venerdì 19 luglio 2013

Wislawa Szymborska: "Vista con granello di sabbia


Joaquin Sorolla
Joaquin Sorolla




Vista con granello di sabbia

Lo chiamiamo granello di sabbia.
Ma lui non chiama se stesso né granello né sabbia.
Fa a meno di un nome
generale, individuale,
permanente, temporaneo,
scorretto o corretto.
Del nostro sguardo e tocco non gli importa.
Non si sente guardato e toccato.
E che sia caduto sul davanzale
è solo un’avventura nostra, non sua.
Per lui è come cadere su una cosa qualunque,
senza la certezza di essere già caduto o di cadere ancora.
Dalla finestra c’è una bella vista sul lago, ma quella vista, lei, non si vede.
Senza colore e senza forma,
senza voce, senza odore e senza dolore
 è il suo stare in questo mondo.
Senza fondo è lo stare del fondo del lago,
 e senza sponde quello delle sponde.
Né bagnato né asciutto quello della sua acqua.
Né al singolare né al plurale quello delle onde,
che mormorano sorde al proprio mormorio
 intorno a pietre non piccole, non grandi.
E tutto ciò sotto un cielo per natura senza cielo,
ove il sole tramonta senza tramontare affatto
 e si nasconde senza nascondersi dietro una nuvola ignara.

Il vento la scompiglia senza altri motivi se non quello di soffiare.

Wislawa Szymborska: "Vista con granello di sabbia


Joaquin Sorolla
Joaquin Sorolla

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