lunedì 3 novembre 2008

Platone

Raffaello
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....... Ne dobbiamo dunque concludere - affermai - che poiché dio è buono, egli non è la causa di tutto, come volgarmente si dice: egli è causa di una minima parte delle cose umane, non della maggioranza ché i nostri beni sono quasi un nulla di fronte ai nostri mali: egli è soltanto la causa dei beni; ma dei mali altrove che in dio va ricercato il principio.
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(Platone, Repubblica, XVIII, 379b-d, Utet, III,Torino, 1996, pag. 351)
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Biografia
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Platone nacque ad Atene da famiglia aristocratica nel 428 a.C. Secondo Aristotele, ebbe tra i suoi maestri Cratilo, seguace di Eraclito. A vent'anni cominciò a frequentare Socrate, e ripudiò la sua precedente vocazione poetica, dando alle fiamme i suoi versi. Secondo quello che egli stesso dice nella Lettera VII (che è di fondamentale importanza per la sua biografia e per l'interpretazione della sua stessa personalità), avrebbe voluto dedicarsi alla vita politica. La morte di Socrate lo dissuase dal fare politica in patria, ma non per questo rinunciò a perseguire l'ideale di un reggimento filosofico della città. «Io vidi, egli dice, che il genere umano non sarebbe mai stato liberato dal male, se prima non fossero giunti al potere i veri filosofi o se i reggitori di Stato non fossero, per divina sorte, diventati veramente filosofi». Negli anni seguenti, si recò a Megara presso Euclide, poi in Egitto e a Cirene. Nulla sappiamo intorno a questi viaggi, dei quali egli non parla. Parla invece del viaggio che fece nell'Italia meridionale, a Taranto, dove venne a contatto con la comunità pitagorica di Archita, e a Siracusa dove strinse amicizia con Dione, parente e consigliere del tiranno Dionisio il Vecchio. Entrato in conflitto con Dionisio, fu venduto come schiavo sul mercato di Egina. Riscattato da Anniceride di Cirene, ritornò ad Atene, dove fondò nel 387 l'Accademia. La scuola di Platone, che si chiamò così perché fiorita nel ginnasio fondato da Accademo, fu organizzata sul modello delle comunità pitagoriche come un'associazione religiosa, un tìaso. Alla morte di Dionisio, Platone fu richiamato a Siracusa da Dione alla corte del nuovo tiranno Dionisio il Giovane, per guidarlo nella riforma dello Stato in conformità con il suo ideale politico. Ma l'urto fra Dionisio e Dione, che fu esiliato, rese sterile ogni tentativo di Platone. Alcuni anni dopo, Dionisio stesso lo chiamò insistentemente alla sua corte e Platone vi si recò nel 361, spinto anche dal desiderio di aiutare Dione, che era rimasto in esilio. Ma nessun accordo fu raggiunto e Platone, dopo essere stato trattenuto per un certo tempo, quasi come prigioniero, grazie all'intervento di Archita, lasciò Siracusa e ritornò ad Atene. Qui egli trascorse il resto della sua vita, dedito solo all'insegnamento. Morì a 81 anni, nel 347. Il corpus delle opere di Platone è composto dall'Apologia di Socrate, da 34 dialoghi e da 13 lettere, complessivamente 36 titoli ordinati in 9 tetralogie dal grammatico Trasillo (I sec. d. C.).

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