Emigrare è anche bello. È bello conoscere ed apprendere lingue nuove, sensazioni che si muovono in spazi diversi; strade , monti e boschi, fiumi e laghi.. volti ..che si aprono per diventare memoria.E ami le terre avute in dono dalla vita e le strade e le piazze e nuovi ricordi, nel tempo, affollano la mente raccontati in lingue diverse dalla tua e non ci fai caso tanto ti appartengono e sono tuoi.Conosci l’inglese, apprendi il tedesco, hai fatto nuove amicizie e ti è piaciuto. Diritti riservati
lunedì 30 settembre 2013
Per il silenzio - Edmond Jabès
Gauguin |
Eppure, alla domanda: Per chi scrive ?
aveva spontaneamente risposto:
Per nessuno; per il silenzio, forse,
che è sempre attesa di qualcuno.
Edmond Jabès
Gauguin |
Jabès
⟨ˇʃabèes⟩,
Edmond. - Scrittore e poeta francese (Il Cairo 1912
- Parigi 1991). Di origine ebraica, ma influenzato dalla cultura araba, visse a lungo al Cairo, dove studiò nelle
scuole francesi. Militò nelle file dell'antifascismo italiano all'estero.
L'esilio a Parigi, nel 1957, fu all'origine di una svolta
nella sua produzione: alla poetica del frammento di ispirazione surrealista si
sovrappose il flusso di una parola che incessantemente s'interroga, ponendo al
centro della propria indagine il rapporto ebraismo-scrittura. Tutta la sua
opera è sottesa dall'esperienza del deserto, legata alla nozione biblica e
mallarmeana di Libro: Le livre
des questions (7 voll., 1963-73; trad. it. del 1º e del 2º vol. 1985 e 1988);
Le livre des ressemblances
(3 voll., 1976-80);
Le livre des limites
(4 voll., 1982-87;
trad. it. dei primi 3 voll. 1984, 1987 e 1991); a questi tre vasti insiemi
sono da aggiungere Le livre
des marges (2 voll., 1975-84), sorta di dialogo con un'ideale famiglia di scrittori, e Le livre de l'hospitalité
(1991; trad. it. 1991). Pubblicò in
Italia L'Inferno di Dante
(1988). Raccolse le sue poesie in Le seuil - Le sable
(1990). Un suo efficace ritratto è nel
libro-conversazione Du désert
au livre (1980; trad. it. 1983)..
(fonte Treccani)
Gauguin |
Serenata Indiana, Montale.
Thomas Alexander Ferguson Graham, "Alone in London" |
E’ pur nostro il disfarsi delle sere.
E per noi è la stria che dal mare
sale al parco e ferisce gli aloè.
Puoi condurmi per mano, se tu fingi
di crederti con me, se ho la follia
di seguirti lontano e ciò che stringi,
ciò che dici, m’appare in tuo potere.
Fosse tua vita quella che mi tiene sulle soglie
e potrei prestarti un volto,
vaneggiarti figura.
Ma non è, non è così.
Il polipo che insinua
tentacoli d’inchiostro tra gli scogli
può servirsi di te.
Tu gli appartieni e non lo sai.
Sei lui, ti credi te.
sabato 28 settembre 2013
venerdì 27 settembre 2013
Elsa Morante - L'isola di Arturo
Quella, che tu credevi un piccolo punto della terra,
fu tutto.
E non sarà mai rubato quest'unico tesoro
ai tuoi gelosi occhi dormienti.
Il tuo primo amore non sarà mai violato.
Virginea s'è rinchiusa nella notte
come una zingarella nel suo scialle nero.
Stella sospesa nel cielo boreale
eterna: non la tocca nessuna insidia.
Giovinetti amici, più belli d'Alessandro e d'Eurialo,
per sempre belli, difendono il sonno del mio ragazzo.
L'insegna paurosa non varcherà mai la soglia
di quella isoletta celeste.
E tu non saprai la legge
ch'io, come tanti, imparo,
- e a me ha spezzato il cuore:
fuori dal limbo non v'è eliso.
