domenica 31 ottobre 2010

La festa di Ognissanti,

La festa di Ognissanti, nota anche come Tutti i Santi, è una solennità che celebra insieme la gloria e l'onore di tutti i Santi (canonizzati e non).


"Allora apparve una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua.
Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all'Agnello, avvolti in vesti candide, e portavano palme nelle mani."

(Ap 7,9)
Ognissanti è anche una espressione rituale cristiana per invocare tutti i santi e martiri del Paradiso, noti o ignoti che siano.

Le commemorazioni dei martiri, comuni a diverse Chiese, cominciarono ad esser celebrate nel IV secolo. Le prime tracce di una celebrazione generale sono attestate ad Antiochia, e fanno riferimento alla Domenica successiva alla Pentecoste. Questa usanza viene citata anche nella settantaquattresima omelia di Giovanni Crisostomo (407) ed è preservata fino ad oggi dalla Chiesa Ortodossa d'Oriente.

Come data di celebrazione della festività fu scelto il 1º novembre per farla coincidere con il Samhain, l'antica festa celtica del nuovo anno, a seguito di richieste in tal senso provenienti dal mondo monastico irlandese. Secondo le credenze celtiche durante la celebrazione del Samhain, i morti avrebbero potuto ritornare nei luoghi che frequentavano mentre erano in vita, e celebrazioni gioiose erano tenute in loro onore. Da questo punto di vista le antiche tribù celtiche erano un tutt'uno col loro passato ed il loro futuro. Questo aspetto della festa non fu mai eliminato pienamente, nemmeno con l'avvento del Cristianesimo che infatti il 2º novembre celebra i defunti.

Papa Gregorio III (731-741) scelse il 1º novembre come data dell'anniversario della consacrazione di una cappella a San Pietro alle reliquie "dei santi apostoli e di tutti i santi, martiri e confessori, e di tutti i giusti resi perfetti che riposano in pace in tutto il mondo". Arrivati ai tempi di Carlo Magno, la festività novembrina di Ognissanti era diffusamente celebrata.

Il 1º novembre venne decretato festa di precetto da parte del re franco Luigi il Pio nell'835. Il decreto fu emesso "su richiesta di papa Gregorio IV e con il consenso di tutti i vescovi".

giovedì 28 ottobre 2010

Shakespeare - Silvia


Qual luce è luce, se Silvia non appare ?
qual gioia è gioia se Silvia non è lì ?
a men di immaginarla a me vicina e far
mia una parvenza di perfezione.
Se nella notte mi trovo accanto a Silvia
non sento più nemmeno l’usignolo.
A men di contemplar Silvia di giorno
non c’è più giorno ch’io voglia contemplare.
Non vivo più se lei – di me l’essenza –
mi toglie la benigna sua influenza che
mi da vita, cibo, luce e affetto.
Non evito la morte , se sfuggo a tal verdetto:
se qui mi attardo, corteggio certa morte,
ma dalla vita fuggo, se fuggo dalla corte.

Shakespeare - Silvia

ROMANZO



I cinque temi:

1. La famiglia
2. Gli amici e le amiche
3. La vita a. ..( nome della città) e di terre in terre.
4. Il cattolicesimo
5. L’arte

Il protagonista lo chiameremo Stefano.
Come eroe è un adolescente, come artista un adulto.



