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sabato 27 settembre 2008

Il poeta




Cézanne
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Ho conosciuto un grande poeta, 
un uomo provato dagli anni …
abbracciava un albero
- Che fai ?– gli ho chiesto. E lui –
Venivo qui con mia madre (e lui)
era un giovane alberello. 
Siamo cresciuti insieme, come fratelli. 
Vengo spesso qui dove il tempo finisce -
e ripreso il comando del gregge 
si allontanò felice.
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mercoledì 3 settembre 2008

Parole e poesia

Cézanne

Domani o domani dopo
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Partirò domani o domani dopo, alla ‘’deriva’’, in cerca di un refolo di vento. Pensieri incartati, deboli, raccolgono la sera: questa sera immobile
….. il sartiame non regge l’albero’’
è stato, il mio, un andare di terre in terre; un andare fatto di salite e discese , di rare ombrose pianure, deserto.
Un andare in cerca della terra che non c’è che poi è l’orizzonte dei giorni che si succedono, inarrestabili. Albe e tramonti; giorni che muoiono per risorgere sempre nuovi… bellissimi !
La bellezza !? cercare tutto ciò che è vero, che è giusto, cercare la bellezza per amare. Ecco, l’amore è la grande sfida.
Il sartiame della mia imbarcazione provato dalle tempeste non regge l’albero e la vela strappata dal vento degli oceani richiede cure.
Riprenderò il viaggio domani o domani dopo, alla ‘’deriva’’, in cerca di un refolo di vento. Userò la scassa …...andrò via con la randa e il fiocco verso l’ultimo orizzonte in cerca della terra che non c’è …ma irraggiungibile c’è …. la verità, la giustizia, la bellezza, l’amore per la gente e le cose.
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Come Ungaretti cerco la Terra promessa... un luogo irraggiungibile, sempre all'orizzonte degli anni che passano.
Per uno che crede e riesce ad attendere, la terra è davanti, oltre il deserto dei giorni, delle rare pianure, delle salite e delle discese.
E' davanti. lungo la linea dell'ultimo irraggiungibile orizzonte.

(GSN)
Cézanne
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THOMAS STEARNS ELIOT
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LIRICA
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Se Tempo e Spazio, come i Saggi dicono,
sono cose che mai potranno essere,
il sole che non cede al mutamento
non è per nulla superiore a noi.
Così perché, Amore, dovremmo sperare
Di vivere un secolo intero?
La farfalla che vive un solo giorno
È già vissuta per l'eternità.
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I fiori che ti diedi allorchè la rugiada
Tremolava sul tralcio rampicante,
prima che l'ape volasse a suggere
la rosellina di macchia erano già appassiti.
Così affrettiamoci a coglierne ancora
Senza tristezza se poi languiranno;
i nostri giorni d'amore sono pochi:
facciamo almeno che siano divini.


giovedì 22 maggio 2008

Nè rose, nè aurore



Nè rose, nè aurore
sbocceranno
ma soffi di dolore
simili a vento gelido...
Ingannare tutto e tutti
guardare nell'animo,
trascinarci dentro,
sonnecchiosi e vinti
per non sentire il bisogno
neanche di piangere
nell'inutile sfogo
la luce spenta
(Giovenale Nino Sassi)

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Le parole che mi invii lasciano una nostalgia di orizzonti lontani... il bisogno di dare un senso al vivere lo portiamo dentro e la natura ci aiuta a capire quanta bellezza si cela in noi... fa parte del nostro essere degli eterni cercatori di vita, assetati di un barlume di verità per la quale saremmo disposti a impiegare molte energie. Quella domanda perenne che ci abita trova risposta nel nostro abitare la vita... è così che alcune persone, quando le incontri, fanno parte di te e le ritrovi presenti nell'anima. Il tuo nome e il tuo volto sono sempre con me; è straordinario come i legami e le storie si intreccino e in maniera inattesa e inusuale si aprano nuovi orizzonti sconosciuti. Pensiamoci così, attenti a cogliere i sentieri che Dio apre davanti ai nostri passi.Che tu possa sentire in questi giorni la tenerezza della Sua misericordia che allevia le pene e le preoccupazioni; auguri per i tuoi lavori e per te: che le tue giornate siano un bouquet di fiori da offrire all'Amore.
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martedì 20 maggio 2008