ElsaMorante
L'isola di Arturo
da Alibi
Dufy ‹düfì›, Raoul. - Pittore francese (Le Havre 1877 - Forcalquier, Basses-Alpes, 1953). Dopo un'infanzia difficile riuscì a studiare a l'École des beaux-arts di Le Havre, e poi a recarsi, con una modesta borsa di studio, a Parigi (1901), ove seguì dapprima i corsi di P. Bonnat e studiò la pittura impressionista; quindi, vivamente colpito dalla mostra di V. van Gogh (1901) e venuto a contatto con H. Matisse (1905), divenne anch'egli fauve con grande originalità di modi. Nel 1907, abbandonando il colore puro, si volse a ricerche di costruzione degli oggetti, con riferimento a P. Cézanne e parallelamente a H. Matisse e a P. Picasso. Fino al 1911 la sua pittura si distinse per rigorosa severità. In quell'anno incominciò a incidere matrici per tessuti, il colore riprese gradatamente un ruolo dominante; alcuni viaggi (Italia 1922, Nizza e Antibes 1926, Marocco 1935), il ritiro a Perpignan (1940) furono tappe interessanti del percorso di un grande colorista, ma nel 1944 D. arrivò a dipingere quadri d'un solo colore, come Le violon rouge, Marine noire. Nel 1950 era a Boston per dipingere scenarî per J. Anouilh; al ritorno in Francia si trasferì a Forcalquier. Svolse anche un'attività geniale e multiforme di decoratore: modelli di stoffe per la casa Bianchini-Ferier, cartoni per arazzi di Beauvais, illustrazioni per opere di G. Apollinaire (Le Bestiaire, Almanach de Cocagne, ecc.), di S. Mallarmé (Les madrigaux), ecc., e squisite decorazioni su ceramiche.
Enciclopedie on line Treccani
Raoul Dufy |
Il Talismano di Émile Nelligan
Il Talismano di Émile Nelligan
Contro la lotta che si apre al limite dei giorni cattivi
mia madre mi diede un giorno un suo minuscolo ritratto,
un dono al quale ancora oggi rimango fedele
e che porto appeso al collo con un cordoncino di velluto.
“Sopra l'altare del tuo cuore (poichè la morte mi chiama)
Bambino mio, ti proteggerà, mi disse, sempre.
Questo qui allontana gli amori funesti
come un lampione d' oro, guardiano di una cappella”
Ah! riposo tranquilla nella oscurità del feretro!
Questo talismano consacrato dalla mia gioventù in lutto
preserverà tuo figlio dalle braccia della Lussuria.
Ma ho paura di vedere un giorno, sopra il tuo ritratto,
scendere dai tuoi occhi soavi il pianto di una ferita,
Madre io ne morirei pieno di eterno rimpianto.
Nelligan ‹neligã´›, Émile. - Poeta canadese di lingua francese (Montréal 1879 - ivi 1941). Ammiratore di Baudelaire, Verlaine e soprattutto Rimbaud, s'impose giovanissimo tra i maggiori esponenti dell'École de Montréal. Colpito nel 1899 da una grave forma depressiva, finì i suoi giorni in una casa di cura. Nella sua poesia, anteriore alla malattia ma pubblicata nel 1904 dall'amico L. Dantin sotto il titolo Émile Nelligan et son ceuvre, tradusse con grande abilità ritmica la nostalgia dell'infanzia, il gusto del sogno, ma soprattutto il suo rifiuto della realtà.
Enciclopedie on line Treccani
giovedì 26 settembre 2013
I versi sereni dell'Ovest di Antonella Anedda
Aspetta che scenda la temuta notte, che scompaia
la luce dal crepuscolo, e ruoti
la terra sul suo asse.
Questa è la verità di questa sera incerta
sui cespugli di acacie e sulle case
questa è la sua misura - un acro di deserto.
Sopporta i tuoi pensieri dentro il buio
che avanzino in fitte di memoria.
Puoi schierarli fino a crinali di spavento
fissarli vacillare quando la pianura si oscura
attenderne il ritorno ora che il cane tace
e la mente si spegne
per un attimo forma senza male
anima del geranio
teso sulla ringhiera.
la luce dal crepuscolo, e ruoti
la terra sul suo asse.
Questa è la verità di questa sera incerta
sui cespugli di acacie e sulle case
questa è la sua misura - un acro di deserto.
Sopporta i tuoi pensieri dentro il buio
che avanzino in fitte di memoria.
Puoi schierarli fino a crinali di spavento
fissarli vacillare quando la pianura si oscura
attenderne il ritorno ora che il cane tace
e la mente si spegne
per un attimo forma senza male
anima del geranio
teso sulla ringhiera.
da Notti di pace occidentale
i versi sereni dell'OvestAntonella Anedda
Antonella Anedda è nata e vive a Roma.
