sabato 12 febbraio 2011

Ungaretti … il periodo milanese (I)



Ungaretti lascia la capitale francese nel 1914 e si trasferisce in Italia dove incalzano avvenimenti drammatici : la prima guerra mondiale batte alle porte.
L’anarchismo innato e lo spirito ribelle fanno di lui un acceso interventista convinto che la guerra, quella guerra, sia inevitabile…
A Milano dove abiterà per qualche tempo presso un’affittacamere dalle parti del cimitero Monumentale e dove per vivere insegnerà francese, trascorre intere notti a passeggiare con il pittore
Carlo Carrà.
Scopre l’esistenza e la consistenza della ''nebbia'' che annulla il paesaggio e fa da sfondo alle dodici poesie milanesi pubblicate, via via sulla rivista futurista’Lacerba’’ fondata da Giovanni Papini e Ardengo Soffici nel 1913, in seguito riunite nella sezione dell’Allegria intitolata
Ultime





Dopo la nebbia
Dopo tanta
nebbia
a una
a una
si svelano
le stelle.
Respiro
il fresco
che mi lascia
il colore
del cielo






la vicinanza del cimitero richiama alla sua mente Moammed Sceab, l’amico arabo

anche le tombe sono scomparse
spazio nero infinito calato
da questo balcone
al cimitero
mi è venuto a ritrovare
il mio compagno arabo
che s’è ucciso l’altra sera
rifà giorno
tornano le tombe
appiattate nel verde tetro
delle ultime oscurità
nel verde torbido
del primo chiaro

Il ricordo di Alessandria gli detta i versi di Levante, una delle liriche più intrise di autobiografismo di questa prima fase creativa , attraversata e quasi ferita da visioni e sensazioni provate durante il viaggio per mare dall’Egitto verso l’Italia….
La linea
vaporosa muore
al lontano cerchio del cielo
Picchi di tacchi picchi di mani
e il clarino ghirigori striduli
e il mare è cenerino
trema dolce inquieto
come un piccione
A poppa emigranti soriani ballano
A prua un giovane è solo
Di sabato sera a quest’ora
Ebrei
laggiù
portano via
i loro morti
nell’imbuto di chiocciola
tentennamenti
dei vicoli
di lumi
Confusa acqua
come il chiasso di poppa che odo
dentro l’ombra
del
sonno
Alessandria, il deserto, i paesaggi dell’Africa gremiscono le poesie di Ultime ed è naturale per chi, come Ungaretti affonda le in quei luoghi le sue radici….‘’Sono nato al limite del deserto e il miraggio del deserto e il miraggio del deserto è il primo stimolo della mia poesia ….. ‘’


(I dipinti sono di Carlo Carrà)

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