MARTEDI' 20 MAGGIO 2008






CONVALESCENZA
.Le otto del mattino: mi alzo.
Che noia ! ... piove.
Metto il borsalino,
l'impermeabile alla Bogart,
immagino Casablanca.
.
Scendo le scale, apro il portone, esco.
Rivoli d'acqua accompagnano i passi.
Costeggio le case, entro in un bar,
ordino un caffè, una brioche.
Bevo il caffè,
la brioche sa di forno caldo.
.
Il locale ?
odora di muffe e piedi sudati.
Non è un bel posto.
.
Vado dal giornalaio, leggo di M….
e della sua ombra.
Non è una bella giornata: piove !
Immagino Casablanca.
.
Rientro a casa.
Ripongo l'impermeabile e il cappello borsalino
Siedo sul divano, mi alzo, prendo un libro,
apro il libro, mi siedo, inizio a leggere.
.Finalmente il sole mentre fuori piove.
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(Giovenale Nino Sassi - maggio 2008)
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Scrive Orsola,
."Un andamento quasi da ballata per questa bella poesia che usa i gesti del quotidiano per stemperare i momenti di malinconia.
Mi è piaciuto molto seguirti ed ho amato la descrizione che crea un'atmosfera da film in bianco e nero.
Un osservare pacatamente ma attentamente quello che ci circonda e si può respirare l'aria un po' puzzolente di quel bar.
...poi però.... il sole che ritorna con la lettura in cui immergersi per riuscire a dimenticare le cose che ci affliggono.
Molto, molto piaciuto questo testo, sei bravo Giovenale.
Un abbraccio e tutta la mia stima.
erandoro :-):-):-)"



domenica 11 maggio 2008

Domenica di Pentecoste




Ombre di nubi, di collina in collina inseguono il vento. Il soffitto del cielo rompe i valichi disegnando armonie primaverili che invado le strade e i vicoli che rapidi scendono a valle.
Esco di casa, raggiungo la piazza, passo davanti l’edicola, acquisto il giornale.
E’ la domenica di pentecoste ! la gente sciama dalla chiesa disegnando colori di festa, antiche armonie sotto il sole del mattino. C’è poesia nei volti, nei gesti, c’è pace.

A casa apro un libro di Rabindranath Tagore, poeta indiano dal talento eccezionale che alla poesia sapeva alternare la musica, la filosofia, l’arte, la politica.
E’ il poeta della gioia e della speranza nonostante la catena di lutti che, numerosi, hanno attraversato la sua vita.
Egli, nonostante i lutti e le avverse situazioni non si è chiuso in se, non si è murato in se stesso e infatti scrive, “..murato in te è solo notte. Apri gli occhi e fuori di te troverai luce infinita”.….troverai le infinite bellezze con cui Dio si rende visibile … un fiore di campo che sale, l’acqua di un ruscello che cerca la valle, le stelle, l’amore.

Signore, il mio occhio Ti cerca, / io non Ti vedo; / cerco la via: / eppure mi sento contento. / Il mio cuore è nella polvere, / elemosina alla tua porta, / Ti chiede compassione, / non ricevo grazia, / aspetto soltanto. / Eppure sono contento.

Abituati ai fiori del male e a stagioni all’inferno possiamo dire che la poesia di Tagore racconta la vita che si rinnova giorno dopo giorno.
Quasi una Pentecoste che rigenera, che purifica, che spegne l'incendio del male e accende il fuoco dell'amore divino.

Chi sei tu, lettore, che leggerai le mie poesie / tra cento anni ? / Non posso mandarti un solo fiore di questa ricca primavera, / ne darti un solo raggio d’oro delle nuvole che mi sovrastano / Apri le tue porte, guardati intorno. / Nel tuo giardino in fiore cogli i fragranti ricordi / dei fiori sbocciati cento anni fa. / Nella gioia del tuo cuore che tu possa sentire / la vivente gioia che canto, in un mattino di primavera, / mandando la sua voce lieta, attraverso cento anni.



