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lunedì 9 maggio 2016

Marco Tullio Cicerone





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[...] se è vero che tutti gli insegnamenti della filosofia fanno riferimento alla vita, ritengo di aver osservato nella mia attività pubblica e privata i precetti della ragione e della dottrina.

Se poi qualcuno chiedesse qual è il motivo che mi ha spinto a scrivere queste riflessioni solo così tardi, non c'è nulla che possa spiegare con più facilità.

Siccome languisco nell'inattività, dato che la situazione dello Stato è tale che per guidarlo non si sente più bisogno del Senato ma basta un solo "uomo forte", allora ho ritenuto che fosse necessario per il bene dello Stato stesso esporre ai miei concittadini la filosofia, perché ritengo di grande importanza per il prestigio e per la gloria di Roma che concetti così importanti e famosi figurino anche nella sua letteratura...

> De natura deorum > I, 6-7
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IPSE DIXIT…

la locuzione latina per la prima volta compare negli scritti di Marco Tullio Cicerone nel suo De Natura Deorum, quando nomina i pitagorici che erano soliti definire Pitagora usando la locuzione “Ipse dixit”, (letteralmente “l’ha detto lui”), (nessuno può discutere l’autorevolezza di Pitagora!)

mercoledì 27 aprile 2016

Marco Tullio Cicerone, De officiis, I, 64


Pollaiolo - giustizia






Tanto più uno eccelle in grandezza, tanto più vuole essere il primo o - peggio ancora - il solo. Ma è difficile poi che chi desidera sovrastare tutti rispetti l'equità, che è praticamente inseparabile dalla giustizia. Per cui avviene che non si lascia vincere né dal confronto di idee né dall'autorità del diritto e delle leggi; ed ecco sorgere allora nello Stato corruttori e faziosi per poter raggiungere la massima potenza ed essere superiori con la forza piuttosto che pari con la giustizia. Ma quanto più conservare l'equità è difficile, tanto più è apprezzabile: non v'è infatti nessuna circostanza, nella quale non si debba operare secondo giustizia. Il forte dev'essere considerato non colui che perpetra ingiustizie, ma colui che le impedisce.

Marco Tullio Cicerone
De officiis, I, 64

mercoledì 7 agosto 2013

Cicerone - L'amicizia

Vincent Van Gogh




... Nulla è più amabile della virtù, nulla c'è che inviti di più ad amare, dal momento che a causa della virtù e dell'onestà, in un certo senso, amiamo anche quelli che non abbiamo mai visto... 
(Marco Tullio Cicerone)


... Nihil est enim virtute amabilius, nihil quod magis adliciat ad diligendum,quippe cum propter virtutem et probitatem etiam eos, quos numquam vidimus,quodam modo diligamus...

domenica 24 giugno 2012

Marco Tullio Cicerone - da De Officiis


George Dmitriew
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C'è un libro sulla fine degli uomini, scritto da Dicearco, grande e facondo filosofo peripatetico, il quale elencate le altre cause, quali le inondazioni, le pestilenze, le devastazioni, perfino le improvvise invasioni di animali, di cui dimostra che hanno distrutto con la loro violenza intere stirpi umane, mette poi a riscontro quanti più uomini sono stati soppressi dalla violenza di altri uomini, cioè da guerre e sedizioni, rispetto a qualunque altra calamità naturale.

Marco Tullio Cicerone

De Officiis
II, 16

venerdì 11 maggio 2012

Marco Tullio Cicerone - l'equità è inseparabile dalla giustizia


Pollaiolo - giustizia
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Tanto più uno eccelle in grandezza, tanto più vuole essere il primo o - peggio ancora - il solo. Ma è difficile poi che chi desidera sovrastare tutti rispetti l'equità, che è praticamente inseparabile dalla giustizia. Per cui avviene che non si lascia vincere né dal confronto di idee né dall'autorità del diritto e delle leggi; ed ecco sorgere allora nello Stato corruttori e faziosi per poter raggiungere la massima potenza ed essere superiori con la forza piuttosto che pari con la giustizia. Ma quanto più conservare l'equità è difficile, tanto più è apprezzabile: non v'è infatti nessuna circostanza, nella quale non si debba operare secondo giustizia. Il forte dev'essere considerato non colui che perpetra ingiustizie, ma colui che le impedisce.

Marco Tullio Cicerone
De officiis, I, 64
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La pace  e la giustizia, Museo del Prado, Madrid