Da "akatalēpsía o degli infiniti ritorni" , il bellissimo blog di Clelia Mazzini
Non succede quasi mai che i nuovi
arrivati in paese, anche se si fermano per poco tempo, fra un treno e
l'altro, non vedano nelle vicinanze della stazione passare di volata in
bicicletta quella ragazza dai capelli quasi rossi, il molle seno
ondeggiante dentro una giacca di maglia celeste dai bottoni d'oro.
Capelli e bottoni scintillano al sole: o meglio, si prendono la poca
luce che vien giù da un cielo quasi sempre burrascoso.
Nel
piccolo paese, che non è lontano dalle frontiere, piove spesso, le
nuvole si adagiano sulle collinette quasi volessero gentilmente ovattare
le bianche fioriture dei prugni. Sono i primi a fiorire, i prugni, e ai
nuovi arrivati può sembrare che la ragazza dai bottoni dorati abbia
qualcosa in comune con la delicata fioritura. Eppure non ha davvero
un'aria delicatina: arriva strisciando un piede a terra, a filo del
marciapiede, se c'è, oppure sobbalzando sui ciottoli nella frenata, il
viso bianco e rosso, le labbra vermiglie, e le svelte pupille azzurre
sembrano cogliere tutto e tutti in una sola occhiata e aver preso una
decisione prima ancora d'aver finito di guardare. E in gran
dimestichezza con quelli del treno che l'accolgono quasi sempre con
chiassosi saluti e richiami. Non è quindi possibile ignorare a lungo il
suo nome, perché da una sponda all'altra delle rotaie c'è sempre
qualcuno che grida: - Eccoti qui, Marcellina! Sei in ritardo,
Marcellina!
Cosa ci porti oggi, Marcellina? -
Cosa ci porti oggi, Marcellina? -
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