sabato 6 agosto 2011

Furore (John Steinbeck)



CAMPAGNA

La strada asfaltata correva in rialzo sulla campagna brulla. Esternamente ai gradini si estendevano all'infinito due stoie di erbaccia secca aggrovigliata, ricca di barbe che si appigliavano al pelo dei cani, di aculei che appinzavano i pasturali dei cavalli, di raffii rovi roncigli che s'appiccavano alla lana delle pecore: tutta una natura morta che aspettava l'occasione propizia per nuocere in qualche modo agli esseri animati; semi armati d'ogni mezzo di offesa e di difesa immaginabile, pallottole, pugnali, rostri, artigli, paracadute; tutt'un'armeria, passiva, inerte, ma potenzialmente attiva e perniciosa.
Il sole posando sull'erbaccia la scaldava, e nel fitto del groviglio brulicavano gli insetti: le formiche proletarie, e i formiconi che tendevano trappole contro di esse, e i grilli aviatori, e gli scarabei, impellicciato o corazzati; tutti in moto, agitatissimi, solerti su esile zampe innumerevoli. E su una delle stuoie si trascinava, diretta alla strada per attraversarla, una tartaruga, fernandosi spesso e senz'alcun motivo.


''Campagna'', tratta da The Grapes of Wrath” ( “I grappoli dell’ira”), Furore nella versione italiana, è una pagina di straordinaria forza rappresentativa ma non un pezzo di bravura. Lo scrittore ferma la natura - e con essa le piccole bestie che vi brulicano - con una fedeltà che sembra quella di un obbiettivo fotografico ma soprattutto la rappresenta come una cosa viva, animata, facendocene quasi sentire il segreto respiro.
***

Furore pubblicato nel 1939, racconta la crisi sociale ed economica successiva alla crisi del '29 che produsse in America la Grande depressione .

Racconta l'odissea della famiglia Joad, una famiglia di contadini costretta dalla miseria e dalla fame a lasciare l'Oklaoma per raggiungere la lontanissima California alla ricerca angosciosa di un lavoro e di un posto dove vivere ... '' è una vera e propria esplorazione dell'inferno: l'inferno sociale e morale di un'America stremata, in cui pochissimi profittatori accumulavano sporche fortune grazie allo sfruttamento inumano e violento di masse sempre più grandi di agricoltori e mezzadri ridotti sul lastrico e in cui ogni tentativo di ribellione veniva soffocato nel sangue da un potere che la malavita andava velocemente e massicciamente sottraendo agli organi istituzionali.''...


...... ....... ......

Nessun commento:

Posta un commento