mercoledì 15 maggio 2013

SALVATORE QUASIMODO - ORA CHE SALE IL GIORNO



Giovanni Fattori

 

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Finita è la notte e la luna
si scioglie lenta nel sereno,
tramonta nei canali.
È cosí vivo settembre in questa terra
di pianura, i prati sono verdi
come nelle valli del sud a primavera.
Ho lasciato i compagni,
ho nascosto il cuore dentro le vecchie mura,
per restare solo a ricordarti.
Come sei più lontana della luna,
ora che sale il giorno
e sulle pietre batte il piede dei cavalli!
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In Quasimodo la memoria è il solo spiraglio aperto alla solitudine: ed egli vi ricorre nei momenti di grazia, quando irrimidiabilmente sente l'urto del passato - vero o inventato non importa, e se importa è solo in senso interamente poetico - nell'anima. Il suo passato di fanciullo in un paese della Sicilia ricchissimo di storia e di mito, leggendario e aperto a richiami innumerevoli di grecità, a un momento si confonde col passato stesso dei luoghi e il tempo s'abolisce in una operazione rischiosissima del cuore e dell'intelligenza; la memoria veramente è extra - temporale, non resta che un'architettura d'aria, appunto il mito.

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