mercoledì 20 ottobre 2010

Seneca - Epistole a Lucilio, 1


"La vita non è breve, ma tale la rendiamo noi",
sprecando il nostro tempo in futili attività, senza accorgerci che
"mentre si attende di vivere, la vita passa":
"comportati così, Lucilio mio, rivendica il tuo diritto su te stesso e il tempo che fino ad oggi ti veniva portato via o carpito o andavColore testoa perduto raccoglilo e fanne tesoro. Convinciti che è proprio così, come ti scrivo:
certi momenti ci vengono portati via, altri sottratti e altri ancora si perdono nel vento.
Ma la cosa più vergognosa è perder tempo per negligenza.
Pensaci bene: della nostra esistenza buona parte si dilegua nel fare il male, la maggior parte nel non far niente e tutta quanta nell'agire diversamente dal dovuto. Puoi indicarmi qualcuno che dia un giusto valore al suo tempo, e alla sua giornata, che capisca di morire ogni giorno?
Ecco il nostro errore:
vediamo la morte davanti a noi e invece gran parte di essa è già alle nostre spalle: appartiene alla morte la vita passata.
Dunque, Lucilio caro, fai quel che mi scrivi:
metti a frutto ogni minuto; sarai meno schiavo del futuro, se ti impadronirai del presente.
Tra un rinvio e l'altro la vita se ne va.
Niente ci appartiene, Lucilio, solo il tempo è nostro.
La natura ci ha reso padroni di questo solo bene, fuggevole e labile: chiunque voglia può privarcene.
Gli uomini sono tanto sciocchi che se ottengono beni insignificanti, di nessun valore e in ogni caso compensabili, accettano che vengano loro messi in conto e, invece, nessuno pensa di dover niente per il tempo che ha ricevuto, quando è proprio l'unica cosa che neppure una persona riconoscente può restituire"
(Epistole a Lucilio, 1).


giovedì 14 ottobre 2010




PER ALMENO UNA SETTIMANA RESTERO' IN SILENZIO ...
GRAZIE PER AVERMI ASCOLTATO

mercoledì 13 ottobre 2010

Yves Bonnefoy - La casa natale



Mi svegliai, era la casa natale,
la schiuma s’abbatteva sulla roccia,
non un uccello, solo il vento ad aprire e chiudere l’onda,
l’odore dell’orizzonte da ogni parte,
cenere, come se le colline celassero un fuoco
che altrove divorava un universo,
passai nella veranda, la tavola era apparecchiata,
l’acqua urtava i piedi del tavolo, la credenza.
Bisognava comunque che entrasse, la senza-volto
che sapevo sbattesse alla porta
del corridoio, dal lato della scala scura, ma invano,
tanto alta era già l’acqua nella sala.
Giravo la maniglia, che resisteva,
quasi sentivo i rumori dell’altra riva,
quelle risa dei bimbi nell’erba alta.
Quei giochi degli altri, per sempre gli altri, nella loro gioia.

da Le assi curve (Mondadori, 2007) La casa natale, Traduzione Italiana di Fabio Scotto

Yves Bonnefoy, nato a Tours, nel 1923, professore emerito al Collège de France di Parigi, è poeta, prosatore e saggista. Ha tradotto Shakespeare, Donne, Keats, Yeats, Petrarca, Leopardi. Più volte candidato al Nobel per la letteratura, ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti internazionali. In Italia ha pubblicato diverse raccolte: Movimento e immobilità di Douve (1969), Ieri deserto regnante (1978) Pietra scritta (1985), Nell’insidia della soglia (1990), Quel che fu senza luce. Inizio e fine della neve (2001).

martedì 12 ottobre 2010

Johnnie Sayre - Dall'Antologia di Spoon River - Lois Spears

La donna che quì parla del suo passato fu in vita cieca ma non ha parole di imprecazione per la sua sorte, anzi proclama d'essere stata '' la più felice delle donne, come moglie, come madre e massaia'' ... la sua è una delle poche voci serene nell'amaro concerto di Spoon River.


Qui giace il corpo di Lois Spears,
nata Lois Fluke, figlia di Willard Fluke,
moglie di Cyrus Spears,
madre di Myrtle e Virgil Spears,
bimbi dagli occhi limpidi e il corpo sano-
(io nacqui cieca).
Fui la più felice delle donne
come moglie, madre e donna di casa,
curando i miei cari
e facendo della casa
un luogo d'armonia e di ospitalità generosa:
passavo per le stanze
e il giardino
con un istinto infallibile quanto la vista,
come avessi gli occhi sulla punta delle dita.
Gloria a Dio nell'alto dei cieli.

Quadri di Luigi Gaudenzi

lunedì 11 ottobre 2010

domenica 10 ottobre 2010

Riportiamoli a casa




Quattro giovani soldati,
il meglio della gioventù del nostro paese,
hanno perso la vita dove il mondo finisce.

Giovani caduti come foglie in autunno
dove la storia riavvolge i giorni.

Un boato assurdo, irrazionale
e tutto finisce.

I soldati sanno che il loro futuro e già scritto
eppure vanno incontro .
Conoscono il non senso, il buio, il terrore,
l’incertezza dell’attesa.
Sanno che potrebbero non tornare

ed ogni partenza è un esilio,
ogni arrivo un traguardo.


