giovedì 2 maggio 2013

Federico Garcia Lorca - Canzone del ragazzo dai sette cuori e Morte di Antonito el Camborio




Copertina della prima edizione di Romancero gitano (Madrid, Revista de Occidente, 1928)
Federico del Sagrado Corazón de Jesús García Lorca


Nel 1897 Federico Garcia Lorca sposò in seconde nozze Vincenta Lorca, una maestra dalle origini umili, di undici anni più giovane, da cui il poeta dirà di avere ereditato l’intelligenza (mentre la passione dal padre); a lei sarà sempre legato da un affetto profondo, esclusivo, e a lei confiderà lo smarrimento del cuore. 


Possiedo
sette cuori.
Ma il mio non l'incontro.
In cima al monte, madre
io e il vento ci siamo scontrati.

Sette ragazze dalle mani lunghe
mi portarono sui loro specchi.
Ho cantato per il mondo
con la mia bocca dai sette petali.
Le mie galere d'amaranto
procedevano senza sartie né remi.
Ho vissuto i paesaggi
d'altre genti. I miei segreti
intorno alla mia gola,
senz'accorgermene, parevan aperti.
In cima al monte, madre
(il mio cuore sopra gli echi,
nella custodia d'una stella),
ci siamo scontrati io e il vento.
Possiedo
sette cuori.
Ma il mio non lo trovo!




Primogenito di cinque figli, Federico  cresce in una famiglia numerosa (il padre è il maggiore di nove fratelli) e affatto ordinaria, in cui la musica occupa uno spazio di primo piano: lo zio Federico è un famoso chitarrista a Parigi; un prozio, Baldomero, fa il cantastorie per i paesi della Vega; e tutt’intorno risuona la musica dei gitani, che a Fuente Vaqueros sono un terzo della popolazione. Uno di loro, Antonio Torres Heredia, è amico del padre e frequenta la casa dei Garcia Lorca: gitano dall’eleganza aristocratica, musicista raffinato, aveva insegnato alle zie a suonare la chitarra; morirà in un agguato tesogli dai suoi quattro cugini Heredias, diventando uno dei protagonisti di uno dei romances più popolari.




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