L’umanità ha fatto molti errori. Ma per fortuna , non si è mai sbagliata su un punto… Prima o poi si è sempre ricordata dei grandi geni della letteratura, dell’arte e della filosofia. Quelli che hanno espresso la ricchezza spirituale dell’uomo.
Emigrare è anche bello. È bello conoscere ed apprendere lingue nuove, sensazioni che si muovono in spazi diversi; strade , monti e boschi, fiumi e laghi.. volti ..che si aprono per diventare memoria.E ami le terre avute in dono dalla vita e le strade e le piazze e nuovi ricordi, nel tempo, affollano la mente raccontati in lingue diverse dalla tua e non ci fai caso tanto ti appartengono e sono tuoi.Conosci l’inglese, apprendi il tedesco, hai fatto nuove amicizie e ti è piaciuto. Diritti riservati
martedì 30 settembre 2008
Giovanni Bellini detto Giambellino
Tra il 1470 ed il 1475, probabilmente a seguito d'un viaggio nella città d'Urbino, entrò in contatto con la pittura di Piero della Francesca e successivamente, a Venezia, intraprese un dialogo con Antonello daMessina. Tale fase si concretizza nell'esecuzione di numerose pale d'altare che rinnovano radicalmente la tipologia della Sacra conversazione architettonica, approfondendo nel contempo le ricerche nel campo della prospettiva e della luce, grazie all'adozione ed al perfezionamento della tecnica a olio. Rimarchevole la "Pala di Pesaro", databile al 1474, che dall'arte di Piero deriva l'impeccabile costruzione prospettica e la complessa architettura del trono, impreziosito da inserti marmorei e bassorilievi d'ispirazione classica.Gli anni seguenti furono caratterizzati da un notevole ampliamento della bottega, dettato dalla necessità di far fronte alle crescenti richieste della committenza ed agli incarichi ufficiali. Tra le opere realizzate, l'"Estasi di San Francesco" (Collezione Frick, NewYork), la "Trasfigurazione" della Galleria Nazionale di Napoli, la "Sacra allegoria" degli Uffizi e, soprattutto, la "Pala di San Giobbe" (Accademia di Venezia), che, in un'architettura simmetrica, presenta sei maestose figure di santi al centro delle quali si dispone la Vergine col Bambino. E proprio il tema della "Madonna con il Bambino" è argomento della vasta produzione d'immagini destinate alla devozione privata di questo periodo, nelle quali Bellini dà prova di straordinaria inventiva e che trovano il loro acme nella splendida "Madonna del prato" della National Gallery di Londra.Lungi dal consacrarsi alla ripetizione delle formule che gli avevano assicurato il successo, negli ultimi anni della sua carriera Bellini seppe rinnovare la sua ispirazione ed il suo linguaggio, traendo profitto dal contatto con giovani pittori quali Giorgione e Tiziano: il "Battesimo del Cristo" della chiesa S. Corona a Vicenza, la "Pala di S. Zaccaria" e la "Pala di S. Giovanni Crisostomo" sono chiari esempi di questa influenza. A questo periodo risalgono anche importanti dipinti di soggetto profano come il "Festino degli dei"(National Gallery di Washington), commissionato da Alfonso I d'Este e rimaneggiato da Tiziano, e alcuni dei suoi più bei ritratti, come quello del Doge Leonardo Loredan (National Gallery di Londra), che rivela un'altissima qualità pittorica ed una notevole abilità mimetica.
sabato 27 settembre 2008
Il poeta
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Ho conosciuto un grande poeta,
un uomo provato dagli anni …
abbracciava un albero
- Che fai ?– gli ho chiesto. E lui –
Venivo qui con mia madre (e lui)
era un giovane alberello.
Siamo cresciuti insieme, come fratelli.
Vengo spesso qui dove il tempo finisce -
e ripreso il comando del gregge
si allontanò felice.
