Stasera sono tornato a casa, la “vecchia casa ad angolo sul mondo” che il terremoto del 2016 ha reso inagibile.
Che tristezza! Ho passeggiato tra le stanze e gli ampi saloni e poi seduto sui gradini della scala che sale e raggiunge il tetto ho fermato il tempo.
Quanti ricordi!
.
Leggeva le poesie di Leopardi,
la nonna, e raccontava della luna:
che fai tu, luna?
Sorgi la sera e vai
contemplando i deserti; indi ti posi.
Raccontava di Silvia e
il colle, quell’ermo colle
che immaginavo salire lieve
fino alla nuvola d’argento che
frequentava i miei sogni.
La vedevo correre, la nuvola.
La vedevo aggiungersi ad altre
e poi scomparire …
Immaginavo la siepe e chiedevo:
“raccontami il mare!”
Poi la nonna è andata, un giorno di giugno
ed io ho preso ad ascoltare il silenzio.
l’infinito dolce silenzio di ricordi lontani.
(gsn)
Scrive Hegel
Le dimensioni del tempo, il presente, il futuro e il passato sono il divenire come tale dell’esteriorità, e la risoluzione di quel divenire nelle differenze dell’essere, da un lato, che è trapasso in nulla, e del nulla, dall’altro, ch’è trapasso in essere.
In altri termini dice Hegel “il tempo non è, per così dire, un recipiente in cui ogni cosa sia posta come in una corrente che scorra a da cui essa sia trascinata e sommersa. Il tempo è soltanto …. astrazione del corrodere. Poiché le cose sono finite per questo esse sono nel tempo: non perché esse periscano perché sono nel tempo" … e continua
In effetti seduto sui gradini della scala che sale, nel silenzio. vivo un eterno presente.
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