lunedì 6 giugno 2011

Mare di Giovanni Pascoli



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M'affaccio alla finestra e vedo il mare:

vanno le stelle, tremolano l’onde.
Vedo stelle passare, onde passare:
un guizzo chiama, un palpito risponde.
Ecco sospira l'acqua, alita il vento:
sul mare è apparso un bel ponte d'argento.
Ponte gettato sui laghi sereni,
per chi dunque sei fatto e dove meni?
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Il poeta s'affaccia alla finestra e vede il mare; è una notte stellata e la luce si rifrange sulle onde. Le onde sono come le stelle: si muovono e sembrano dialogare tra loro. Il vento smuove l'acqua e produce rumori simili a sospiri; intanto il poeta vede apparire sul mare un ponte di luce, che supera le distesa dell'acqua e  si domanda dove arriverà.
E' un madrigale, quindi tutti endecasillabi rima abab cc dd. .....  Il paesaggio visto dalla finestra è quieto, calmo e riflette l'animo del poeta nel momento della sera, il cielo si riconguinge al mare, quindi il cielo alla terra e se quindi  anche i morti ai vivi (il padre).
Poi il clima quieto viene interrotto dalla visione del ponte d'argento, che spezza in due il paesaggio del cielo e del mare che formavano un tutt'uno scintillante. E ' probabilmente il riflesso della luna.
Nella terza strofa il poeta si chiede il significato del ponte, non sa dove potrebbe condurre nè per chi sia stato creato. Attraverso il processo simbolista, Pascoli esprime le sue considerazioni sulla vita e la sua fine : la morte, con un'aura di mistero, di incertezza.

Fonte internet

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