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venerdì 12 aprile 2013



"Se la vostra vita quotidiana vi sembra povera, non l’accusate. Accusate invece voi stessi perché non siete abbastanza poeti da evocare la ricchezza interiore, poiché per un creatore non esistono luoghi poveri e indifferenti."
Rainer Maria Rilke
e)

mercoledì 6 febbraio 2013

Rainer Maria Rilke




Foto: Signore: è tempo. Grande era l'arsura.
Deponi l'ombra sulle meridiane,
libera il vento sopra la pianura.

Fa' che sia colmo ancora il frutto estremo;
concedi ancora un giorno di tepore,
che il frutto giunga a maturare, e spremi
nel grave vino l'ultimo sapore.

Chi non ha casa adesso, non l'avrà.
Chi è solo a lungo solo dovrà stare,
leggere nelle veglie, e lunghi fogli
scrivere, e incerto sulle vie tornare
dove nell'aria fluttuano le foglie.

Rainer Maria Rilke









 



Signore: è tempo. Grande era l'arsura.
Deponi l'ombra sulle meridiane,
libera il vento sopra la pianura.

Fa' che sia colmo ancora il frutto estremo;
concedi ancora un giorno di tepore,
che il frutto giunga a maturare, e spremi
nel grave vino l'ultimo sapore.

Chi non ha casa adesso, non l'avrà.
Chi è solo a lungo solo dovrà stare,
leggere nelle veglie, e lunghi fogli
scrivere, e incerto sulle vie tornare
dove nell'aria fluttuano le foglie.

martedì 6 novembre 2012

Rainer Maria Rilke - Lettere a un giovane poeta


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Viareggio presso Pisa (Italia)
5 aprile 1903

.Deve scusarmi, caro egregio signore, se solo oggi, grato, ricordo la sua lettera del 24 febbraio: sono stato tutto il tempo indisposto, non proprio malato, ma oppresso da una spossatezza influenzale che mi rendeva inabile a tutto. Alla fine, non accennando il mio stato a migliorare , sono partito per questo mare del Sud il cui beneficio già una volta mi ha aiutato. Ma non sono ancora in salute, lo scrivere mi pesa, e così deve accettare queste poche righe in vece d’altro. Naturalmente sappia che ogni sua lettera sarà per me sempre una gioia, e solo abbia indulgenza quanto alla risposta, che forse la lascerà spesso a mani vuote; poiché in sostanza, è proprio nelle cose più profonde e importanti, siamo indicibilmente soli, e affinché uno possa consigliare e anzi aiutare l’altro deve accadere molto, molto deve riuscire, una intera costellazione di cose si deve realizzare perché si ottenga una volta lo scopo……
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.RAINER MARIA RILKE
Lettere a un giovane poeta
Oscar Mondadori

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Tra il 1903 e il 1908 Franz Xaver Kappus, un giovane allievo dell'accademia militare di Wiener Neustadt, inviò a Rainer Maria Rilke alcune sue prove poetiche. Il corpus di poesie era accompagnato da una lettera in cui il giovane aspirante poeta si apriva come non aveva mai fatto con! nessuno. Ebbe così inizio quel carteggio che, staccato dall'epistolario di Rilke, fu pubblicato come opera a sé stante nel 1929. Dal poeta maturo scaturisce una sorta di lezione fatta di consigli stilistici e, soprattutto, di insegnamenti spirituali. Con toni accorati, Rilke espone i temi! principali della sua poetica: esorta Kappus a indagare se veramente lo scrivere sia per lui una necessità, gli indica il peso e la grandezza dell'essere artista, lo esorta alla solitudine come unico mezzo per giungere alla maturazione di sé. Tra le più belle scritte da Rilke, le dieci lettere sulla poesia raccolte in questo volume costituiscono un breviario spirituale in cui il poeta, prescindendo dal destinatario, si pone davanti ad uno specchio straniante e rivelatore che lo aiuta a definirsi e ad analizzarsi.

lunedì 12 ottobre 2009

Rainer Maria Rilke - IL MIO LIBRO

Ritratto di Rainer Maria Rilke - Wikipedia
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IL MIO LIBRO

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La sera è il mio libro. Risplende,
legato in damasco purpureo.
Su gli aurei fermagli m'indugio,
li schiudon le fresche mie dita.
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E leggo la pagina prima:
la fida sua voce mi allieta.
Sussurro quell'altra, più piano ...
La terza ?... La terza, già sogno.
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martedì 22 settembre 2009

Rainer Maria Rilke

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Il risveglio del vento
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Nel colmo della notte, a volte, accade
che si risvegli, come un bimbo, il vento.
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Solo, pian piano, vien per il sentiero
penetra nel villaggio addormentato.
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Striscia, guardingo, sino alla fontana;
poi si sofferma, tacito in ascolto.
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Pallide stan tutte le case intorno;
tutte le querce, mute.
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(Rainer Maria Rilke)