Un altro grande poeta… San Francesco d'Assisi ha scritto versi indimenticabili di elevazione al Dio della vita … nel suo Dolce sentire

(Dolce Sentire)

Dolce sentire come nel mio cuore
ora umilmente sta nascendo amore
Dolce capire che non son più solo,
ma che son parte di una immensa vita
che generosa risplende intorno a me:
dono di lui, del suo immenso amor.
.
Ci ha dato il cielo e le chiare stelle,
fratello sole e sorella luna,
la madre terra con frutti, prati e fiori,
il fuoco, il vento, l' aria e l' acqua pura,
fonte di vita per le sue creature:

Sia laudato nostro Signore,
che ha creato l'universo intero
Sia laudato nostro Signore,
noi tutti siamo sue creature:
dono di lui, del suo immenso amor
Beato chi lo serve in umiltà.
.
Visita You Tube
www.youtube.com/watch?v=JPWpnwDw_nM

martedì 6 maggio 2008

Raccontata per S.Caledda

una giovane poetessa molto speciale
.

…….li, dove il sole tramonta e il libro si chiude, nell’ultima pagina, in quell’ultima pagina... tu attraversi il mondo e restituisci vita alla vita.
Non ho parole da raccontare ma silenzio…ascolto dell’Assoluto che ama l’Amore. ...................




Sperduto

Io
nel mondo
tra un pullulare di vele
su onde fuggenti
simili a volti di giovani donne
cerco
una nuvola dolce
capace d’adombrare
le mie notti insonni.
Un uomo muore
vacillando
e nessuno tende la mano
per salvarlo.


(1971)



(Picchiato venne lasciato morire sul ciglio della strada un giorno, il primo, di primavera)
E' una poesia, questa, scritta in anni lontani che vorrei strappare, cancellare dalla memoria.

venerdì 2 maggio 2008

Il futuro è giovane





Non sono un cibernauta ma …abbiamo una nuova amica.
E’ Caterina, studentessa di medicina in ‘’quel di Firenze’’.
E’ una giovane donna, molto istruita. Provate a leggere il suo blog.
Per festeggiare l’evento cerco un pensiero, una poesia… ma quale ?
Vediamo … difficile ricerca. Non ho nulla per una giovane donna.
Trovato !!! è un testo difficile, scritto una sera d’inverno, davanti al camino; un testo che ha una dedica giovane, un pensiero di vita che trascorre, che riavvolge gli anni: ‘’ Il giovane studia e prepara il futuro’’… adesso che il tempo finisce e tutto ricomincia.


Il futuro è giovane... è forte... è capace di superare le macerie che stiamo lasciando.








Eccomi qui,
la testa consumata da venti
al caldo di un camino che brucia pensieri.
Parole come fumo cercano il cielo.

Il giovane studia e prepara il futuro
Per cosa poi, ha smarrito il senso.
Non alza le tende ,
non c’è di meglio …
Una generazione ha dato e poi tolto.
Più nulla...
nelle mani degli economisti
quello che resta dei fallimenti.

Sui davanzali gerani rossi
della casa in rovina…
L’ebreo cantava al tramonto
la terra
lungo la Limat in un qualche Tea Room di Zurigo.

Wenn ich rufe, erhòre mich , Gott, du mein Retter
Du hast mir Raum gescaffen, als mir angst war
Sei mir gnàdig, und hòr auf mein Flehen !

Canta ora l’arabo lungo i vicoli
della città che racconta storia;
pietre alzate, abbattute e nuovamente alzate
e torri come bastioni sui fianchi della collina.

È nenia di colori, un quasi lamento
e non mi appartiene.
La fanciulla porta il velo.

Ho combattuto agitando la spada ...

