lunedì 7 maggio 2012

Antonella Anedda, da Notti di pace occidentale


 
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Aspetta che scenda la temuta notte, che scompaia
la luce del crepuscolo, e ruoti
la terra sul suo asse.
Questa è la verità di questa sera incerta
sui cespugli di acacie e sulle case
questa è la sua misura - un acro di deserto.
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Sopporta i tuoi pensieri dentro il buio
che avanzino in fitte di memoria.
Puoi schierarli fino a crinali di spavento
fissarli vacillare quando la pianura si oscura
attenderne il ritorno ora che il cane tace
e la mente si spegne
per un attimo forma senza male
anima del geranio
tesa sulla ringhiera.
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Antonella Anedda (Anedda-Angioy) è nata a Roma. Vive tra Roma e la Sardegna. Ha collaborato per varie riviste e giornali come Il Manifesto, Linea d’ombra, Nuovi Argomenti. Ha pubblicato: il libro di versi Residenze invernali(Crocetti, Milano 1992, premio Sinisgalli opera prima, Premio Diego Valeri, Tratti poetry prize);il libro di saggi Cosa sono gli anni (Fazi, 1997) il libro di traduzioni e poesie Nomi distanti (Empiria, Roma 1998, con una nota di Franco Loi). Nel settembre 1999 è uscito il volume di poesie Notti di pace occidentale, per la casa editrice Donzelli di Roma. Di prossima pubblicazione presso la Feltrinelli un libro di saggi dal titolo La luce delle cose. E’ presente in antologie italiane e straniere.
  

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