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sabato 17 agosto 2013

Arthur Rimbaud - Alba




Foto: Ho abbracciato l'alba d'estate. Niente si muoveva ancora nel fronte dei palazzi. L'acqua era morta. I campi d'ombra non lasciavano la strada dei boschi. Ho camminato, risvegliando gli aliti vivi e tiepidi, e le pietre guardarono, e le ali si alzarono senza rumore. La prima impresa fu, nel sentiero già pieno di freschi e pallidi chiarori, un fiore che mi disse il suo nome.Risi al wasserfall biondo che si svincolò attraverso gli abeti: dalla cima argentata riconobbi la dea.Allora alzai uno ad uno i veli. Nel sentiero, agitando le braccia. Per la piana, dove l'ho denunciata al gallo. Nella città fuggiva tra i campanili e i duomi, e correndo come un mendicante sui sagrati di marmo, la cacciavo.In cima alla strada, vicino a un bosco di alloro, l'ho attorniata coi suoi veli ammassati, e ho sentito un po' il suo immenso corpo. L'alba e il bambino caddero giù dal bosco.Al risveglio era mezzodì.
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(Arthur Rimbaud)
Vincent Van Gogh

Arthur Rimbaud - Alba


Ho abbracciato l'alba d'estate. Niente si muoveva ancora nel fronte dei palazzi. L'acqua era morta. I campi d'ombra non lasciavano la strada dei boschi. Ho camminato, risvegliando gli aliti vivi e tiepidi, e le pietre guardarono, e le ali si alzarono senza rumore. La prima impresa fu, nel sentiero già pieno di freschi e pallidi chiarori, un fiore che mi disse il suo nome.Risi al wasserfall biondo che si svincolò attraverso gli abeti: dalla cima argentata riconobbi la dea.Allora alzai uno ad uno i veli. Nel sentiero, agitando le braccia. Per la piana, dove l'ho denunciata al gallo. Nella città fuggiva tra i campanili e i duomi, e correndo come un mendicante sui sagrati di marmo, la cacciavo.In cima alla strada, vicino a un bosco di alloro, l'ho attorniata coi suoi veli ammassati, e ho sentito un po' il suo immenso corpo. L'alba e il bambino caddero giù dal bosco.Al risveglio era mezzodì.
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(Arthur Rimbaud)



mercoledì 30 settembre 2009

Artur Rimbaud

Vincent van Gogh - Wikipedia
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SENSAZIONE
(sensation)
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Nelle estive sere blu, tra i sentieri io andrò
pizzicato dal grano, a pestar l’erba minuta:
sognatore, sentirò il suo fresco ai miei piedi,
e lascerò che il vento bagni la mia testa nuda.
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Io non parlerò, io non penserò a niente:
ma dentro di me crescerà l’infinito amore,
e andrò lontano, molto lontano, vagabondo,
nella Natura, - fiorente come una donna.

giovedì 2 luglio 2009

Arthur Rimbaud - LA MIA BOHÈME (Fantasia)

Me ne andavo, i pugni nelle tasche sfondate;
Anche il mio cappotto diventava ideale;
Andavo sotto il cielo, Musa! ed ero il tuo fedele;
Oh! quanti amori assurdi ho sognato
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I miei unici pantaloni avevevano un largo squarcio.
Pollicino sognatore, nella mia corsa sgranavo
Rime. La mia locanda era sull'Orsa Maggiore.
- Nel cielo le mie stelle facevano un dolce fru-fru.
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Le ascoltavo, seduto sul ciglio delle strade,
In quelle belle sere di settembre in cui sentivo gocce
Di rugiada sulla fronte, come un vino vigoroso;
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Oppure, rimando in mezzo a fantastiche ombre,
Come lire tiravo gli elastici

Delle mie scarpe ferite, un piede vicino al cuore..