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venerdì 26 settembre 2008
Paul Verlaine
- Canzone d'Autunno -
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mercoledì 24 settembre 2008
Trilussa
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Appena se ne va l'urtima stella e diventa più pallida la luna c'è un Merlo che me becca una per una tutte le rose de la finestrella: s'agguatta fra li rami de la pianta, sgrulla la guazza, s'arinfresca e canta. L'antra matina scesi giù dar letto co' l'idea de vedello da vicino, e er Merlo furbo che capì el latino spalancò l'ale e se n'annò sur tetto. -- Scemo! -- je dissi -- Nun t'acchiappo mica...-- E je buttai du' pezzi de mollica. -- Nun è -- rispose er Merlo -- che nun ciabbia fiducia in te, ché invece me ne fido: lo so che nu m'infili in uno spido, lo so che nun me chiudi in una gabbia: ma sei poeta, e la paura mia è che me schiaffi in una poesia. È un pezzo che ce scocci co' li trilli! Per te, l'ucelli, fanno solo questo: chiucchiù, ciccì, pipì... Te pare onesto de facce fa la parte d'imbecilli senza capì nemmanco una parola de quello che ce sorte da la gola? Nove vorte su dieci er cinguettio che te consola e t'arillegra er core nun è pe' gnente er canto de l'amore o l'inno ar sole, o la preghiera a Dio: ma solamente la soddisfazzione d'avè fatto una bona diggestione.
La poesia secondo Paul Celan
Varia la tua chiave, varia la parola
lunedì 22 settembre 2008
Piero Chiara - La casa Zanella
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Sono nato all’ultimo piano di una vecchia casa di Luino, in via Felice Cavallotti, dentro una stanza senza riscaldamento e senza luce elettrica. Era il 23 di marzo 1913 e la primavera quell’anno doveva essere in ritardo al mio paese, perché appena nato, trovandomi freddo come una rapa, una mia zia mi riscaldò i piedi al fuoco del camino, acceso la prima volta in tutta l’invernata. Fu, quella di via felice Cavallotti, la mia prima casa, un piccolo regno, perché oltre la stanza nella quale ero nato, aveva una ventina d’altri locali su diversi piani, in gran parte vuoti o con armadi chiusi lungo le pareti. Casa Zanella, veniva chiamato dai vecchi quel palazzetto del ‘700, con l’ingresso davanti al porto e al sommo di una doppia scalea di granito rosa….
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Da Piero Chiara, La casa, la vita, in AD. Giorgio Mondadori Editore, Milano, maggio 1981.
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….la prima casa, quella che avrebbe dovuto essere l’unica, la casa di tutta la vita, resta il palazzotto sei o settecentesco di via Felice Cavallotti, dove Luino o meglio il mondo incomincia per chi viene dal lago, con la casa Zanella dalle inesplorate soffitte e dalle profonde cantine a livello del lago, dove sono rimaste care, tenaci ombre, che il vento traversa ma ancora non riesce a disperdere.
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Da Piero Chiara, Di casa in casa, la vita, in La Rotonda, Almanacco Luinese 1984. Francesco Nastro Editore, Luino.
Poeti italiani contemporanei - Angela Sias (Anais)
domenica 21 settembre 2008
Pablo Neruda - Mi piaci quando taci
Mi piaci quando taci perché sei come assente,
Poiché tutte le cose son piene della mia anima
Farfalla di sogno, rassomigli alla mia anima,
Mi piaci quando taci e sei come distante.
Lascia che ti parli pure col tuo silenzio
Sei come la notte, silenziosa e costellata.
Mi piaci quando taci perché sei come assente.
sabato 20 settembre 2008
venerdì 19 settembre 2008
Ecco le voci cadono e gli amici
giovedì 18 settembre 2008
Ai miei amici di lingua portoghese, Iveta, Pauolo Lopes, AnaMar
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In qualche luogo i sogni diventeranno realtà.
C'è un lago solitario
illuminato dalla luna per me e per te
come nessuno per noi soli.
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Lì la scura bianca vela spiegata
in un vago vento non sentito
guiderà la nostra vita-sonno
laddove le acque si fondono
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in un lido di neri alberi,
dove i boschi sconosciuti vanno incontro
al desiderio del lago di essere di più
e rendono il sogno completo.
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Là ci nasconderemo e svaniremo,
tutti vanamente al confine della luna,
sentendo che ciò di cui siamo fatti
è stato qualche volta musicale.
