Nelle estive sere blu, tra i sentieri io andrò
pizzicato dal grano, a pestar l’erba minuta:
sognatore, sentirò il suo fresco ai miei piedi,
e lascerò che il vento bagni la mia testa nuda.
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Io non parlerò, io non penserò a niente:
ma dentro di me crescerà l’infinito amore,
e andrò lontano, molto lontano, vagabondo,
nella Natura, - fiorente come una donna.
Emigrare è anche bello. È bello conoscere ed apprendere lingue nuove, sensazioni che si muovono in spazi diversi; strade , monti e boschi, fiumi e laghi.. volti ..che si aprono per diventare memoria.E ami le terre avute in dono dalla vita e le strade e le piazze e nuovi ricordi, nel tempo, affollano la mente raccontati in lingue diverse dalla tua e non ci fai caso tanto ti appartengono e sono tuoi.Conosci l’inglese, apprendi il tedesco, hai fatto nuove amicizie e ti è piaciuto. Diritti riservati
mercoledì 30 settembre 2009
Artur Rimbaud
lunedì 28 settembre 2009
1888 - La casa gialla venne presa in affitto da Van Gogh ad Arles, in attesa dell'arrivo di Gauguin, con la speranza che essa potesse trasformarsi nello '' studio del sud'', la sede di una comunità di pittori avanguardisti.
Il quadro è una sorta di sinfonia gialla, il colore più amato da Van Gogh in questo periodo, simbolo della solarità del meridione francese.
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domenica 27 settembre 2009
T.S. Eliot - Assassinio nella cattedrale
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(L’INNO DEL TE DEUM GREGORIANO, ALTERNATO CON QUELLO POLIFONICO, TUTTI E DUE IN LATINO, - I DUE CORI SI MUOVONO DAI RISPETTIVI LUOGHI DEPUTATI, PROCESSIONALMENTE).
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Noi Ti lodiamo, per la Tua gloria, Signore, dispiegata nelle tue creature su tutta la terra.
Nella neve, Nella pioggia, Nel vento, Nella tempesta,in tutte le creature.
Nei cacciatori, come nelle prede che sono cacciate: ché tutte le cose esistono soltanto come viste da Te. Solo, come da Te conosciuto. Tutte le cose esistono nella tua luce soltanto.
La tua gloria è dichiarata, anche da ciò che ti nega;la tenebra stessa dichiara la gloria della Tua luce.
Coloro che ti negano, non potrebbero difatti negarti,se Tu veramente non esistessi.
E la loro negazione non può non avere consistenza ché, se così fosse, essi stessi non potrebbero aver esistenza.
Essi, vivendo, ti affermano: tutte le cose viventi, Ti affermano.
L’uccello nell’aria: falco e fringuello. L’animale sulla terra: lupo ed agnello. Il verme nel sottosuolo, ed anche il verme nel ventre.
Perciò l’uomo, che Tu hai creato. Per esser cosciente di Te. Deve con coscienza lodarti.
Nel pensiero, nell’opera, e nella parola. Anche con la mano alla scopa. Anche piegando la schiena per accender il fuoco. Anche piegando i ginocchio per spazzare la casa.
Noi, le donne di Canterbury, che strofinano e spazzano.
La schiena piegata nella fatica. Il ginocchio piegato sotto il peccato. Le mani sul volto, sotto il timore,la testa piegata sotto i dolore.
Ti lodano in noi, le voci delle stagioni. Il soffiar dell’inverno. Il canto di primavera. Il ronzio dell’estate. Le voci degli animali. Le voci degli uccelli tutti, ti lodano in noi.
Noi ti ringraziamo per le Tue Misericordie di sangue. Per la tua redenzione di sangue.
Perché il sangue dei Tuoi martiri e santi. Arricchirà sempre la terra. Creando altri luoghi santi ancora. Perché dove un santo ha abitato, dove un martire ha dato il suo sangue, per il sangue di Cristo.
Là. il luogo è santo, e la santità non si partirà mai di là.
Se pure degli eserciti sarà calpestato, se pure verranno, con le guide, a visitarlo, i turisti!
Da dove i mari dell’Ovest rodono la costa di Iona. Sin dove si muore in pieno deserto.
Sin dove si prega nei luoghi obliati presso la rotta colonna imperiale. Da quel suolo scaturisce, per sempre, ciò che rinnova la terra.