Perchè, scrive Rosalba, la giovane amica di Piana degli Albanesi, si continua questo gioco della morte?
Per quale democrazia?
Non siamo noi, Italia, in grado di difendere la nostra democrazia e pretendiamo di difenderla altrove?
Apriamo le pagine al dolore delle famiglie?
Scavando sulle loro vite?

Come non condividere i suoi pensieri...

Ora BASTA, suggerisce con tono imperioso Nikka

Riportate tutti a casa .....
Gli italiani, gli americani, gli inglesi .... TUTTI.
Questa guerra è una follia che non ha portato la pace nè la democrazia ha portato solo morte

Si, riportiamoli a casa...

Buona domenica

sabato 9 ottobre 2010

(AGI) - Herat, 9 ott. 2010 - Attacco a un convoglio militare italiano in Afghanistan



UNGARETTI
SOLDATI

Si sta come d'autunno
sugli alberi le foglie


Nonostante la brevita del testo, Ungaretti riesce a descrivere la condizione del soldato che paragona ad una foglia d’albero in autunno.
Basta un colpo di vento e la foglia cade … cosi come basta un colpo di fucile per uccidere il soldato





(AGI) - Herat, 9 ott. - Attacco a un convoglio militare italiano in Afghanistan. Quattro alpini sono morti e un quinto e' rimasto ferito in modo grave. Si e' trattato di un'imboscata dei talebani nella regione di Wardak, 200 chilometri da Farah, nel centro-est del Paese. Prima l'esplosione di un ordigno che un blindato Lince di scorta a un convoglio, poi lo scontro a fuoco che ha messo in fuga i ribelli, ha riferito il maggiore Mario Renna, portavoce del Comando regionale occidentale dell'Isaf. L'attacco e' avvenuto alle 09:45 ora locale, le 07:45 in Italia.
Il ferito, trasportato in elicottere all'ospedale militare, e' in condizioni gravi ma e' coscente, ha precisato da Roma il generale Massimo Fogari, capo ufficio stampa del ministero della Difesa. I cinque alpini erano a bordo di un Lince che faceva parte del dispositivo di scorta a un convoglio di 70 camion civili che rientravano verso ovest dopo aver trasportato materiali per l'allestimento della base operativa avanzata di Gulistan, denominata 'Ice'. (AGI)

venerdì 8 ottobre 2010

Mario Vargas Llosa, premio Nobel della letteratura 2010


Mario Vargas Llosa, premio Nobel della letteratura 2010 insieme a mia figlia Sara, giornalista.


Un pezzettino, piccolissimo, del Nobel della letteratura 2010 è entrato in casa. Mario Vargas Llosa, scrittore peruviano ha infatti ricevuto l’annuncio dell’Accademia Reale svedese, che ha deciso di conferire a lui il prestigioso riconoscimento per il suo operato nel campo della letteratura.


Nato in Perú, Vargas Llosa vive fin da giovanissimo esperienze oltre i confini del suo Paese: cresce in Bolivia, si sposta poi a Madrid, dove riceve buona parte della propria educazione stilistica e prende la cittadinanza nel 1993; ma anche Parigi, dove tra le altre cose diventa giornalista per la France Press; Italia e Inghilterra, nella cui capitale elegge il proprio domicilio.

Personaggio eclettico ed esuberante, aderente al liberismo radicale e notissimo in patria, alterna l'impegno letterario a quello civile, fino ad arrivare a candidarsi alle presidenziali peruviane del 1990, dalle quali esce sconfitto da Alberto Fujimori. Proprio questa sconfitta lo spingerà a prendere la nazionalità spagnola, in aperta polemica con la politica nazionale (Fonte: Wilkipedia)



Chi determina se una opera letteraria o artistica è valida o no?
MARIO VARGAS LLOSA rispondendo a questa domanda affermò che….