Carl Spitzweg - Wikipedia

sabato 30 maggio 2009

Arthur Rimbaud, Alba

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J'ai embrassé l'aube d'été.Rien ne bougeait encore au front des palais. L'eau était morte. Les camps d'ombres ne quittaient pas la route du bois. J'ai marché, réveillant les haleines vives et tièdes, et les pierreries regardèrent, et les ailes se levèrent sans bruit.La première entreprise fut, dans le sentier déjà empli de frais et blêmes éclats, une fleur qui me dit son nom.Je ris au wasserfall blond qui s'échevela à travers les sapins: à la cime argentée je reconnus la déesse.Alors je levai un à un les voiles. Dans l'allée, en agitant les bras. Par la plaine, où je l'ai dénoncée au coq. A la grand'ville elle fuyait parmi les clochers et les dômes, et courant comme un mendiant sur les quais de marbre, je la chassais.En haut de la route, près d'un bois de lauriers, je l'ai entourée avec ses voiles amassés, et j'ai senti un peu son immense corps. L'aube et l'enfant tombèrent au bas du bois.Au réveil il était midi.

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Ho abbracciato l'alba d'estate.Niente si muoveva ancora nel fronte dei palazzi. L'acqua era morta. I campi d'ombra non lasciavano la strada dei boschi. Ho camminato, risvegliando gli aliti vivi e tiepidi, e le pietre guardarono, e le ali si alzarono senza rumore.La prima impresa fu, nel sentiero già pieno di freschi e pallidi chiarori, un fiore che mi disse il suo nome.Risi al wasserfall biondo che si svincolò attraverso gli abeti: dalla cima argentata riconobbi la dea.Allora alzai uno ad uno i veli. Nel sentiero, agitando le braccia. Per la piana, dove l'ho denunciata al gallo. Nella città fuggiva tra i campanili e i duomi, e correndo come un mendicante sui sagrati di marmo, la cacciavo.In cima alla strada, vicino a un bosco di alloro, l'ho attorniata coi suoi veli ammassati, e ho sentito un po' il suo immenso corpo. L'alba e il bambino caddero giù dal bosco.Al risveglio era mezzodì.

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(Arthur Rimbaud)

domenica 25 gennaio 2009

Arthur Rimbaud

da Infanzia (III)
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Nel bosco c'è un uccello, il suo canto vi ferma e vi
fa arrossire.
C'è un orologio che non suona.
C'è un botro con un nido di bestie bianche.
Ce una cattedrale che scende e un lago che sale.
C'è una carrozzina abbandonata nel bosco,
o che scende per il sentiero correndo,
infiocchettata.
C'è una comitiva di Piccoli commedianti in costume,
intravisti sulla strada attraverso il margine del bosco. -
C'è infine, quando si ha fame e sete,
qualcuno che vi scaccia.


giovedì 13 novembre 2008

Arthur Rimbaud


OPERAI
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O quella calda mattina di febbraio! Il Sud
inopportuno venne a riportare a galla i nostri ricordi
d'indigenti assurdi, la nostra giovine miseria.
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Henrika aveva una gonna di, cotone a quadretti
bianchi e bruni, che dovette esser portata nel secolo
scorso, una cuffia a nastri e un fazzoletto di seta. Ciò
era assai più triste d'un lutto. Facevamo un giro alla
periferia della città. Il tempo era coperto, e quel vento
del Sud eccitava tutti i cattivi odori dei giardini
devastati e dei prati disseccati.
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Ciò non doveva stancare la mia donna quanto me.
In una pozzanghera lasciata dall'inondazione dei
mese precedente in un sentiero alquanto alto, ella mi
fece notare dei piccolissimi pesci.
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La città, coi suo fumo e i suoi rumori di mestieri, ci
seguiva lontanissimo pci sentieri. O l'altro mondo,
l'abitazione benedetta dal cielo, e le ombre! Il Sud mi
ricordava i miserabili incidenti della mia infanzia, le
mie disperazioni d'estate, l'orribile quantità di forza e
di scienza che la sorte ha sempre allontanato da me.
No! non passeremo l'estate in questo avaro paese,
dove non saremo mai altro che orfani fidanzati.
Voglio che questo braccio indurito Più non trascini
una cara immagine.
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lunedì 30 giugno 2008

Arthur Rimbaud - Sensazioni



Nelle azzurre sere d'estate, andrò per i sentieri,
punzecchiato dal grano, a pestar l'erba tenera:
trasognato sentirò la frescura sotto i piedi
e lascerò che il vento mi bagni il capo nudo.

Io non parlerò, non penserò più a nulla:
ma l'amore infinito mi salirà nell'anima,
e me ne andrò lontano, molto lontano come uno zingaro,
nella Natura, lieto come con una donna.