martedì 24 aprile 2007

Giovenale Nino Sassi - L’usignolo vola incontro all’inverno


(a Franco Minetti)

La cicala canta, prigioniera della rugiada, una storia fatta di sangue
all’usignolo avvolto d’autunno.
“la notte tessuta con seta di luna, profumata d’estate colorava,
di bianche trasparenze, le pannocchie del grano imbrunite dal sole”.

“lasciami vivere, bambino, questo giorno d’innocenza”

“lucerne d’intermittenza accendevano le ombre mentre giù,
nel guazzo dello stagno una rana aspettava immobile i riflessi dell’argento”

“E’ l’ultimo giorno d’innocenza, questo, poi sarà notte, lotterò per la vita”

“Mia madre mi ha lasciato in eredità il mondo,fili d’erba, ocra, dorato talento.
Ricordo l’estate e i canti d’armonia,colori accesi, il calore della terra”

“Pregerei Iddio ma qui non c’entra, è un altro che giudica, sancisce, condanna
chi cerca soltanto d’essere se stesso”

mia madre disse:
”è tuo l’orizzonte, gli alberi che vedi, i cespugli, i riflessi dell’argento
… ma meglio che scegli una casa e pochi amici, poche cose è meglio,
conosciute e amate che traiettorie infinite sconosciute ed insicure.
Scelsi un filo di grano per il mio canto ma venne un cavaliere e,
armato, dirocco il campo”.

“Ho chinato la testa costretto dalla fame e sto qui che lecco le ferite,
che aspetto che succeda, qualcosa succeda capace di scuotere,
cambiare, il freddo, questo giorno di vento”

“Ricordo l’estate, i canti d’armonia, colori accesi, il calore della terra.
Mia madre è morta tra i covoni del fieno”

Morì, prigioniera della rugiada, l’ultima cicala mentre l’usignolo,
avvolto d’autunno volava incontro all’inverno

1 commento:

Anonimo ha detto...

buon 25 aprile