Poetessa e traduttrice, collabora con diverse riviste. Nel '92 il suo esordio poetico con Residenze invernali (Crocetti), a cui sono seguiti un libro di prose e racconti, Cosa sono gli anni (Fazi, 1997), e una raccolta di traduzioni, Nomi distanti (Empiria 1998).
Per l'editore Donzelli ha pubblicato le due raccolte: Notti di pace occidentale (1999) e Il catalogo della gioia (2003). L'ultimo libro di poesie e` Il balcone del corpo, Mondadori (2007)Esperta di lingua francese, ha inoltre curato la traduzione dei testi di Saint-John Perse e Jaccottet.
mercoledì 25 settembre 2013
Stanno vendendo il paese
Giuseppe Migneco - |
Stanno vendendo il paese
Stanno rubando il futuro alle giovani generazioni
Stanno costringendo i giovani ad emigrare
Stanno impoverendo gli anziani
Stanno impoverendo le famiglie
Siamo tutti più poveri …
Tutti tranne quelli che:
Stanno vendendo il paese
Stanno rubando il futuro alle giovani generazioni
Stanno costringendo i giovani ad emigrare
Stanno impoverendo gli anziani
Stanno impoverendo le famiglie
Giovenale Nino Sassi
Tito Perlini dalla prefazione a Lautréamont e Sade
Gauguin |
I
poeti amano la notte in cui tutto sparisce, che tutto cancella. Alla
notte Novalis dedica inni. Ma la notte cantata dai poeti non è la vera
notte. Non è la vera notte che ci largisce l'intimità del sonno. Il
sonno è morte apparente, è fuga dalla morte, è l'astuzia grazie a cui il
giorno può difendersi dalla vera notte. La notte conosciuta e ricercata
come riposo protegge dall'altra notte che è destinata
a restare per noi assolutamente e irriducibilmente altra. L'altra notte
non ci accoglie, non si apre, resta al di là della nostra portata: da
essa si è sempre fuori . Essa è il Castello inaccessibile. La prima
notte ci difende dalla seconda, dall'altra. Il sonno è appunto ciò che
ci preserva. ma il sonno può venir solcato dai sogni, da messaggi oscuri
affioranti dalla regione da cui il sonno stesso ci allontana. Il sogno è
simile all'immagine, ha due lati, due versanti, di cui quello oscuro è
il tramite grazie al quale l'altra notte può entrare nella nostra notte.
Grazie al sogno la notte può diventare la trappola dell'altra notte. Il
sogno consente all'altra notte di avvicinarsi a noi. L'avvicinarsi a
noi dell'altra notte coincide con l'avvicinarci di noi a essa, ma
avvicinandoci a essa noi ci allontaniamo da noi stessi. L'avvicinarsi
della notte può venir presagito, come avvicinamento a quell'essenziale
che senza tragua viene ricercato. Ma nel momento stesso in cui chi cerca
crede di essere giunto nel cuore della notte, dell'essenza nascosta che
cerca, ecco che in quello stesso istante egli si abbandona
all'inessenziale e perde ogni possibilità. Non c'è mai un momento esatto
in cui si passa da una notte all'altra.
In quell'istante (vagheggiato, presagito, ma mai vissuto) il soggetto non può non perdere completamente se stesso.
Tito Perlini
dalla prefazione a Lautréamont e Sade
di Maurice Blanchot
In quell'istante (vagheggiato, presagito, ma mai vissuto) il soggetto non può non perdere completamente se stesso.
Tito Perlini
dalla prefazione a Lautréamont e Sade
di Maurice Blanchot
Gauguin |
Blanchot ‹blãšó›, Maurice
Enciclopedie on line Treccani
Gauguin |
venerdì 20 settembre 2013
Thomas Stearn Eliot da Assassinio nella cattedrale
Noi non sappiamo molto del futuro
o solo questo: di generazione in generazione
è un ripetersi di cose sempre uguali.
Gli uomini non imparano molto
dall’esperienza degli altri.
Ma nella vita di un uomo
non torna mai lo stesso tempo. Spezzare
la corda, cambiare pelle. Solo il pazzo,
prigioniero di una follia, può pensare
di far girare la ruota sulla quale egli gira...
Vittorio Sereni
Giuseppe De Nittis |
...Sì li ho amati anch'io questi versi...
anche troppo per i miei gusti. Ma era
il solo libro uscito dal bagaglio
d'uno di noi. Vollero che li leggessi.
