto foglio difeso da suo candore
nè giovane donna che allatta il suo bambino.
I partirò! Vascello che dondoli l'alberatura
l'ancora sciogli per una natura straniera!
E crede una Noia, tradita da speranze crudeli
ancora nell'ultimo addio dei fazzoletti!
E gli alberi forse, richiamo dei temporali
son quelli che un vento inclina sopra i naufraghi
sperduti, nè antenne, nè antenne, nè verdi isolotti...
Ma ascolta, o mio cuore, il canto dei marinai!
Scritta nel 1865 è una delle prime liriche di Malarmè.
Racconta il desiderio di fuga che il l poeta prova ( ma, in generale l’uomo ) quando è messo a confronto con una realtà insoddisfacente e una vita priva di senso.
Il poeta è stanco, sfiduciato e deluso delle sue esperienze… l’amore e la cultura non lo salvano : ‘’la carne’’ dice il poeta ’’ è triste, ahimè ! e ho letto tutti i libri ‘’.
E allora sorge prepotente il desiderio, anzi la volontà di fuggire, di evadere in un mondo di incontaminata purezza.
La carne è triste ahimè! e ho letto tutti i libri.
Fuggire! laggiù fuggire! io sento uccelli ebbri
d'essere tra l'ignota schiuma e i cieli!
Niente, nè antichi giardini riflessi dagli occhi
terrà questo cuore che già si bagna nel mare
o notti! nè il cerchio deserto della mia lampada
sul vuoto foglio difeso da suo candore
nè giovane donna che allatta il suo bambino.
I partirò! Vascello che dondoli l'alberatura
l'ancora sciogli per una natura straniera!
E crede una Noia, tradita da speranze crudeli
ancora nell'ultimo addio dei fazzoletti!
E gli alberi forse, richiamo dei temporali
son quelli che un vento inclina sopra i naufraghi
sperduti, nè antenne, nè antenne, nè verdi isolotti...
Ma ascolta, o mio cuore, il canto dei marinai!
Scritta nel 1865 è una delle prime liriche di Malarmè.
Racconta il desiderio di fuga che il l poeta prova ( ma, in generale l’uomo ) quando è messo a confronto con una realtà insoddisfacente e una vita priva di senso.
Il poeta è stanco, sfiduciato e deluso delle sue esperienze… l’amore e la cultura non lo salvano : ‘’la carne’’ dice il poeta ’’ è triste, ahimè ! e ho letto tutti i libri ‘’.
E allora sorge prepotente il desiderio, anzi la volontà di fuggire, di evadere in un mondo di incontaminata purezza.
Bellissimo! Questo voler fuggire.Andare, vagare, vagare, vagare in cerca di se stessi. Solo perdendosi ci si ritrova.
RispondiEliminaAttualissimo.
Saluti.
Ros
grazie
RispondiElimina...m'incanta la poesia e m'incanta dunque un luogo che ne è così pervaso. E' un piacere aver scoperto questo angolo di universo così piacevole e ricco.
RispondiEliminaGrazie Ettin per la visita
RispondiEliminaCome si chiama il quadro? E di che anno è? è di Monet vero?
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