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Arrivava il momento in cui il poeta si chiudeva la porta alle spalle, si liberava di tutti quei mantelli, orpelli e altri accessori poetici, e rimaneva in silenzio, in attesa di se stesso, davanti a un foglio di carta ancora non scritto. Perché, a dire il vero, solo questo conta.
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Il loro lavoro non è per nulla fotogenico. Una persona seduta al tavolino, o sdraiata sul divano fissa con lo sguardo immobile la parete o il soffitto, di tanto in tanto scrive sette versi, dopo un quarto d’ora ne cancella uno, e passa un’altra ora in cui non accade nulla… Quale spettatore riuscirebbe a regge un simile spettacolo?
Ho menzionato l’ispirazione. Alla domanda su cosa essa sia, ammesso che esista, i poeti contemporanei danno spesso risposte evasive. Non perché non abbiano mai sentito il beneficio di tale impulso interiore. Il motivo è un altro. Non è facile spiegare a qualcuno qualcosa che noi stessi non capiamo.
Anch’io talvolta, di fronte a questa domanda, eludo la sostanza della cosa. Ma rispondo così: l’ispirazione non è un privilegio esclusivo dei poeti e degli artisti in genere.
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C’è, c’è stato e sempre ci sarà un gruppo di individui visitati dall’ispirazione. Sono tutti quelli che coscientemente si scelgono un lavoro e lo svolgono con passione e fantasia. Ci sono medici siffatti, ci sono pedagoghi siffatti, ci sono giardinieri siffatti e ancora un centinaio di altre professioni. Il loro lavoro può costituire un’incessante avventura, se solo sanno scorgere in esso sfide sempre nuove. Malgrado le difficoltà e le sconfitte, la loro curiosità non viene meno. Da ogni nuovo problema risolto scaturisce per loro un profluvio di nuovi interrogativi. L’ispirazione, qualunque cosa sia, nasce da un incessante “non so”.
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p.15-16, Wisława Szymborska, “Il poeta e il mondo”, in Vista con granello di sabbia, poesie 1957-1993, Adelphi, Milano, 1998[…]
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Il loro lavoro non è per nulla fotogenico. Una persona seduta al tavolino, o sdraiata sul divano fissa con lo sguardo immobile la parete o il soffitto, di tanto in tanto scrive sette versi, dopo un quarto d’ora ne cancella uno, e passa un’altra ora in cui non accade nulla… Quale spettatore riuscirebbe a regge un simile spettacolo?
Ho menzionato l’ispirazione. Alla domanda su cosa essa sia, ammesso che esista, i poeti contemporanei danno spesso risposte evasive. Non perché non abbiano mai sentito il beneficio di tale impulso interiore. Il motivo è un altro. Non è facile spiegare a qualcuno qualcosa che noi stessi non capiamo.
Anch’io talvolta, di fronte a questa domanda, eludo la sostanza della cosa. Ma rispondo così: l’ispirazione non è un privilegio esclusivo dei poeti e degli artisti in genere.
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Carrà Carlo: Biografia
.C’è, c’è stato e sempre ci sarà un gruppo di individui visitati dall’ispirazione. Sono tutti quelli che coscientemente si scelgono un lavoro e lo svolgono con passione e fantasia. Ci sono medici siffatti, ci sono pedagoghi siffatti, ci sono giardinieri siffatti e ancora un centinaio di altre professioni. Il loro lavoro può costituire un’incessante avventura, se solo sanno scorgere in esso sfide sempre nuove. Malgrado le difficoltà e le sconfitte, la loro curiosità non viene meno. Da ogni nuovo problema risolto scaturisce per loro un profluvio di nuovi interrogativi. L’ispirazione, qualunque cosa sia, nasce da un incessante “non so”.
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Quindi, in sostanza, cos'è per te l'ispirazione, Nino?
RispondiElimina''Non so'' , scrive Wisława Szymborska, ed io sono daccordo con lei.
RispondiEliminaMa è nel silenzio della sera e della notte che trovo le parole... il riassunto del giorno.
E' l'amore il racconto, quello che c'è, che non c'è e lascia stanchi.