Se pure, per sempre, si rinneghi la fede. Per ciò, noi ti ringraziamo, o Dio, che, a Cantebury, hai dato una benedizione totale.
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Tra il Cantico delle creature di San Francesco di Assisi e questo moderno cantico di T.S. Eliot corrono oltre settecento anni. Al posto della ingenua e fresca immediatezza del componimento del poverello di Assisi in Eliot troviamo un contenuto più sofferto, scavato nel pensiero, che si nutre di razionalità e tende a dimostrare la necessità di onorare Dio più che come un bisogno del cuore come un'esigenza della mente.
sabato 26 settembre 2009
Jacques Prévert - Profondo rosso
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John Donne - MEDITAZIONE XVII
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Nessun uomo è un'isola,
completo in se stesso;
ogni uomo è un pezzo del continente,
una parte del tutto.
Se anche solo una zolla
venisse lavata via dal mare,
l'Europa ne sarebbe diminuita,
come se le mancasse un promontorio,
come se venisse a mancare
una dimora di amici tuoi,
o la tua stessa casa.
La morte di qualsiasi uomo mi sminuisce,
perché io sono parte dell'umanità.
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E dunque non chiedere mai
per chi suona la campana:
essa suona per te.
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venerdì 25 settembre 2009
Giovenale Nino Sassi - Se potessi
cambierei l’inverno in una calda estate
e
farei
della gente e delle cose
l’espressione più vera;
ma
basterebbe
che fossi tu la mia estate
semplicemente tu
per vivere l’inverno.
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giovedì 24 settembre 2009
José Hierro Real
Le strade non portano
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José Hierro
José Hierro - Wikipedia
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Yosano Akiko - Barca abbandonata
Sulla spiaggia, abbandonata,
una barca - piena d'acqua
dove, bianco, si riflette
questo cielo di primo autunno.
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mercoledì 23 settembre 2009
ANSA - AFGHANISTAN: NUOVO ATTACCO A ITALIANI, FERITO UN PARA'
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Un commento alla notizia da i migliori post...
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Sebastiano del Piombo
La rivincita di Sebastiano del Piombo - Il Sole 24 ORE
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Il poeta passa, con occhi dilatati di stupore e d'angoscia tra le macerie di un villaggio distrutto dalla guerra. Dei soldati, degli amici, dei compagni di rischio neppure una traccia..... la guerra li ha come cancellati.
Ma il poeta tutti li ricorda e per ognuno di essi il suo cuore ha una ferita e una croce..... nel suo cuore appunto la guerra ha lasciato i segni più atroci.
Le sue lacrime sono perciò lacrime pietrificate... tra l'una e l'altra c'è come il vuoto di un singhiozzo represso.
martedì 22 settembre 2009
Rainer Maria Rilke
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Solo, pian piano, vien per il sentiero
penetra nel villaggio addormentato.
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Striscia, guardingo, sino alla fontana;
poi si sofferma, tacito in ascolto.
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Pallide stan tutte le case intorno;
tutte le querce, mute.
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(Rainer Maria Rilke)
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E’ una lirica di estrema purezza rappresentativa che coglie la realtà di un villaggio riposante nel sonno della notte con una stupenda essenzialità di linee... ma, contemporaneamente, sa anche trasferirla nell’atmosfera di un lucido sogno.
Verità e fantasia suggestivamente si fondono lasciando nell’animo un senso di stupefatta sospensione.
Gabriela Mistral - NINNA NANNA
NINNA NANNA
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Il mare le sue mille onde
culla divino;
odo i mari innamorati
mentre cullo il mio piccino.
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L’errabondo vento, a notte,
culla le spighe;
odo i venti innamorati
mentre cullo il mio piccino.
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Iddio Padre i mille mondi
culla senza un brusio.
Sento il gesto suo nell’ombra
mentre cullo il bimbo mio.
