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venerdì 23 aprile 2010

Il Capo del governo: una riflessione di ELSA MORANTE

Sironi

Da un testo di Elsa Morante.............

"Il capo del Governo si macchiò ripetutamente durante la sua carriera di
delitti che, al cospetto di un popolo onesto, gli avrebbero meritato la
condanna, la vergogna e la privazione di ogni autorità di
governo.
Perché il popolo tollerò e addirittura applaudì questi crimini?
Una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per
interesse e tornaconto personale.
La maggioranza si rendeva naturalmente conto delle sue attività criminali,
ma preferiva dare il suo voto al forte piuttosto che al giusto.
Purtroppo il popolo italiano, se deve scegliere tra il dovere e il
tornaconto, pur conoscendo quale sarebbe il suo dovere, sceglie sempre il
tornaconto.
Sironi

Così un uomo mediocre, grossolano, di eloquenza volgare ma di facile
effetto, è un perfetto esemplare dei suoi contemporanei.
Presso un popolo onesto, sarebbe stato tutt'al più il leader di un partito
di modesto seguito, un personaggio un po' ridicolo per le sue maniere, i
suoi atteggiamenti, le sue manie di grandezza, offensivo per il buon senso
della gente e causa del suo stile enfatico e impudico.
In Italia è diventato il capo del governo.
Ed è difficile trovare un più completo esempio italiano.
Ammiratore della forza, venale, corruttibile e corrotto, cattolico senza
credere in Dio, presuntuoso, vanitoso, fintamente bonario, buon padre di
famiglia ma con numerose amanti, si serve di coloro che disprezza, si
circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, di profittatori; mimo abile,
e tale da fare effetto su un pubblico volgare, ma, come ogni mimo, senza un
proprio carattere, si immagina sempre di essere il personaggio che vuole
rappresentare."

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Scritto da Elsa Morante nel 1945, il testo si riferisce a Benito Mussolini...

Sironi

lunedì 22 settembre 2008

Piero Chiara - La casa Zanella

Monet : Impressione. Sole nascente
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LA CASA ZANELLA
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Sono nato all’ultimo piano di una vecchia casa di Luino, in via Felice Cavallotti, dentro una stanza senza riscaldamento e senza luce elettrica. Era il 23 di marzo 1913 e la primavera quell’anno doveva essere in ritardo al mio paese, perché appena nato, trovandomi freddo come una rapa, una mia zia mi riscaldò i piedi al fuoco del camino, acceso la prima volta in tutta l’invernata. Fu, quella di via felice Cavallotti, la mia prima casa, un piccolo regno, perché oltre la stanza nella quale ero nato, aveva una ventina d’altri locali su diversi piani, in gran parte vuoti o con armadi chiusi lungo le pareti. Casa Zanella, veniva chiamato dai vecchi quel palazzetto del ‘700, con l’ingresso davanti al porto e al sommo di una doppia scalea di granito rosa….
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Da Piero Chiara, La casa, la vita, in AD. Giorgio Mondadori Editore, Milano, maggio 1981.
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….la prima casa, quella che avrebbe dovuto essere l’unica, la casa di tutta la vita, resta il palazzotto sei o settecentesco di via Felice Cavallotti, dove Luino o meglio il mondo incomincia per chi viene dal lago, con la casa Zanella dalle inesplorate soffitte e dalle profonde cantine a livello del lago, dove sono rimaste care, tenaci ombre, che il vento traversa ma ancora non riesce a disperdere.
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Da Piero Chiara, Di casa in casa, la vita, in La Rotonda, Almanacco Luinese 1984. Francesco Nastro Editore, Luino.