domenica 14 aprile 2013

PAULO COELHO* Sulla Sponda Del Fiume Piedra Mi Sono Seduta e Ho pianto ...



Raffaello

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‘’Pregheremo in tende di otto persone’’, ha detto il sacerdote, in spagnolo, in italiano e, quindi, in francese.
Mi sono di nuovo ritrovata disorientata: non riuscivo a capire bene ciò che stava accadendo. Qualcuno mi si è avvicinato e mi ha messo un braccio intorno alle spalle. Lo stesso ha fatto un’altra persona dall’altro lato. Si è così formato un cerchio di otto persone abbracciate. Quindi ci siamo chinati in avanti, fino a che le nostre teste si sono sfiorate.
Avevamo assunto la forma di una tenda. La pioggia adesso scendeva più forte, ma nessuno se ne curava. La posizione aiutava a concentrare tutte le nostre energie e il nostro calore.
‘’Che l’Immacolata Concezione aiuti mio figlio e gli faccia scoprire il suo cammino,’’ ha detto la voce dell’uomo che mi abbracciava sulla destra. ‘’vi chiedo di recitare insieme un’Ave Maria per mio figlio.’’
‘’Amen’’ , hanno risposto tutti. Allora abbiamo recitato l’Ave Maria.
‘’Che l’Immacolata Concezione mi illumini e risvegli in me il dono della guarigione,’’ ha detto la voce di una donna della nostra tenda. ‘’Recitiamo un’Ave Maria’’.
Tutti insieme abbiamo ripetuto ‘’Amen’’ e poi abbiamo pregato. Ciascuno esprimeva una richiesta e tutti partecipavano alla preghiera. Ero sorpresa di me stessa, perché stavo pregando come una bambina e, come una bambina, credevo che quelle grazie sarebbero state concesse.
Per una frazione di secondo, il gruppo è rimasto in silenzio. Ho capito che era arrivato il mio turno di esprimere la richiesta. In qualsiasi altra circostanza, mi sarei vergognata da morire e non sarei riuscita a dir niente. Ma c’era una Presenza che mi infondeva fiducia.
‘’Che l’Immacolata Concezione mi insegni ad amare come Lei, ‘’ ho detto allora. ‘’Che questo amore faccia crescere me e l’uomo al quale è rivolto. Recitiamo un’Ave Maria.’’
Abbiamo pregato insieme e di nuovo quella sensazione di libertà si è diffusa tra di noi.

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