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E’ una gentile, poetica poesia che esalta l’amore materno. Tanto forte e ricco è lo slancio del sentimento della madre che culla il suo bimbo che ella non esita ad associarsi a tutto il creato: le pare che con lei cullino la sua creatura anche il mare con le sue mille onde, i venti che piegano le spighe del grano e lo stesso Iddio che regge i mondi celesti.
lunedì 21 settembre 2009
Silenzio
ROMA, Basilica di San Paolo fuori delle mura
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Il Silenzio
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Giuseppe Ungaretti
.Conosco una città / che ogni giorno s’empie di sole / e tutto è rapito in quel momento /Me ne sono andato una sera / Nel cuore durava il limio / delle cicale / Dal bastimento / verniciato di bianco / ho visto / la mia città sparire / lasciando / un poco / un abbraccio di lumi nell’aria torbida / sospesi.
domenica 20 settembre 2009
Terremoto dell'Aquila - Beatrice.... Ancora!!! L'Appennino non smette di tremare
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Secondo l'Istituto nazionale di geofisica la scossa di terremoto di magnitudo 4,6 registrata alle 5:50 in provincia di Macerata, con epicentro fra i comuni di Montefano, Appignano e Santa Maria Nuova, era ad una profondita' di 37,7 chilometri. La profondita' e' il motivo per cui e' stata avvertita distintamente dalla popolazione.
Tanta paura, ma nessun danno
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.14 gennaio 1703 -- Marche -- Distrutto quasi del tutto il paese di Avendita nel quale sopravvissero solo 29 abitanti, ed anche il Castello Innocente. Ad Ascoli Piceno il terremoto fu molto intenso ma non causò danni: per lo scampato pericolo fu eretto il Tempietto di Sant'Emidio alle Grotte. Ci furono migliaia di morti.
.2 febbraio 1703 -- L'Aquila, Abruzzo -- 6.7 RichterXI Mercalli -- Gravi danni anche a Paganica e nella bassa Umbria --- Circa 6 - 7000 morti --dettagli.
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Terremoto dell'Aquila - 6 aprile 2009.
Terremoto di Avezzano - 13 gennaio 1915
Risultati illustrati per giacomo manzù
Amare...
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venerdì 18 settembre 2009
Kabul, 17 settembre 2009
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Si sta come
Basta un colpo di vento e la foglia cade … cosi come basta un colpo di fucile per uccidere il soldato.
Kabul,17 settembre 2009
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Sei giovani soldati, il meglio della gioventù del nostro paese, hanno perso la vita li, ‘’dove il mondo finisce’’.
Giovani caduti come foglie in autunno , ''dove la storia riavvolge i giorni''.
Un boato assurdo, irrazionale e tutto finisce.
I soldati sanno che il loro futuro e già scritto eppure vanno incontro ...conoscono il non senso, il buio, il terrore ….. l’incertezza dell’attesa.
Sanno che potrebbero non tornare ed ogni partenza è un esilio, ogni arrivo un traguardo.
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giovedì 17 settembre 2009
Nadia Amjuman - poetessa afgana
Salvatore Quasimodo - quasi un madrigale
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Il girasole piega a occidente
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Non ho più ricordi, non voglio ricordare;
mercoledì 16 settembre 2009
William Shakespeare
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Se non restasse l’essenza dell’estate,
martedì 15 settembre 2009
Emigrare è un po’ morire
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Muori alla terra che stai lasciando, alla madre che ti ha visto crescere, all’ambiente che ti ha formato, alla sposa…... Perdi l’orizzonte che hai conosciuto, i monti e le strade, le tue strade…
Emigrare è anche bello. È bello conoscere ed apprendere lingue nuove, sensazioni che si muovono in spazi diversi; strade , monti e boschi, fiumi e laghi…. volti ….che si aprono per diventano memoria.
E ami le terre avute in dono dalla vita e le strade e le piazze e nuovi ricordi, nel tempo, affollano la mente raccontati in lingue diverse dalla tua e non ci fai caso tanto ti appartengono e sono tuoi. Conosci l’inglese, apprendi il tedesco, hai fatto nuove amicizie e ti è piaciuto. Il lavoro va bene, guadagni bene e sei un giovane in grado di cogliere tutte le opportunità che si presentano … hai lasciato gli argini del borgo antico che ti ha generato … quasi dimenticato i volti e le armonie che quei volti racchiudevano.
Non per tutti e così… .
Alto Commissario Onu: violati i diritti umani dei migranti
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Navi Pillay denuncia le violazioni delle convenzioni internazionali in materia
I respingimenti in mare dei migranti, "abbandonati e respinti senza verificare in modo adeguato se stanno fuggendo da persecuzioni", violano il diritto internazionale.
È l'accusa di Navi Pillay, Alto Commissario Onu per i diritti umani, che segue quelle lanciate nei mesi scorsi dall'Unhcr.
