venerdì 15 aprile 2011

Da ''la libertà degli antichi, paragonata a quella dei moderni ''di Benjamin Costant








La libertà individuale … ecco la vera libertà moderna. La libertà politica ne è la garanzia; la libertà politica è di conseguenza indispensabile. Ma chiedere ai popoli dei nostri giorni di sacrificare, come quelli di un tempo, tutta la libertà individuale alla libertà politica, è la via più sicura di allontanarli dall’una; e a quel punto non si tarderebbe a sottrarre loro anche l’altra.
Vedete, Signori, che le mie osservazioni non tendono affatto a sminuire il valore della libertà politica. Dai fatti che vi ho proposto non traggo le conseguenze che alcuni tragono. Di fatto che gli antichi sono stati liberi e che noi non possiamo più essere liberi come gli antichi, concludono che siamo destinati ad essere schiavi. Vorrebbero costituire il nuovo stato sociale con un piccolo numero di elementi che dicono essere i soli appropriati alla situazione del mondo attuale. Gli elementi in questione sono dei pregiudizi per spaventare gli uomini, egoismo per corromperli, frivolezze per stordirli, rozzi piaceri per degradarli, dispotismo per guidarli; e, come è ben necessario, conoscenze positive e scienze esatte per servire il dispotismo con maggiore destrezza. Sarebbe curioso che fosse questo il risultato di quaranta secoli nel corso dei quali lo spirito umano ha conquistato capacità morali e fisiche sempre maggiori: non posso pensarlo. Dalle differenze che ci distinguono dall’antichità, io traggo conseguenze completamente opposte.



Thomas_Hobbes

Benjamin Costant pronunciò il discorso sulla libertà nel 1819. La sua dicotomia fra libertà degli antichi e libertà dei moderni ha suscitato un dibattito sui rapporti fra libertà politica e civile, cittadino e stato, diritti dell’individuo e soprusi del potere che dura tuttora.
Nel discorso sono mirabilmente compendiati tutti i momenti della sua filosofia: una concezione della libertà ‘’ non edonistica ma etica’’ (Benedetto Croce) , un liberalismo idealistico ( e antiutilitario) di sapore kantiano, una conoscenza sicura della società e dell’economia moderna in cui si avverte la lezione di Adam Smith, il fascino di una sensibilità romantica unita ad una intelligenza illuministica.
Constant era convinto che nel mondo moderno grazie al commercio la guerra fosse superflua. Egli attaccò aspramente la sete di conquiste territoriali di Napoleone che considerava illiberali e non degne di una moderna organizzazione sociale e commerciale. Era l'Antica Libertà ad essere guerriera, mentre uno Stato organizzato sui principi della Libertà Moderna doveva essere pacifico in mezzo ad altre nazioni pacifiche.


Immanuel_Kant

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