Per tre per quattro pomeriggi di seguito.
...Quei versi
li sentivo lontani
molto lontani da noi: ma era quanto restava,
un modo di parlare tra noi -
sorridenti o presaghi fiduciosi o allarmati.
...Forse nessuno l'ha colto così bene
questo momento dell'anno. Ma
- e si guardava attorno tra i tetti che abbuiavano
le prime serpeggianti luci cittadine -
sono andati anche loro di là dai fiumi sereni,
e altra roba altro agosto
non tocca quegli alberi o quei tetti,
vive e muore e sé piange
ma altrove, ma molto molto lontano da qui.
Vittorio Sereni,
La poesia è una passione?
da Poesie
anche troppo per i miei gusti. Ma era
il solo libro uscito dal bagaglio
d'uno di noi. Vollero che li leggessi.
Per tre per quattro pomeriggi di seguito.
...Quei versi
li sentivo lontani
molto lontani da noi: ma era quanto restava,
un modo di parlare tra noi -
sorridenti o presaghi fiduciosi o allarmati.
...Forse nessuno l'ha colto così bene
questo momento dell'anno. Ma
- e si guardava attorno tra i tetti che abbuiavano
le prime serpeggianti luci cittadine -
sono andati anche loro di là dai fiumi sereni,
e altra roba altro agosto
non tocca quegli alberi o quei tetti,
vive e muore e sé piange
ma altrove, ma molto molto lontano da qui.
Vittorio Sereni,
La poesia è una passione?
da Poesie
giovedì 19 settembre 2013
Giuseppe Ungaretti - Solo ho amica la notte.
Solo ho amica la notte.
Sempre potrò trascorrere con essa
D'attimo in attimo, non ore vane;
Ma tempo cui il mio palpito trasmetto
Come m'aggrada, senza mai
distrarmene.
Avviene quando sento,
Mentre riprende a distaccarsi da ombre,
La speranza immutabile
In me che fuoco nuovamente scova
E nel silenzio restituendo va,
A gesti tuoi terreni
Talmente amati che immortali parvero,
Luce.
Giuseppe Ungaretti
Klimt - Il lago Attersee |
Giuseppe Ungaretti - quando un giorno ti lascia
Quando un giorno ti lascia
pensi all’altro che spunta.
E’ sempre pieno di promesse il nascere
sebbene sia straziante.
E l’esperienza di ogni giorno insegni
che nel legarsi, sciogliere o durare,
non sono i giorni se non vago fumo.
martedì 17 settembre 2013
LA PREGHIERA DEL CLOWN Antonio de Curtis
Picasso |
Più ho voglia di piangere
e più gli uomini si divertono,
ma non importa, io li perdono,
un po’ perché essi non sanno,
un po’ per amor Tuo
e un po’ perché hanno pagato il biglietto.
Se le mie buffonate servono
ad alleviare le loro pene,
rendi pure questa mia faccia
ancora più ridicola,
ma aiutami a portarla in giro
con disinvoltura.
C’è tanta gente
che si diverte
a far piangere l’umanità,
noi dobbiamo soffrire
per divertirla.
Manda, se puoi,
qualcuno su questo mondo,
capace di far ridere me
come io faccio ridere gli altri.
e più gli uomini si divertono,
ma non importa, io li perdono,
un po’ perché essi non sanno,
un po’ per amor Tuo
e un po’ perché hanno pagato il biglietto.
Se le mie buffonate servono
ad alleviare le loro pene,
rendi pure questa mia faccia
ancora più ridicola,
ma aiutami a portarla in giro
con disinvoltura.
C’è tanta gente
che si diverte
a far piangere l’umanità,
noi dobbiamo soffrire
per divertirla.
Manda, se puoi,
qualcuno su questo mondo,
capace di far ridere me
come io faccio ridere gli altri.
Lucio Anneo Seneca Lettere a Lucilio, CVII, 6
Caravaggio |
Non dobbiamo sorprenderci di alcun evento sgradevole, cui siamo peraltro destinati sin dalla nascita; non dobbiamo lamentarcene in quanto le condizioni prima o poi saranno uguali per tutti.
Dico proprio così: uguali per tutti. Infatti un uomo potrebbe subire domani ciò che oggi infligge agli altri.
Tu pensa solo all'equità del diritto, perché una legge, per essere efficace, deve essere uguale per tutti, non solo per i deboli.
