mercoledì 16 febbraio 2011

Emily Dickinson .... Bussava il vento .....


Bussava il vento come un uomo stanco.
Io, padrona di casa,
“Entra” gli dissi audace, ed entrò allora
nella mia stanza

un ospite veloce, senza piedi:
dirgli di accomodarsi
sarebbe stato assurdo come offrire
una poltrona all’aria.

Era senz’ossa, e perciò inafferrabile.
La sua favella era simile all’empito
di uccelli senza numero, che cantassero insieme
in un cespuglio celestiale.

Il suo volto era un’onda,
le sue dita al passare
lasciavano sfuggire un suono, come
un alitare tremulo su un vetro.

Sempre in moto mi fece la sua visita;
e poi, timidamente,
bussò di nuovo – con agitazione -
e mi ritrovai sola.



La Dickinson è un poeta straordinario…Straordinari sono il suo senso della natura, la sua capacità di distillare “un senso sorprendente da ordinari significati, essenze così immense da specie familiari”, l’evocazione di metafore e di simboli senza affettazione o ricerca dell’effetto.

Il linguaggio della Dickinson è scarno, conciso, ellittico, ma di una intensità ineguagliabile, e mai come in questo caso la traduzione deve tradire la lettera per provare ad avvicinarsi al nucleo vibrante ed indicibile dei versi.




I dipinti sono di Iman Maleki


Cenni Biografici

Iman Maleki è nato a Teheran nel 1976. Attratto dall'arte fin da giovanissimo, ha iniziato a dipingere all'età di 15 anni, sotto la guida del suo primo ed unico maestro, Morteza Katouzian, considerato il più grande pittore realista iraniano.
Le sue opere sono caratterizzate da uno straordinario realismo, da un'espressività nitida, senza veli, che getta uno sguardo quasi fotografico sul suo Paese, ora celebrandone il glorioso passato, ora catturando attimi di odierna quotidianità.

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