
Ero per la città, fra le viuzze 
dell'amato sobborgo. E m'imbattevo
in cari visi sconosciuti... E poi, 
nella portineria dov'ero andato
a cercare una camera, ho trovato...
Ho trovato una cosa gentile. 
La madre mi parlava dell'affitto.
lo ero ad altra riva. Il mio alloggio
era ormai in paradiso. Il paradiso 
altissimo e confuso, che ci porta 
a bere la cicuta...
Ma torniamo
alla portineria, a quei sinceri 
modi dell'una, a quel vivo rossore...
Ma supremo fra tutto era l'odore
casto e gentile della povertà. 
.
***.
Mi perdo nel quartiere popolare
tanto animato se la sera è prossima. 
Sono fra gli uomini da me così
lontani: agli occhi miei meravigliosi 
uomini: vivi e chiari, non valori 
segnati. E tutti uguali e ignoti e nuovi.
In un angolo buio prendo il posto 
che mi ha lasciato un operaio accorso
(appena in tempo) un autobus fuggente. 
lo non gli ho visto il viso ma i suoi modi
svelti ho nel cuore adesso. E mi rimane
(di lui anonimo, a me dalla vita
preso) in quell'angolo buio un suo onesto
odore di animale, come il mio. 
.

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