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Oh, quanto sono stanco della codarda,
antica, così selvaggia terra mia,
e come vorrei andarmene,
diretto al Nord,
dove la gente si dice è netta, nobile,
colta, libera e ricca,
desta e felice!
Allora, nella congrega, direbbero i fratelli
disapprovando: «Come l’uccello che lascia il nido,
così dell’uomo che il posto suo abbandona»,
e io, lontano, me la riderei
di quella legge e della saggezza antica
di questa mia arida gente.
Ma mai s’avvererà questo mio sogno
e qui io resterò fino alla morte.
Perché molto selvatico e codardo
sono pur io e amo inoltre
con pena disperata
questa mia patria povera,
sudicia, triste e sventurata.
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Poesia catalana del novecento
Emigrare è anche bello. È bello conoscere ed apprendere lingue nuove, sensazioni che si muovono in spazi diversi; strade , monti e boschi, fiumi e laghi.. volti ..che si aprono per diventare memoria.E ami le terre avute in dono dalla vita e le strade e le piazze e nuovi ricordi, nel tempo, affollano la mente raccontati in lingue diverse dalla tua e non ci fai caso tanto ti appartengono e sono tuoi.Conosci l’inglese, apprendi il tedesco, hai fatto nuove amicizie e ti è piaciuto. Diritti riservati
sabato 13 giugno 2009
Salvador Espriu (Santa Coloma de Farners, 1913 – Barcelona, 1985)
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