Thomas Stearn Eliot da Tradizione e talento individuale
Boccioni |
Non è per i suoi sentimenti personali, per i sentimenti scaturiti da particolari eventi della sua vita, che il poeta può risultare interessante o degno d'attenzione [...]. Il sentimento che dominerà nella sua poesia sarà invece molto complesso, ma non della complessità dei sentimenti di coloro che hanno sentimenti molto complessi o insoliti nella vita. Anzi, in poesia è un errore di eccentricità voler esprimere a tutti i costi i sentimenti umani nuovi; cercando la novità dove non può esserci si scopre il perverso.
Al poeta compete non di trovare nuovi sentimenti, ma di servirsi di quelli ordinari e, elaborandoli nella poesia, di esprimere sensazioni che non sono presenti nella realtà dei sentimenti [...].
La poesia non è un libero sfogo di sentimenti, ma un'evasione da essi; non è espressione della personalità, ma un'evasione dalla personalità. E' naturale, però, che solo chi ha personalità e sentimenti sappia che cosa significhi volerne evadere.
Boccioni |
Emily Dickinson da The Complete Poems
Cezanne |
Cuore, tu e io stanotte
faremo a gara per dimenticarlo
Tu scorderai la gioia che provasti
io cercherò di non pensare alla luce
con cui mi illuminò
E poi avvisami - ti scongiuro -
quando tutto sarà finito
affinché io possa cercare
di tornare a vivere
E fai presto
per favore
perché fino a quando indugi
io sarò condannata a ricordarlo
faremo a gara per dimenticarlo
Tu scorderai la gioia che provasti
io cercherò di non pensare alla luce
con cui mi illuminò
E poi avvisami - ti scongiuro -
quando tutto sarà finito
affinché io possa cercare
di tornare a vivere
E fai presto
per favore
perché fino a quando indugi
io sarò condannata a ricordarlo
lunedì 16 settembre 2013
Maurice Blanchot
Picasso |
Mezzanotte non cade mai a mezzanotte.
Mezzanotte cade quando i dadi sono gettati,
ma non possiamo gettare i dadi che a mezzanotte...
sabato 14 settembre 2013
Giovenale Nino Sassi
Carl Spitzwegs "Der arme Poet" ist in Bayern traurige Realität. |
[...] la vita è fatta di porte che si aprono, che si chiudono ... di paesaggi che scorrono a volte montuosi altre volte pianeggianti.
Fare poesia è raccontare l’orizzonte dei passi che si succedono, che investono ogni aspetto dell’esistenza: la gioia e il dolore, la commozione, la preghiera, i momenti di angoscia, di solitudine esistenziale,
il deserto interiore, la stanchezza del vivere: La speranza !
Vivere la poesia significa che continuiamo ad esistere; che continuiamo a soffrire e amare. Soprattutto amare .
Se siamo nel deserto (della poesia e quindi della vita) lottiamo per uscirne.
- gsn -
William Butler Yeats da The Rose (1893)
Quando con la lentezza propria degli anziani
siederai grigia e solitaria, col capo chino
lì, vicino al fuoco
ricordati di questo libro, prendilo
e leggine piano i sogni che ti ha offerto quando eri giovane,
quando i tuoi occhi conobbero
luci repentine e rare ombre.
Ricorda tutti i tuoi amori, le speranze, le delusioni,
chi ti amò sinceramente e chi brutalmente abbandonò
la tua bellezza.
Ma uno solo, ricordati, amò la tua anima inquieta
e quel dolore silenzioso che spesso ti accompagnava.
Così, reclina sul fuoco scoppiettante, pronuncerai poche parole
e un impercettibile velo di tristezza ti ricorderà quell'Amore perduto;
allora alzerai lo sguardo verso i monti, alti all'orizzonte
e rivedrai il suo viso, nascosto tra un nugolo di stelle.
William Butler Yeats
da The Rose (1893)
mercoledì 11 settembre 2013
Stanca è la notte
Vincent Van Gogh |
.
Stanca è la notte
e i giorni restano difficili.
Pensieri randagi attraversano la mente.
Appoggio i ricordi e immagino giardini d'agrumi.
Appoggio i ricordi e immagino giardini d'agrumi.
Stasera rileggo,
ripenso . ...
Quanto lavoro, difficile,
in solitudine!
Stare in mezzo a cento, a mille e sentirsi soli ,
ripenso . ...
