venerdì 12 giugno 2009

Sandro Penna


Ero per la città, fra le viuzze
dell'amato sobborgo. E m'imbattevo
in cari visi sconosciuti... E poi,
nella portineria dov'ero andato
a cercare una camera, ho trovato...
Ho trovato una cosa gentile.
La madre mi parlava dell'affitto.
lo ero ad altra riva. Il mio alloggio
era ormai in paradiso. Il paradiso
altissimo e confuso, che ci porta
a bere la cicuta...
Ma torniamo
alla portineria, a quei sinceri
modi dell'una, a quel vivo rossore...
Ma supremo fra tutto era l'odore
casto e gentile della povertà.
.
***.

Mi perdo nel quartiere popolare
tanto animato se la sera è prossima.
Sono fra gli uomini da me così
lontani: agli occhi miei meravigliosi
uomini: vivi e chiari, non valori
segnati. E tutti uguali e ignoti e nuovi.
In un angolo buio prendo il posto
che mi ha lasciato un operaio accorso
(appena in tempo) un autobus fuggente.
lo non gli ho visto il viso ma i suoi modi
svelti ho nel cuore adesso. E mi rimane
(di lui anonimo, a me dalla vita
preso) in quell'angolo buio un suo onesto
odore di animale, come il mio.
.


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