Emigrare è anche bello. È bello conoscere ed apprendere lingue nuove, sensazioni che si muovono in spazi diversi; strade , monti e boschi, fiumi e laghi.. volti ..che si aprono per diventare memoria.E ami le terre avute in dono dalla vita e le strade e le piazze e nuovi ricordi, nel tempo, affollano la mente raccontati in lingue diverse dalla tua e non ci fai caso tanto ti appartengono e sono tuoi.Conosci l’inglese, apprendi il tedesco, hai fatto nuove amicizie e ti è piaciuto. Diritti riservati
sabato 29 ottobre 2011
Walt Whitman - Sconosciuto che passi
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Sconosciuto che passi!
non sai con quanto desiderio io ti guardo,
tu devi essere colui che io cercavo,
o colei che cercavo (mi arriva come da un sogno),
certamente ho vissuto in qualche luogo
una vita di gioia con te
tutto è ricordato,
mentre passiamo l’uno vicino all’altro,
fluido, amorevole, casto, maturo,
sei cresciuto con me,
sei stato ragazzo o ragazza con me
io ho mangiato e dormito con te,
il tuo corpo è diventato qualcosa
che non appartiene soltanto a te,
né ha lasciato che il mio restasse mio soltanto,
mi hai dato il piacere dei tuoi occhi,
del tuo volto, della tua carne,
mentre io passo, tu ne prendi in cambio
dalla mia barba, dal mio petto, dalle mie mani
non devo parlarti,
devo pensarti quando seggo da solo
o veglio la notte da solo,
devo aspettarti,
non dubito che ti incontrerò ancora,
e a questo devo badare,
di non perderti.
lunedì 24 ottobre 2011
Erri de Luca - Considero valore
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Considero valore ogni forma di vita,
la neve, la fragola, la mosca.
Considero valore il regno minerale, l’assemblea delle stelle.
Considero valore il vino finchè dura il pasto,
un sorriso involontario, la stanchezza di chi non si e’ risparmiato,
due vecchi che si amano.
Considero valore quello che domani non varra’ piu’ niente,
e quello che oggi vale ancora poco.
Considero valore tutte le ferite.
Considero valore risparmiare acqua,
riparare un paio di scarpe,
tacere in tempo,
accorrere a un grido,
chiedere permesso prima di sedersi,
provare gratitudine senza ricordarsi di che.
Considero valore sapere in una stanza dov’e’ il nord,
qual’e’ il nome del vento che sta asciugando il bucato.
Considero valore il viaggio del vagabondo,
la clausura della monaca,
la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.
Considero valore l’uso del verbo amare
e l’ipotesi che esista un creatore.
Molti di questi valori non ho conosciuto.
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Considero valore ogni forma di vita,
la neve, la fragola, la mosca.
Considero valore il regno minerale, l’assemblea delle stelle.
Considero valore il vino finchè dura il pasto,
un sorriso involontario, la stanchezza di chi non si e’ risparmiato,
due vecchi che si amano.
Considero valore quello che domani non varra’ piu’ niente,
e quello che oggi vale ancora poco.
Considero valore tutte le ferite.
Considero valore risparmiare acqua,
riparare un paio di scarpe,
tacere in tempo,
accorrere a un grido,
chiedere permesso prima di sedersi,
provare gratitudine senza ricordarsi di che.
Considero valore sapere in una stanza dov’e’ il nord,
qual’e’ il nome del vento che sta asciugando il bucato.
Considero valore il viaggio del vagabondo,
la clausura della monaca,
la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.
Considero valore l’uso del verbo amare
e l’ipotesi che esista un creatore.
Molti di questi valori non ho conosciuto.
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sabato 22 ottobre 2011
venerdì 21 ottobre 2011
mercoledì 19 ottobre 2011
Andrea Zanzotto - Così siamo
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Dicevano, a Padova, "anch'io"
gli amici "l'ho conosciuto".
E c'era il romorio d'un'acqua sporca
prossima, e d'una sporca fabbrica:
stupende nel silenzio.
Perché era notte. "Anch'io
l'ho conosciuto".
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Vitalmente ho pensato
a te che ora
non sei né soggetto né oggetto
né lingua usuale né gergo
né quiete né movimento
neppure il né che negava
e che per quanto s'affondino
gli occhi miei dentro la sua cruna
mai ti nega abbastanza
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E così sia: ma io
credo con altrettanta
forza in tutto il mio nulla,
perciò non ti ho perduto
o, più ti perdo e più ti perdi,
più mi sei simile, più m'avvicini.
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felice casorati
martedì 18 ottobre 2011
venerdì 14 ottobre 2011
I barbari siamo noi
I MIGLIORI POST
Tamara_de_Lempicka_(1898-1980)
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La Manovra
(I barbari siamo noi)
I ‘’ barbari’’ sono intervenuti per salvare se stessi. Il fallimento per insolvenza – default - dello Stato italiano li riguarda ...
entrerebbero loro stessi in crisi irreversibile…
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Per salvarsi hanno preteso, ordinato l’intervento.
I barbari non hanno chiesto il rispetto degli uomini e delle donne del nostro paese
Non hanno suggerito di salvaguardare il futuro dei giovani.
No! i barbari sono barbari… pensano ai soldi, quelli che dobbiamo restituire.
No! i barbari sono barbari… pensano ai soldi, quelli che dobbiamo restituire.
Leggo che secondo alcuni le misure varate dal Governo appaiono tardive, inique, ingiuste, depressive.
Non importa … ai barbari non interessa.
