lunedì 24 dicembre 2012

Il Natale di Giovanni Paolo II


La natività del Caravaggio
.
Signore Gesù,
ti contempliamo
nella povertà di Betlemme,
rendici testimoni del tuo amore,
di quell'amore
che ti ha spinto a spogliarti
della gloria divina,
per venire a nascere
fra gli uomini
e a morire per noi.
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La Natività del Ghirladaio
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Infondi in noi il tuo Spirito,
perché la grazia dell'Incarnazione
susciti in ogni credente l'impegno
di una più generosa corrispondenza
alla vita nuova
ricevuta nel Battesimo.


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La Natività del Correggio
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Fa' che la luce di questa notte
più splendente del giorno
si proietti sul futuro
e orienti i passi dell'umanità
sulla via della pace.
Tu, Principe della Pace,
tu, Salvatore nato oggi per noi,
cammina con la Chiesa
sulla strada che le si apre dinanzi
nel nuovo millennio.

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( Giovanni Paolo II)
 .
Edith Stein
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Santa Teresa benedetta della Croce – Edith Stein – in una conferenza  sul “Mistero di Natale “, tenuta a Ludwighafen il 31 gennaio 1931 diceva:

Essere una cosa sola con Dio Dove il Bambino divino intenda condurci sulla terra è cosa che non sappiamo e a proposito della quale non dobbiamo fare domande prima del tempo.
Una cosa sola sappiamo, e cioè che a quanti amano il Signore tutte le cose ridondano in bene.
E inoltre che le vie, per le quali il Salvatore conduce, vanno al di là di questa terra.
O scambio mirabile! Il Creatore del genere umano ci conferisce, assumendo un corpo, la sua divinità.
Per quest’opera mirabile il Redentore è infatti venuto nel mondo. Dio è diventato un figlio degli uomini, affinché gli uomini potessero diventare figli di Dio. (…)
Se mettiamo le nostre mani nelle mani del Bambino divino e rispondiamo con un “sì” al suo “Seguimi”, allora siamo suoi e libera è la via, perché la sua vita divina possa riversarsi in noi. Questo è l’inizio della vita divina in noi.
Essa non è ancora la contemplazione beata di Dio nella luce della gloria; è ancora l’oscurità della fede, però non è più di questo mondo ed è già un’esistenza nel regno di Dio.
Il regno di Dio cominciò sulla terra quando la Vergine santissima pronunciò il suo fiat ed ella ne fu la prima serva. E quanti prima e dopo la nascita del Bambino professarono la loro fede in lui con le parole e le azioni – san Giuseppe, santa Elisabetta, suo figlio e tutti coloro che circondavano la mangiatoia – entrarono similmente in esso.
Tale regno sopravvenne in maniera diversa da come ce lo si era immaginato in base ai salmi e ai profeti. I romani rimasero i padroni del paese, e i sommi sacerdoti e gli scribi continuarono a tenere il popolo povero sotto il loro giogo.
Chiunque apparteneva al Signore portava invisibilmente il regno di Dio in sé. Egli non si vide alleggerito dei pesi dell’esistenza terrena, anzi ne vide aggiungere degli altri; ma dentro era sorretto da una forza alata, che rendeva dolce il giogo e leggero il peso.
Così avviene anche oggi per ogni figlio di Dio. La vita divina, che viene accesa nell’anima, è la luce che è venuta nelle tenebre, il miracolo della notte santa.
Chi la porta in sé capisce quando se ne parla. Invece per gli altri tutto quel che possiamo dire al riguardo è solo un balbettio incomprensibile. Tutto il vangelo di Giovanni è un balbettio del genere a proposito della luce eterna, che è amore e vita. Dio in noi e noi in lui, questa è la nostra partecipazione al regno di Dio, che ha nell’incarnazione la sua base (…)“.

1 commento:

  1. Nino, espero que en estas fiestas tan entrañables, encuentres momentos de gran dicha acompañado por tu familia y amigos...

    Muchos besos

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