Quanto lavoro, difficile,
in solitudine!
Stare in mezzo a cento, a mille e sentirsi soli ,
diversi,
… guerrieri della luce nel buio della notte.
Stasera ‘’ripenso’’ Quelet,
Stasera ‘’ripenso’’ Quelet,
il libro dell'Ecclesiaste che dice :
C'è un tempo per nascere e un tempo per morire,
un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante,
Un tempo per ………
C'è un tempo per nascere e un tempo per morire,
un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante,
Un tempo per ………
Che vantaggio ha chi si dà da fare con fatica ?
Stasera ripenso la fatica ,
Stasera ripenso la fatica ,
all’andare dei passi,
alle sconfitte spesso cocenti, alle salite e alle discese,
alle poche vittorie lungo l’orizzonte dei giorni.
Resto sperduto davanti al mio niente e non ho risposte !
Che vantaggio ho avuto, mi sono chiesto ….
.
E tu mi hai detto:.
.
…il vantaggio di
conservare la propria consapevolezza, di sapere che l'intenzione e
l'attenzione che si pongono nel vivere, quello quotidiano, quello
"normale", senza eroismi, senza eccentricità, creano il filo armonico
con la vitalità del cosmo .... che risuona così nelle nostre anime ...
ed esse ne traggono respiro e senso.
.
... il vantaggio di conservare il rispetto degli amici, quelli veri, che - lontani o vicini, con le medesime storie o con diversi cammini - seguono con noi le tracce dell'amore e ne sono illuminati, tanto che vediamo risplendere la loro luce anche se per molto tempo non li abbiamo fisicamente accanto, tanto che il loro esistere travalica gli anni e ci è vivo nella memoria.
.
... il vantaggio di sentirsi vivi, pure nella differenza delle nostre sofferenze, pure nella tristezza delle ingiustizie patite... e poi chi sa veramente cosa è giusto e cosa non lo è, di cosa la nostra anima aveva bisogno in questo passaggio di vita che si esprime in mille forme , in mille intenti? Lo capiamo solo in fondo, quando ci prepariamo al prossimo viaggio, quello di ritorno al nostro grande Sè.
.
.... il vantaggio di poter raccontare, di poterci costruire il nostro mito personale, la storia che ci rappresenta mentre viviamo sotto questa fugace forma per dare nutrimento al cuore, alla mente e scambiarlo con gli altri: anche se alcuni di loro non lo accolgono, nulla va mai perso nella grande saggezza dell'energia cosmica... arriverà ad altri ancora, al momento opportuno, come messaggio, come seme, come segnale.
.
.... il vantaggio di sentirsi sale della terra, di accogliere la fatica del vivere come dono di consapevolezza, di partecipazione alla fatica cosmica di vincere l'entropia e permettere la continuazione dell'amore.
.
gsn.
... il vantaggio di conservare il rispetto degli amici, quelli veri, che - lontani o vicini, con le medesime storie o con diversi cammini - seguono con noi le tracce dell'amore e ne sono illuminati, tanto che vediamo risplendere la loro luce anche se per molto tempo non li abbiamo fisicamente accanto, tanto che il loro esistere travalica gli anni e ci è vivo nella memoria.
.
... il vantaggio di sentirsi vivi, pure nella differenza delle nostre sofferenze, pure nella tristezza delle ingiustizie patite... e poi chi sa veramente cosa è giusto e cosa non lo è, di cosa la nostra anima aveva bisogno in questo passaggio di vita che si esprime in mille forme , in mille intenti? Lo capiamo solo in fondo, quando ci prepariamo al prossimo viaggio, quello di ritorno al nostro grande Sè.
.
.... il vantaggio di poter raccontare, di poterci costruire il nostro mito personale, la storia che ci rappresenta mentre viviamo sotto questa fugace forma per dare nutrimento al cuore, alla mente e scambiarlo con gli altri: anche se alcuni di loro non lo accolgono, nulla va mai perso nella grande saggezza dell'energia cosmica... arriverà ad altri ancora, al momento opportuno, come messaggio, come seme, come segnale.
.
.... il vantaggio di sentirsi sale della terra, di accogliere la fatica del vivere come dono di consapevolezza, di partecipazione alla fatica cosmica di vincere l'entropia e permettere la continuazione dell'amore.
.
