Chi
vive, vive la propria vita. Chi legge, vive anche le vite altrui. Ma
poiché una vita esiste in relazione con le altre vite, chi non legge non
entra in questa relazione, e dunque non vive nemmeno la propria vita,
la perde. La scrittura registra il
lavoro del mondo. Chi legge libri e articoli, eredita questo lavoro, ne
viene trasformato, alla fine di ogni libro o di ogni giornale è diverso
da com'era all'inizio. Se qualcuno non legge libri né giornali, ignora
quel lavoro, è come se il mondo lavorasse per tutti ma non per lui,
l'umanità corre ma lui è fermo. La lettura permette di conoscere le
civiltà altrui. Ma poiché la propria civiltà si conosce solo in
relazione con le altre civiltà, chi non legge non conosce nemmeno la
civiltà in cui è nato: egli è estraneo al suo tempo e alla sua gente.
Ferdinando Camon
Tenebre su tenebre
Ferdinando Camon
Tenebre su tenebre
Nessun commento:
Posta un commento