Ricordo di Massimo Troisi
Vittorio Sereni - Terrazza
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Improvvisa ci coglie la sera.
Più non sai
dove il lago finisca;
un murmure soltanto
sfiora la nostra vita
sotto una pensile terrazza.
Siamo tutti sospesi
a un tacito evento questa sera
entro quel raggio di torpediniera
che ci scruta poi gira se ne va.
Piero Chiara - Il caffè Clerici
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….Volle sapere qualche cosa di più sul Caffè Clerici, che le parve un’istituzione degna d’interesse. Glielo descrissi, vicino al porto, sul quale si affacciava da un portichetto, coi tavolini di ferro e i miei amici seduti intorno fin dalla mattina. Le barche che andavano e venivano, la gente che passava, il biliardo dentro al caffè, in attività tutto il giorno e il giardinetto inghiaiato sempre in ombra dietro, con le piante concimate con i fondi di caffè nelle mezze botti dipinte di verde.
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Da Piero Chiara, Il cappotto di astrakan, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1978.
mercoledì 17 settembre 2008
Rainer Maria Rilke - Lettere a un giovane poeta
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Deve scusarmi, caro egregio signore, se solo oggi, grato, ricordo la sua lettera del 24 febbraio: sono stato tutto il tempo indisposto, non proprio malato, ma oppresso da una spossatezza influenzale che mi rendeva inabile a tutto. Alla fine, non accennando il mio stato a migliorare , sono partito per questo mare del Sud il cui beneficio già una volta mi ha aiutato. Ma non sono ancora in salute, lo scrivere mi pesa, e così deve accettare queste poche righe in vece d’altro. Naturalmente sappia che ogni sua lettera sarà per me sempre una gioia, e solo abbia indulgenza quanto alla risposta, che forse la lascerà spesso a mani vuote; poiché in sostanza, è proprio nelle cose più profonde e importanti, siamo indicibilmente soli, e affinché uno possa consigliare e anzi aiutare l’altro deve accadere molto, molto deve riuscire, una intera costellazione di cose si deve realizzare perché si ottenga una volta lo scopo……
RAINER MARIA RILKE
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lunedì 15 settembre 2008
TERREMOTO
Ho sentito sussultare il pavimento.
Un’attimo …
La mente corre e racconta altri eventi ….
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Uno sciame sismico iniziato nel mese di dicembre prosegue ma, dicono, si sta esaurendo.
Sarà vero ?
L’epicentro prossimo alla città ha duramente provato le abitazioni del centro storico con crolli di grondaie, cornicioni, pianelle e coppi dai tetti.
Vivo in una zona altamente sismica ma è difficile abituarsi ai rumori della terra; un borbottio che sale, aumenta, scuote dalle fondamenta la casa, i mobili………
Ho visto il PC tremare,la scrivania sobbalzare, un libro che cade, il lampadario che si agita e la porta non si apre.
Per un attimo immagini il peggio.
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Poi tutto passa ed esci in strada, prosegui con le occupazioni perché la vita continua.
Scosse brevi, di intensità modesta - max 4,2 di magnitudo - ma ugualmente paurose, inquietanti. .
La vita prosegue, vai in banca, ritiri un fondo per le emergenze e vai…..
Vorresti andare lontano, dove non cadono i coppi o le pianelle dai tetti, dove i PC non tremano, i libri non cadono e non senti il borbottio che sale dalla terra e invade la stanza.
Un poeta spoletino, il 12 gennaio del 1896, pubblicava una lunga poesia in vernacolo.
Io me ne scappo e subbitu
(traduzione: io scappo e subito/io me ne voglio andare7 la morte del topo/ non la voglio far/ Me ne andrò in America7 in Francia o un po’ più in là7 basta che non ci trema7 dove si sta. )
Una poesia scritta nel 1896 dopo il terremoto del 20 maggio del 1895. Il poeta, saggiamente ci scherza sopra .
L’idea di partire assale ma per andare dove ? In Australia, a Sydney, dice Marisa, il sole batte 42 gradi all’ombra . Impossibile immaginare una spiaggia, i sapori dell’oceano, lo spruzzo dell’ acqua che batte lo scoglio e dimenticare il calore torrido che sale dalla terra………
Bisogna guardare al futuro. Anche questo sisma è alle spalle, …… è passato.