Altri spiegano che la manovra deprime il ceto medio, i poveri, i giovani di ieri, di oggi e di domani…
Non riguarda l’universo dell’evasione fiscale che continuerà a viaggiare verso lidi sconosciuti (gli evasori continueranno a farla franca )
Non colpisce la corruzione e i corrotti
Non tocca i patrimoni . ( Montezemolo afferma che la manovra è iniqua e deludente e ‘’ colpisce chi vive di stipendio : sarebbe stato meglio, ha aggiunto, un’imposta una tantum sui patrimoni milionari)
.La manovra, dicono, riguarda i soliti dipendenti a reddito fisso accertabile e così, ancora una volta, i furbi la faranno franca.
Colpisce i soliti sfigati con l’aggiunta di una quota di problemi derivanti dagli enti locali che dovranno tagliare servizi essenziali… dall’assistenza sanitaria agli asili nido e non so poi.
In molti, nel Governo e dintorni hanno chiesto d'intervenire sulle pensioni … ma non avevamo già dato ?
Non pensano ai vitalizzi, ai privilegi che, al netto di alcuni spot pubblicitari ( soppressione di alcune provincie e di un migliaio di piccoli comuni...etc. ..c'è sempre un etc. ) sembrano confermanti.
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La buona notizia è che il Governo ha annunciato che non porrà la fiducia. C’è tempo per cambiare, migliorare, restituire al ceto medio e ai più poveri dignità e rispetto.
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Più di una generazione rischia di non incontrare il futuro :
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I barbari siamo noi …
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dalla mia residenza, 14 agosto 2011
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Tamara_de_Lempicka_(1898-1980)
giovedì 13 ottobre 2011
mercoledì 5 ottobre 2011
Biografia
.Giovenale Nino Sassi è nato il 18 marzo del 1947 nell’antica città medioevale di Spoleto “dove il sole filtra tra i tetti disegnando triangoli di poesia”.
Di famiglia popolana vive, fino all’età di sei anni nella “ vecchia casa ad angolo sul mondo” con la madre Maria Luisa, la sorella Luciana ed il padre Sesto, combattente partigiano (il partigiano Luciano) che muore per mali contratti durante la guerra.
Dopo la morte prematura del padre si trasferisce a Roma dagli zii Giulia e Giovenale Nino Riccardi.Cresce alla “scuola” dello zio, uomo di grande creatività che troviamo nel ristretto gruppo di lavoro del regista Alessandro Blasetti.
“La cena delle beffe, Salvator Rosa, La corona di ferro, Luisa Sanfelice, Casta Diva, Salomè …” alcune delle produzioni.
Il giovane Nino cresce nel mondo dello zio fatto di racconti e personaggi che si aprono alla memoria. All’età di dieci anni la madre , trasferitasi a Zurigo colloca Nino nei collegi salesiani di Trevi e di Terni.
Per le ristrettezze economiche lascia la scuola e, costretto a cercare un lavoro raggiunge la madre: “la valigia vecchia legata con lo spago ha preso il treno per andare a Nord”.
A Zurigo lavora, studia, frequenta la Missione Cattolica Italiana e gioca al calcio. Nel 1967 rientrato in Italia frequenta la scuola per sottufficiali dell’Esercito italiano di Viterbo.
Al termine del corso svolge la funzione di istruttore degli A.U.C. nella Scuola Allievi Ufficiali delle Trasmissioni – Cecchignola – Roma.In questo periodo tenta di completare gli studi liceali.
Presenta come privatista la maturità Terminato il servizio militare per finanziare gli studi rientra a Zurigo ma a causa della campagna contro l’inforestieramento promossa in Svizzera è costretto - ma è un momento fortunato della sua vita - a stabilirsi a Luino, sul Lago Maggiore, trovando un impiego oltre confine come lavoratore frontaliero.
La Sua sensibilità lo porta ad impegnarsi nella FILEF, Federazione Italiana Lavoratori Emigrati e Famiglie fondata dal grande scrittore Carlo Levi e da Paolo Cinanni, il giovane calebrese allievo di Cesare Pavese, con cui stabilisce una particolare amicizia: Insieme ad altri si adopera per la tutela dei diritti e della dignità dei lavoratori italiani emigrati in Svizzera e in particolare del mondo frontaliero.Anche da questa esperienza trae l'ispirazione per le sue poesie.
Nel 1974 pubblica la raccolta di poesie “Emigrante” che nel 1975 viene edita dalla Regione dell’Umbria nel n 4 dei “Quaderni” Nel 1976 rientra in Italia, Svolge la funzione di Docente nei corsi di formazione professionale. E’ responsabile territoriale, lungo gli anni ottanta e all'inizio degli anni '90, della Programmazione e dell’attuazione dei progetti formativi, della Promozione Economica e dei Progetti a Contributo Comunitario. Conclude la carriera lavorativa in un ente locale .Ama profondamente la Svizzera, Zurigo e il Canton Ticino
domenica 2 ottobre 2011
Pane
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Parla tutto straniero
qui,
le case, le strade,
le insegne dei negozi,
la gente.
Sto qui ma non capisco
e sorrido quando parlano,
mimo,
raccontando in italiano
quello che chiedo:
pane, pane.
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sabato 1 ottobre 2011
Giovanni Pascoli - ARANO
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Al campo, dove roggio nel filare
qualche pampano brilla, e dalle fratte
sembra la nebbia mattinal fumare,
arano: a lente grida, uno le lente
vacche spinge; altri semina; un ribatte
le porche con sua marra paziente;
ché il passero saputo in cor già gode,
e il tutto spia dai rami irti del moro;
e il pettirosso: nelle siepi s’ode
il suo sottil tintinno come d’oro.
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