La Pillay sostiene che "la pratica della detenzione dei migranti irregolari, della loro criminalizzazione e dei maltrattamenti nel contesto dei controlli delle frontiere deve cessare"Nel suo discorso per l'apertura della 12° sessione del Consiglio per i diritti umani parla delle morti in mare dei migranti e delle "sofferenze di quelli che vengono abbandonati al largo delle coste della Libia, di Malta e dell'Italia", ricordando il barcone di eritrei naufragato lo scorso agosto e citando anche altri episodi, avvenuti nel Golfo di Aden, nei Carabi e nell'Oceano indiano.
Secondo l'Onu oggi le navi che attraversano il Mediterraneo ignorano le suppliche d'aiuto provenienti dalle imbarcazioni in difficoltà, dando per scontato che trasportino migranti, e in molti casi le autorità fanno lo stesso lasciando queste persone in balia di stenti e pericoli "come se stessero respingendo barche cariche di rifiuti pericolosi".
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La nave dei folli (Bosch e Delacroix)
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lunedì 14 settembre 2009
Friedrich Hölderlin - Metà della vita
Il mezzo della vita è per l’uomo quello che per l’estate è l’anno; la stagione colma, in cui le facoltà fisiche e spirituali raggiungono il culmine dello sviluppo; è un punto oltre il quale non c’è più accrescimento e su cui già incombe l’ombra della vecchiaia, come sulla doviziosa calda estate grava il preannuncio del freddo desolato inverno.
E’ un componimento bellissimo, di rara purezza lirica, che fonda paesaggio, sentimento e simbolo in un tutto unico di grande organicità e con un senso altissimo di poesia.
Stupendo è l’inizio ( Si curva con pere dorate // e folto di rose selvagge // il paese nel lago), densa e scabra la seconda parte ( Muti e gelidi stanno // i muri), interessante la suggestiva densa notazione finale (al vento stridono banderole).
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Si curva con pere dorate
e folto di rose selvagge
il paese del lago;
e voi cigni beati
ed ebri di baci
tuffate voi il capo
nell’acqua limpida e sacra.
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Ma quando viene l’inverno,
dove trovo i fiori e dove
il lume del sole
e l’ombra della terra?
Muti e gelidi stanno
I muri, al vento
stridono banderuole.
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Riprendiamo il cammino
Hieronymus Bosch - Wikipedia
Risultati illustrati per Jheronimus Bosch
sabato 12 settembre 2009
venerdì 11 settembre 2009
Federico García Lorca - La brezza
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Il poeta coglie la brezza nel suo duplice aspetto di movimento e di suono… come cosa viva, la paragona, con una immagine assai originale e suggestiva, ai lunghi capelli ondulati delle fanciulle…come suono al sussurro dell’acqua sui ciottoli dei ruscelli.
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La brezza
è ondulata
come i capelli
di certe fanciulle
come le venature
di certi vecchi marmi.
La brezza
sussurra come l'acqua
e si spande
- come un balsamo bianco –
negli àlvei dei torrenti
e sviene
all'urtare contro il duro
della montagna.
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Federico García Lorca
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giovedì 10 settembre 2009
Umberto Saba - INVERNO
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INVERNO
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È notte, inverno rovinoso. Un poco
sollevi le tendine, e guardi. Vibrano
i tuoi capelli, selvaggi, la gioia
ti dilata improvvisa l'occhio nero;
che quello che hai veduto - era un'immagine
della fine del mondo - ti conforta
l'intimo cuore, lo fa caldo e pago.
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Un uomo si avventura per un lago
di ghiaccio, sotto una lampada storta.
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UMBERTO SABA
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Ecco come lo stesso Saba illustra la lirica: ‘’ In un inverno che doveva essere quell’anno a Trieste come un’immagine della fine del mondo, Saba vede una donna (forse la pallida sognatrice di naufragi) che, affacciata alla finestra della sua casa, solleva la tendina e si gode quella notturna visione di squallore, mentre per la via un uomo si avventura per un lago // di ghiaccio, sotto una lampada storta. ’’
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Il poeta suggestivamente collega la crudezza del rovinoso inverno all’agitazione della ‘’pallida sognatrice di naufragi’, posseduta da una cieca furia di distruzione (Vibrano // i tuoi capelli selvaggi, la gioia // ti dilata improvvisa l’occhio nero)…. l ’una e l’altra egli rende con una non comune forza di rappresentazione, nei modi di un linguaggio essenziale, denso e scavante che sfrutta a fondo la carica espressiva delle parole.
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