Una data che vorresti cancellare ma non puoi; una nota stonata che scompone lo spartito della vita ……(un terremoto) …….. quello che poteva essere e non è stato.
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Ridevo e saltavo sul letto sorpreso dal via vai dei parenti che attraversavano la stanza diretti nella camera di mio padre.
Passavano in silenzio mentre saltavo sul materasso, i volti in processione, pensosi e muti: gli zii, le zie, i cugini, i nonni.
Della notte, di quella notte ricordo il silenzio ed io che ridevo.
Mio padre era morto e non lo sapevo.
Quella notte mia madre non venne a dirmi
La nonna diceva che ero un bambino troppo vivace; che avevo il verme solitario così, quando mi sgridava pensavo al verme che avevo dentro, da qualche parte ma non si vedeva.
Da quella notte la poesia scandisce il mio tempo. Racconta, accompagnandoli, i giorni che si susseguono. Racconta della nonna, della casa appena sotto la torre .
Di quello che eravamo, noi, davanti al focolare nelle sere d’inverno; di mia madre e delle nostre migrazioni.
Per chi entra dalla piazzetta dell’erba, all’inizio di via del Trivio c’è un muro; un bastione messo per trattenere la soprastante via Cecili e il Chiostro di San Nicolo.
Autunno
da PAGINE
domenica 14 settembre 2008
Mons Ottorino Pietro Alberti : Entrano nel cuore
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giovedì 11 settembre 2008
Leggeva le poesie di leopardi
la nonna, e raccontava della luna:
che immaginavo salire lieve
fino alla nuvola d’argento che
frequentava i miei sogni.
e poi scomparire…
Immaginavo la siepe e dicevo:
‘’raccontami il mare !’’
ed io ho preso ad ascoltare il silenzio.
Genesi di una poesia - Domani o domani dopo
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(Giovenale Nino Sassi)
lunedì 8 settembre 2008
T.S. Eliot, The Rock (1934)
Where is the wisdom that we have
Lost in knowledge?
Where is the knowledge we have
Lost in information?
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Dov'è la saggezza che abbiamo
perso in conoscenza?
Dov'è la conoscenza che abbiamo
perso in informazione?
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domenica 7 settembre 2008
SANTUARIO DI NOSTRA SIGNORA DI BONARIA - CAGLIARI
CAGLIARI - Benedetto XVI riprende a pieno ritmo la sua attività pastorale con una visita di una giornata a Cagliari.Il breve viaggio ha un intento molto spirituale: terzo pontefice a visitare la Sardegna, dopo Paolo VI e Giovanni Paolo II, Ratzinger rende omaggio di persona a "Nostra Signora di Bonaria", nel santuario mariano cagliaritano, in occasione del centenario della proclamazione della Madonna come "patrona massima della Sardegna". ( ANSA)
Ho assistito alla S. Messa
Ho visitato il SANTUARIO DI NOSTRA SIGNORA DI BONARIA nel 1994 ... con una guida eccezionale: S.E. Mons Ottorino Pietro Alberti a quei tempi Arcivescovo Metropolita della città di Cagliari. Ricordo con emozione e affetto Mons. Alberti... un Padre buono che stamani ho visto concelebrare la Messa di SS Benedetto XVI .
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Lascio un pensiero ai piedi di N.S. di Buonaria
IL SANTUARIO DI NOSTRA SIGNORA DI BONARIA
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Il colle di Bonaria è situato a sud-est di Cagliari.Nel 1324 il re Alfonso di Aragona vi pose il suo accampamento per conquistare la città di Cagliari e vi fece costruire un castello fortificato e una chiesa.Nel 1335 il re fece donazione della chiesa ai frati dell'Ordine di Nostra Signora della Mercede per costruirvi un convento, che ancora abitano.L'Ordine di N.S. della Mercede fu fondato in Spagna, a Barcellona, nel 1218 da S.Pietro Nolasco per liberare i cristiani schiavi. Tanti sventurati furono così liberati e restituiti alle loro famiglie.
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In seguito l'apostolato dei Mercedari si sviluppò secondo le esigenze dei tempi ma sempre in linea col suo impegno di liberazione integrale dell'uomo dalle schiavitù fisiche e spirituali.
