Tanto più uno eccelle in grandezza, tanto più vuole essere il
primo o - peggio ancora - il solo. Ma è difficile poi che chi desidera
sovrastare tutti rispetti l'equità, che è praticamente inseparabile dalla
giustizia. Per cui avviene che non si lascia vincere né dal confronto di idee
né dall'autorità del diritto e delle leggi; ed ecco sorgere allora nello Stato
corruttori e faziosi per poter raggiungere la massima potenza ed essere
superiori con la forza piuttosto che pari con la giustizia. Ma quanto più conservare
l'equità è difficile, tanto più è apprezzabile: non v'è infatti nessuna
circostanza, nella quale non si debba operare secondo giustizia. Il forte
dev'essere considerato non colui che perpetra ingiustizie, ma colui che le
impedisce.
Marco Tullio Cicerone
De officiis, I, 64
De officiis, I, 64
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