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E’ una lirica di estrema purezza rappresentativa che coglie la realtà di un villaggio riposante nel sonno della notte con una stupenda essenzialità di linee... ma, contemporaneamente, sa anche trasferirla nell’atmosfera di un lucido sogno.
Verità e fantasia suggestivamente si fondono lasciando nell’animo un senso di stupefatta sospensione
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martedì 4 novembre 2008

Il libro d'ore di Rainer Maria Rilke



Rainer Maria Rilke - Il libro d'ore (Das Stunden-Buch)
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«Sei così povero, come la forza di un seme
in una giovane ragazza, che lei nasconderebbe volentieri,
e stringe i fianchi, così da soffocare
il respiro primo di quel suo diventar madre.
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Sei povero, tu: come lo è la pioggia nella primavera
che felice cade sui tetti della città,
e come un desiderio, se un prigioniero lo alimenta
in una cella, sempre senza mondo.
O come i malati, che in un diverso modo si pongono
a giacere, e ne sono felici; come fiori tra i binari,
così tristemente poveri nel folle vento dei viaggi:
e come la mano in cui si piange – tu, così povero…»
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(p. 301)
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Rilke: Oriente e Occidente uniti dai monaci
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Due donne stanno intorno a questo libro, secondo l’interpretazione di Lorenzo Gobbi, traduttore ispirato e curatore esperto del poeta austriaco: una è Lou Von Salomé , che iniziò il poeta all’arte russa, profondamente intrisa di religiosità e misticismo. L’altra è Etty Hillesum , che percorse un cammino esistenziale simile a quello di Rainer Maria Rilke, soprattutto in quanto autrice di un unico libro, quel Diario postumo che testimonia la sua vocazione alla scrittura e ci fa pensare agli altri suoi libri non scritti per la morte prematura. Etty Hillesum fra i primi fece una giusta lettura, spirituale e vitale, di questo libro: era internata nel campo di transito di Westerbork, in attesa di essere trasferita ad Auschwitz dove sarebbe morta nel 1943, e gli unici libri che decise di mettere nel suo zaino di condannata furono proprio Il libro d’ore e Lettere a un giovane poeta, entrambi di Rilke. Da questa condizione esistenziale estrema viene il suo pieno apprezzamento, la sua totale adesione al Libro d’ore, letto come un breviario per un tempo di tragedia, e al tempo stesso come il testimone di una fratellanza. Una garanzia rassicurante, nonostante la vicinanza con la sofferenza, il dolore e la morte che avrebbe potuto annientarla, di una vita interiore alimentata dalla spiritualità, e di un infinito in comunione con essa, comunque luminosi. Se Hillesum ne fu interprete postuma (Rilke, che era nato nel 1875, morì nel 1926), l’altra presenza femminile, quella di Lou Andreas-Salomé, rappresentò invece una diretta, positiva influenza per la stesura del Libro d’ore. Fu lei, maggiore del poeta di quindici anni, a iniziarlo alla religiosità russa, autentica miniera di spiritualità, scoperta continua e ammirazione per il poeta ancora in formazione. In seguito ai viaggi in Russia compiuti con Lou nel 1899 e nel 1900, Rilke elaborò la struttura e il contenuto, magmatico e insieme visionario, del suo Libro d’ore, il cui protagonista è un giovane monaco russo, alter ego 'orientale' del poeta, che esprime la sua preghiera dipingendo icone, e che passa attraverso le esperienze della vita monastica, poi del pellegrinaggio, e infine della contemplazione della povertà e della morte, come un Francesco dei tempi moderni. In altrettanti grandi capitoli si divide il libro, ciascuno collegato agli altri eppure quasi autonomo, primo capolavoro del poeta austriaco che, composto fra il 1899 e il 1903, lo portò alla fama e al successo letterario. Il Libro d’ore infatti segna una svolta nella poetica di Rilke: abbandonato un neoromanticismo di maniera, il giovane poeta tenta una sfida alle possibilità espressive della poesia, che proprio come nella pittura delle icone ne mette alla prova l’ampia estensione cromatica, la capacità di illuminare la realtà attraverso le sue immagini. L’intero libro è la ricerca incessante di un Dio che sfiora le cose di ogni giorno, che rende pulsante la mente oltre al cuore, ma che è anche Figlio e non solo Padre, e che attende di essere a sua volta salvato, riportato nel mondo proprio dalla fede umana. Un tema sentito profondamente dal poeta, come testimonia la stesura quasi di getto del 'Libro della vita monastica', subito dopo il primo viaggio in Russia: Rilke attinge alla propria esperienza e la rende universale, raggiungendo una spiritualità che fonde Oriente e Occidente, come a costruire una sorta di nuova poesia universale, in grado di comunicare all’anima il più possibile senza mediazioni.
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