Anche i religiosi di Bonaria, aiutati dai volontari e benefattori dell'epoca, effettuarono varie redenzioni di schiavi. Nel 1370 un veliero partito dalla Spagna è sorpreso da una furiosa tempesta. Tutto il carico viene gettato in mare, tra cui una pesante cassa, ma appena questa tocca le acque, miracolosamente il mare si calma e torna la bonaccia.La cassa si dirige verso il porto di Bonaria, dove viene aperta dai religiosi: contiene una meravigliosa statua della Madonna, in legno di carrubo, che sorregge il bambino nella mano sinistra e nella mano destra ha una candela accesa. Subito la devozione della Madonna di Bonaria si diffonde nell'isola e nel mondo, specie tra i marinai che la invocano come loro protettrice. Per devozione alla Vergine di Bonaria i conquistadores diedero il nome alla capitale dell'Argentina: Buenos Aires.
S.Pio X, il 13 settembre 1907, proclamò la Madonna di Bonaria Patrona Massima della Sardegna.
Il Papa Paolo VI onorò con la sua presenza le celebrazioni del sesto centenario, il 24 aprile 1970.
Il Papa Giovanni Paolo II venne pellegrino a Bonaria il 20 ottobre 1985.
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La costruzione dell'imponente tempio ebbe inizio nel 1704, fu ripresa nel 1910 e terminata nel 1926. Nello stesso anno il Papa Pio XI gli conferì il titolo di Basilica Minore. Con i bombardamenti del 1943 furono distrutti gli affreschi, gli stucchi e gli ori che la adornavano.I lavori di ristrutturazione furono ripresi nel 1947 e sono stati terminati nella Pasqua del 1998.L'altare è sormontato da un grande baldacchino con quattro colonne in marmo verde; i capitelli, gli angeli e le arcate sono in rame dorato. La cappella dei Caduti con il bassorilievo della "Pietà" è opera del Montaldi. Invece la scultura del monumento ai Caduti è opera di Francesco Ciusa
Il quadro della cappella della Sacra Famiglia è del pittore napoletano Giuseppe Aprea. I quadri delle cappelle della Madonna di Fatima, dell'Assunta, dell'Ausiliatrice, del Santissimo, dell'Immacolata, del Rosario, sono opera del pittore sardo Antonio Mura. Il quadro della cappella della Madonna della Mercede è opera della pittrice Gina Baldracchini.
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http://www.bonaria.eu/
sabato 6 settembre 2008
Neruda
La fragile scrittura dell’inizio
Poeti tedeschi - J. W. Goethe
le arance d'oro splendono tra le foglie scure,
dal cielo azzurro spira un mite vento,
quieto sta il mirto e l'alloro è eccelso,
la conosci tu forse?
. Laggiù, laggiù io
andare vorrei con te, o amato mio!
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Conosci la dimora? Il tetto posa su colonne,
risplende la sala, la stanza è tutta un bagliore,
e statue marmoree mi volgono lo sguardo:
povera bambina, che cosa ti hanno fatto?
La conosci tu forse?
. Laggiù, laggiù io
andare vorrei con te, o difensore mio!
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Conosci il monte e il sentiero che tra le nubi si perde?
Il mulo cerca il suo cammino tra le nebbie,
l'antica stirpe dei draghi abita in spelonche,
precipita la rupe e, sopra, la massa di onde,
lo conosci tu forse?
. Laggiù, laggiù è la via
che noi faremo: andiamo, o padre mio!
venerdì 5 settembre 2008
Appunti
Secondo il filosofo e antropologo francese René Girard i Capri espiatori - sono finiti: o scegliamo la non violenza oppure la guerra nucleare, il terrorismo, i disastri ambientali generati dall’uomo finiranno per distruggerci’’
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‘’Immanuel Kant , il filosofo tedesco, quello della …..Critica della ragion pura, ,….conduce l'ambizioso progetto filosofico di "tradurre le dichiarazioni metafisiche dell'escatologia cristiana in una sorta di escatologia trascendentale".
