Pubblicato nel 1978, “La storia di Tönle” conferma la capacità di Mario Rigoni Stern di narrare con immediatezza e semplicità, traendo spunto dalla propria esperienza autobiografica. Ancora una volta, al centro del racconto sono le montagne dell’altopiano d’Asiago, mondo della memoria e della natura che impronta tutta l’opera dell’autore. Tönle Bintarn è un contadino veneto, pastore e contrabbandiere. La sua storia è quella di una persona costantemente in fuga: un'odissea che, tra la fine dell'Ottocento e la Prima Guerra Mondiale, lo getta per caso nei grandi eventi della Storia. La battaglia di Tönle è quella per la sopravvivenza, la propria e quella della civiltà cui sente d’appartenere. Mentre l’impero austro – ungarico sta per cadere, la vita nelle montagne della zona è dura, scandita dalla fame, dalla povertà e dalla fatica, e il contrabbando è un mestiere come un altro; ma Tönle ha ferito una guardia della Finanza Regia, ed è costretto a fuggire. Nel suo esilio per ogni dove, guadagnandosi il pane come può, l’uomo resta legato alle proprie radici, agli odori e ai sapori della propria terra, ai colori dell’altopiano, ai prati erbosi ed alle montagne innevate. E’ il ricordo di quella vita che consente a Tönle di sopravvivere, pure alla follia della guerra che lo travolge col suo spettacolo infernale di violenza e ingiustizia. Il suo universo è la sua forza interiore. E’ il ricordo delle silenziose giornate invernali trascorse al caldo del camino con il profumo della sua pipa, il ricordo delle foglie rosse d’autunno, dei pascoli, a salvare Tönle dalla disperazione, a cancellare il ricordo di morte e distruzione e sangue persino nel campo di concentramento di Katzenau. Da qui, si vedono le montagne innevate ad ovest di Linz; da qui Tönle imboccherà la strada dei pastori, per un lungo viaggio di ritorno.
(RAI_Internazionale)
suggerito da Manù
ciao Nino! mi fa molto piacere che hai dedicato una pagina a Mario Rigoni Stern,io ne sono rimasta folgorata e quando qualcosa mi tocca,non riesco piu' a staccarmene,diventa un ossessione finche'non ne sono sazia;adesso sto'leggendo"il Bosco degli urogalli"...ieri ho guardato su you tube un documentario della battaglia di Russia,le testimonianze dei sopravvisuti ..cosi' dovrebbero insegnare la storia a scuola,magari ora lo fanno,ma quando l'hanno insegnata a me era un racconto cosi' privo di sentimenti,di emozioni e di persone in carne ed ossa che mi e' stato impossibile sentirla,capirla,come faccio ora!Sara'che sono un po' a scoppio ritardato e un po' testona e che alle cose ci devo arrivare da sola per poterle vivere!Sono stata l'anno scorso sull'altopiano di Asiago ed e' un posto meraviglioso,sono andata per visitare il Museo dei Cuchi,la collezione di fischietti in terracotta di Gianfranco Valente,bellissima!ciao
RispondiEliminaMuchos besos, guapo. Me gusta la foto
RispondiEliminaCiao Manù,
RispondiEliminaho seguito il tuo suggerimento...
A proposito, ti aspetto, se puoi su facebook,grazie di te.
Nino
Ojo de fuego ...gracias mi querido ...
RispondiEliminaestán en facebook y le gustaría continuar nuestra estrecha (amistad virtual)