Vincent Van Gogh |
lunedì 9 settembre 2013
Volevo stare dalla parte dei giusti
Ho partecipato tramite Sky , dalle 19.00 alle 21.00, all’incontro di preghiera di Piazza San Pietro. Ho ascoltato le parole di pace pronunciate da Papa Francesco.
Alle 21.00 sono uscito di casa per partecipare alla veglia di preghiera organizzata dalla Diocesi di Spoleto – Norcia che si è conclusa con l’Adorazione Eucaristica …
La chiesa era gremita …
Io non so, adesso, se le preghiere degli uomini e delle donne, non solo cristiani , riusciranno a fermare gli interessi geopolitici all’origine di questa vicenda .
Volevo stare dalla parte dei giusti e dei pacificatori e questo ho fatto. Volevo stare tra quelli che preferiscono il dialogo alla guerra ... e così è stato.
A mezzanotte, rientrato in casa ho mangiato un frutto ed era buono.
Ho guardato il film “ Il grido dell’innocenza” . Un magnifico Denzel Washington interpreta la vicenda umana del pugile nero Rubin “Hurricane” Carter che, all’apice della carriera venne accusato ingiustamente di omicidio.
domenica 8 settembre 2013
8 settembre, natività di Maria
Stimati amici di Lourdes,
l'8 settembre, la Chiesa ci invita a celebrare la Nascita di Maria. In
lei consideriamo due aspetti fondamentali: nella sua verginità sarà la
Madre di Dio e il suo essere la prima discepola del Cristo.
In quest'anno che a Lourdes è dedicato al Rosario, vi invito a
celebrare Maria in maniera più specifica: unendovi a noi per la recita
del rosario alla Grotta alle h. 18,00 (in italiano) in diretta su TV Lourdes e/o TV 2000. it o via Internet.
Celebrando questa festa della Natività di Maria, siamo tutti invitati a far nascere Gesù stesso nel nostro cuore.
Horacio Brito, rettore del Santuario di Lourdes
† Horacio Brito, rettore di Lourdes
.
venerdì 6 settembre 2013
giovedì 5 settembre 2013
Noi e la Siria
Millet |
Brevemente …
Il problema non è guerra …. quella c’è già … il problema è come fermarla.
Il problema è l’Europa incapace di raccontare la sua voce
Il problema è il Parlamento italiano bloccato da una persona e i suoi problemi.
I “nostri” discutono di Mr. B e non della guerra che bussa alle porte di casa : assurdo !
Il mondo potrebbe precipitare verso il nulla e noi pensiamo all’agibilità politica di Mr. B.
E andremo presto al voto, dicono … sob!
Il problema è la comunità internazionale imbrigliata dai ben noti interessi geopolitici .
Come uscirne ?
Non lo so ma forse basterebbe ordinare ad Assad la consegna delle armi chimiche in suo possesso per inaridire il conflitto e immaginare un percorso di pace.
La soluzione non è all’ordine del giorno del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite
Ecco allora che la voce del Santo Padre, l’unica autorità morale rimasta, acquista valore.
Non ha armi, il Santo Padre, non ha eserciti al suo comando. Ha solo la sua voce … ascoltiamola.
Millet |
mercoledì 4 settembre 2013
Giornata di digiuno e di preghiera indetta da papa Francesco per la pace in Siria, in Medio Oriente e nel mondo intero
Aderisco alla giornata di digiuno e preghiera indetta da Papa Francesco
Albrecht Dürer |
nell’Angelus di domenica 4 settembre - le tante situazioni di
conflitto che ci sono in questa nostra terra, ma, in questi giorni, il
mio cuore è profondamente ferito da quello che sta accadendo in Siria e
angosciato per i drammatici sviluppi che si prospettano…Per questo,
fratelli e sorelle, ho deciso di indire per tutta la Chiesa, il 7
settembre prossimo, vigilia della ricorrenza della Natività di Maria,
Regina della Pace, una giornata di digiuno e di preghiera per la pace in
Siria, in Medio Oriente, e nel mondo intero, e anche invito ad unirsi a
questa iniziativa, nel modo che riterranno più opportuno, i fratelli
cristiani non cattolici, gli appartenenti alle altre Religioni e gli
uomini di buona volontà…
L’umanità – ha proseguito il Vescovo di Roma - ha bisogno di vedere
gesti di pace e di sentire parole di speranza e di pace! Chiedo a tutte
le Chiese particolari che, oltre a vivere questo giorno di digiuno,
organizzino qualche atto liturgico secondo questa intenzione».