‘’Per Kant l'antica profezia apocalittica di San Giovanni prefigura in simboli e immagini il limite estremo della stessa attività del pensare, delineando la struttura paradossale di un "concetto con cui, al tempo stesso, l'intelletto ci abbandona e, addirittura, ha fine ogni pensiero’’.
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Per Renè Girard ‘’ oggi la verità è esplosiva ……e i testi cristiani , in particolare i testi apocalittici si adattano in maniera impressionante alla realtà attuale ovvero alla confusione tra i cataclismi generati dalla natura e i disastri causati dagli uomini, una confusione tra il naturale e l’artificiale. ( è di queste ore l’allarme per Uragano Gustave di altri che in questa stagione si succedono sempre più violenti nel sud degli Stati Uniti)
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Trittico delle Tentazioni di sant'Antonio - Wikipedia
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Non vogliamo vedere, dice René, le nostre responsabilità nelle minacce e nelle possibilità di distruzione che pesano su di noi… non ci fa comodo…La nostra civiltà è più creatrice e potente che mai, ma anche più fragile e più minacciata poiché non dispone più della protezione del ‘’religioso arcaico’’( Il sacrificio violento di un capro espiatorio)
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Secondo Girard stiamo arrivando a un mondo in cui ci troveremo posti davanti all’alternativa cristiana. Il regno di Dio o la distruzione totale, la riconciliazione o niente.
Gli uomini cercano scappatoie per non vedere ciò che è loro imposto, per non essere pacifici, per non incontrare l’altro. Il cristianesimo, Secondo Girard , è l’unica utopia che dica la verità su questa situazione. O gli uomini la realizzeranno rinunciando alla violenza o si autodistruggeranno. Sarà la violenza assoluta oppure la pace…
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Il buffo di tutto questo è che il futuro è in mano alla mia generazione, a quella generazione che nel 1968 saliva sulle barricate per portare l’immaginazione al potere.
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hieronymus Bosch
mercoledì 3 settembre 2008
Parole e poesia
Partirò domani o domani dopo, alla ‘’deriva’’, in cerca di un refolo di vento. Pensieri incartati, deboli, raccolgono la sera: questa sera immobile
….. il sartiame non regge l’albero’’
è stato, il mio, un andare di terre in terre; un andare fatto di salite e discese , di rare ombrose pianure, deserto.
Un andare in cerca della terra che non c’è che poi è l’orizzonte dei giorni che si succedono, inarrestabili. Albe e tramonti; giorni che muoiono per risorgere sempre nuovi… bellissimi !
La bellezza !? cercare tutto ciò che è vero, che è giusto, cercare la bellezza per amare. Ecco, l’amore è la grande sfida.
Il sartiame della mia imbarcazione provato dalle tempeste non regge l’albero e la vela strappata dal vento degli oceani richiede cure.
Riprenderò il viaggio domani o domani dopo, alla ‘’deriva’’, in cerca di un refolo di vento. Userò la scassa …...andrò via con la randa e il fiocco verso l’ultimo orizzonte in cerca della terra che non c’è …ma irraggiungibile c’è …. la verità, la giustizia, la bellezza, l’amore per la gente e le cose.
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Come Ungaretti cerco la Terra promessa... un luogo irraggiungibile, sempre all'orizzonte degli anni che passano.
Per uno che crede e riesce ad attendere, la terra è davanti, oltre il deserto dei giorni, delle rare pianure, delle salite e delle discese.
E' davanti. lungo la linea dell'ultimo irraggiungibile orizzonte.
(GSN)
THOMAS STEARNS ELIOT
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LIRICA
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Se Tempo e Spazio, come i Saggi dicono,
sono cose che mai potranno essere,
il sole che non cede al mutamento
non è per nulla superiore a noi.
Così perché, Amore, dovremmo sperare
Di vivere un secolo intero?
La farfalla che vive un solo giorno
È già vissuta per l'eternità.
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I fiori che ti diedi allorchè la rugiada
Tremolava sul tralcio rampicante,
prima che l'ape volasse a suggere
la rosellina di macchia erano già appassiti.
Così affrettiamoci a coglierne ancora
Senza tristezza se poi languiranno;
i nostri giorni d'amore sono pochi:
facciamo almeno che siano divini.