giovedì 24 aprile 2008

In convalescenza con Hercule Poirot


Rietro in casa
Disfo la borsa
Metto il pigiama
Entro nel letto
Ripasso gli eventi
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( il chirurgo mi ha consigliato di riprendere progressivamente la vita di tutti i giorni. Devo camminare... senza fare sforzi...etc.etc. per fortuna ho una casa grande ... posso immaginare percorsi di pianura e di montagna.)
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Gironzolo per casa...
c'è il percorso di pianura con sosta nel salone, accendo la televisione, fa compagnia.
C'è il percorso di montagna, salgo le scale che portano in cucina e nella sala da pranzo.
Potrei proseguire .... una scala di legno ed eccomi in cima , appena sotto il tetto .. c’è un arco tra le case abbellito da un roseto in fiore. Potrei continuare a salire ma no, non vado,.... meglio scendere verso il piano, tornare nel salone grande, salire verso l'altra cucina da allestire... scendere e poi salire, giusto qualche scalino, ed entrare nella camera di mia figlia. No, li non vado...
Meglio tornare verso il piano ed eccomi qui, nella parte privata, la mia camera da letto e lo studio da dove scrivo.
Stanze che si inseguono una dentro l'altra, stanze che si separano come avviene negli edifici della città medioevale..
Forse torno a letto, apro stancamente un libro di Agatha Mary Clarissa Miller, Lady Mallowan in arte Agatha Christie
... la storia si svolge sul Nilo e c'è Hercule Poirot, investigatore belga in vacanza in Egitto.
Si imbarca su un battello e conosce la giovane ereditiera Linnet Ridgeway, in viaggio di nozze con il marito Simon Doyle.

Ricordo la versione cinematografica... l'ereditiera viene uccisa e Poirot, al termine di un'indagine, risolve il caso.
Leggere un libro, cercare nelle parole che si succedono il pensiero ultimo dell’artista… immaginare le situazioni è meglio che vedere un film.

Puoi sospendere la lettura e ripensare la pagina ….puoi riempire il quadro delle descrizioni con immagini … al cinema non puoi.

Leggo stancamente… c’è il problema dei figli da sistemare. Ecco ! ci vorrebbe Hercule Poirot, investigatore belga in vacanza in Umbria per scoprire l’assassino di tanta gioventù.

Chiudo il libro e decido di scrivere a Poirot !
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Monsieur Hercule Poirot……॥

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sabato 29 marzo 2008

Madonna degli orti








Cercai di rimediare
alla famiglia distrutta
dicendo a me stesso
che dovevo lottare.

Girai intorno:

“non c’è lavoro”, dissero.

Terra amata…
Partito Emanuele,
andata mia madre,
partirono gli amici:
dovevo andare.


Stavo tra quattro case
“Madonna degli orti”,
la chiamano:
Madonna d’emigrazione





(lettera alla redazione del sito ''Scrivere'')
In molti, lungo gli anni ’50 partivano dalla Madonna degli Orti, un gruppo di case aggrappato alla collina che dalla Cattedrale scende a valle

Partivano per la crisi economica, per la mancanza di un lavoro… anni duri, quelli…E’ storia della mia terra …chiudevano le miniere di lignite e l’industria del cotone entrava in crisi.

C’è sin dalla fondazione della Società Terni, sorta nel 1884, una stretta connessione tra gli insediamenti industriali del ternano e quelli dello spoletino.
E fu proprio alla cessazione di una delle attività più strettamente legate alla Società Terni, le Miniere di Morgnano, che dobbiamo il regresso di quel periodo con tutto ciò che ebbe a significare in termini di costi umani e disagio sociale.
La ripresa fu difficile. Dobbiamo a quel periodo l’emigrazione verso i paesi economicamente più evoluti del Nord: la forte presenza di cittadini nell’area di Zurigo e di Sciaffusa; l’emigrazione a Marcinelle, in Belgio.
Furono anni durissimi

Emanuele esiste, vive a Zurigo ma potrebbe chiamarsi Francesco, Matteo, Stefano.
Partì anche Francesco. Matteo andò in Belgio. Stefano in Canada e non l’ho più rivisto.
“Madonna degli orti” è parte della raccolta di poesie “Emigrante” pubblicata nel 1974 a cura di una piccola casa editrice. Nel 1975 il libro venne ristampato dalla Regione dell’Umbria.

sabato 18 agosto 2007


Certe volte la stanchezza prende e addormenta…
la speranza, i giorni che si succedono,
l’orizzonte inquadrato di un tramonto estivo,
le voci della notte, di questa notte.
La mia notte !
E allora…

Ti rivedo dietro le cortine
Bianche, i fiori cremisi
Nel silenzio scavato dalla pendola
E dai grandi occhi
Della Madonna di San Sisto…

E ….

La mente a soqquadro si ricompone
all’eco dei passi di Dio….


Parole raccontate come favole riempiono di echi la stanza

Perduta ogni buona lena mi arrendo…