giovedì 10 settembre 2009

Umberto Saba - INVERNO



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INVERNO
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È notte, inverno rovinoso. Un poco
sollevi le tendine, e guardi. Vibrano
i tuoi capelli, selvaggi, la gioia
ti dilata improvvisa l'occhio nero;
che quello che hai veduto - era un'immagine
della fine del mondo - ti conforta
l'intimo cuore, lo fa caldo e pago.
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Un uomo si avventura per un lago
di ghiaccio, sotto una lampada storta.
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UMBERTO SABA
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Ecco come lo stesso Saba illustra la lirica: ‘’ In un inverno che doveva essere quell’anno a Trieste come un’immagine della fine del mondo, Saba vede una donna (forse la pallida sognatrice di naufragi) che, affacciata alla finestra della sua casa, solleva la tendina e si gode quella notturna visione di squallore, mentre per la via un uomo si avventura per un lago // di ghiaccio, sotto una lampada storta. ’’
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Il poeta suggestivamente collega la crudezza del rovinoso inverno all’agitazione della ‘’pallida sognatrice di naufragi’, posseduta da una cieca furia di distruzione (Vibrano // i tuoi capelli selvaggi, la gioia // ti dilata improvvisa l’occhio nero)…. l ’una e l’altra egli rende con una non comune forza di rappresentazione, nei modi di un linguaggio essenziale, denso e scavante che sfrutta a fondo la carica espressiva delle parole.

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