Emigrare è anche bello. È bello conoscere ed apprendere lingue nuove, sensazioni che si muovono in spazi diversi; strade , monti e boschi, fiumi e laghi.. volti ..che si aprono per diventare memoria.E ami le terre avute in dono dalla vita e le strade e le piazze e nuovi ricordi, nel tempo, affollano la mente raccontati in lingue diverse dalla tua e non ci fai caso tanto ti appartengono e sono tuoi.Conosci l’inglese, apprendi il tedesco, hai fatto nuove amicizie e ti è piaciuto. Diritti riservati
mercoledì 27 luglio 2011
Vladimir Majakovskij - Notte di Luna
venerdì 10 settembre 2010
Vladimir Majakovskij - Notte di Luna

A Sud e ad Ovest piove ma qui, in questa terra antica, un cucchiaio argentato ruba alle nubi la notte, illumina i boschi e i tetti delle case che, veloci, scendono a valle.

Notte di Luna
Verrà la luna
è già apparsa
un po'!
Ma eccola sospesa
piena nell'aria
Deve essere Dio
che con un meraviglioso
cucchiaio d'argento
Rimesta la zuppa di pesce stellare
lunedì 10 maggio 2010
Mi piacerebbe ....Boris Vien
domenica 9 maggio 2010
Anna Andreevna Achmatova - La Porta Socchiusa

La porta è socchiusa,
Disse di lei il premio Nobel Iosif Brodskij
Anna Achmàtova è uno di quei poeti che semplicemente “avvengono”, che sbarcano nel mondo con uno stile già costruito ed una loro sensibilità unica. Arrivò attrezzata di tutto punto e non somigliò mai a nessuno.
giovedì 6 maggio 2010
Sergej A. Esenin - L’uomo nero

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La luna è morta,
Azzurreggia alla finestra l’alba.
Ah tu, notte!
Che m’hai combinato, notte?
Me ne sto in piedi qui col mio cilindro.
Non c’è nessuno con me.
Sono solo…
Con uno specchio in frantumi…
Sono gli ultimi versi di una lirica di Sergej Aleksandroviè Esenin dal titolo ‘’L’uomo nero’’.
Il poeta sintetizzata quattro elementi mitici: la vecchia Russia, il comunismo rivoluzionario, la Mosca delle bettole e infine la Russia sovietica.
Esenin tratteggia un percorso lineare che conduce ad un obiettivo storicistico che, egli conclude, distrugge il linguaggio lirico e il razionalismo.
La vecchia Russia da una parte è il mondo contadino e della miseria, è il mondo dell’uomo diseredato come in una immane catastrofe biblica che tenta il riscatto, che mira ad un proprio esodo e ad una promozione sociale, come anche ad un esodo collettivo in senso metaforico.
Dall’altra parte descrive una Russia che canta il mito della campagna, ferma ai valori reali e costanti della vita, volendo difendere una civiltà che è propria e che vuole salvaguardarsi dalle influenze esterne, dalla rivoluzione industriale e tecnologica