….”Io credo che una delle cose che impari, abbastanza presto, quando dedichi la tua vita a scrivere, è che ciò che è fondamentale nella vocazione si gioca non davanti al pubblico, ma nella solitudine quasi assoluta che si vive quando si scrive. Un lavoro letterario come una novella, ti occupa molto tempo, ti fa passare periodi di insicurezza, di confusione. Poi, se la storia prende forma e inizia a dominare questa massa di informazioni, all’inizio molto complessa, inizi a sentire una soddisfazione derivata dal vivere questi momenti. Quello che viene dopo…..
Anche gli scrittori più vanitosi, ( e ce ne sono molti), già sanno……che il vero valore della loro opera si saprà quando non saremo più vivi. Questo tempo è quello che determina la perennità o la fugacità di una opera. Così che i riconoscimenti e i premi promuovono la vanità. Però se sei un buon o cattivo scrittore lo dirà il tempo”……

mercoledì 6 ottobre 2010

Stasera, come RAINER MARIA RILKE, potrei scrivere che ....

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Viareggio presso Pisa (Italia)
5 aprile 1903

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Deve scusarmi, caro egregio signore, se solo oggi, grato, ricordo la sua lettera del 24 febbraio: sono stato tutto il tempo indisposto, non proprio malato, ma oppresso da una spossatezza influenzale che mi rendeva inabile a tutto. Alla fine, non accennando il mio stato a migliorare , sono partito per questo mare del Sud il cui beneficio già una volta mi ha aiutato. Ma non sono ancora in salute, lo scrivere mi pesa, e così deve accettare queste poche righe in vece d’altro. Naturalmente sappia che ogni sua lettera sarà per me sempre una gioia, e solo abbia indulgenza quanto alla risposta, che forse la lascerà spesso a mani vuote; poiché in sostanza, è proprio nelle cose più profonde e importanti, siamo indicibilmente soli, e affinché uno possa consigliare e anzi aiutare l’altro deve accadere molto, molto deve riuscire, una intera costellazione di cose si deve realizzare perché si ottenga una volta lo scopo……

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RAINER MARIA RILKE
Lettere a un giovane poeta
Oscar Mondadori

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Tra il 1903 e il 1908 Franz Xaver Kappus, un giovane allievo dell'accademia militare di Wiener Neustadt, inviò a Rainer Maria Rilke alcune sue prove poetiche. Il corpus di poesie era accompagnato da una lettera in cui il giovane aspirante poeta si apriva come non aveva mai fatto con! nessuno. Ebbe così inizio quel carteggio che, staccato dall'epistolario di Rilke, fu pubblicato come opera a sé stante nel 1929. Dal poeta maturo scaturisce una sorta di lezione fatta di consigli stilistici e, soprattutto, di insegnamenti spirituali. Con toni accorati, Rilke espone i temi! principali della sua poetica: esorta Kappus a indagare se veramente lo scrivere sia per lui una necessità, gli indica il peso e la grandezza dell'essere artista, lo esorta alla solitudine come unico mezzo per giungere alla maturazione di sé. Tra le più belle scritte da Rilke, le dieci lettere sulla poesia raccolte in questo volume costituiscono un breviario spirituale in cui il poeta, prescindendo dal destinatario, si pone davanti ad uno specchio straniante e rivelatore che lo aiuta a definirsi e ad analizzarsi.

Autunno

I colori dell’autunno raccolti nei viali
raccontano i pensieri e il tempo che passa
incontro all’inverno
.

martedì 5 ottobre 2010


When the night has come
And the land is dark
And the moon is the only light we'll see
No I won't be afraid, no I won't be afraid
Just as long as you stand, stand by me

And darlin', darlin', stand by me, oh now now stand by me
Stand by me, stand by me

If the sky that we look upon
Should tumble and fall
And the mountains should crumble to the sea
I won't cry, I won't cry, no I won't shed a tear
Just as long as you stand, stand by me

And darlin', darlin', stand by me, oh stand by me
Stand by me, stand by me, stand by me-e, yeah

(guitar)

Whenever you're in trouble won't you stand by me, oh now now stand by me
Oh stand by me, stand by me, stand by me

Darlin', darlin', stand by me-e, stand by me
Oh stand by me, stand by me, stand by me



Stand by Me è una canzone di Ben E. King, scritta da Ben E. King, Jerry Leiber e Mike Stoller. Il brano è basato su un gospel del 1955 dei The Staples Singers, riadattata a ritmi più moderni dagli autori. È stata pubblicata per la prima volta nel 1961. Ha raggiunto la top ten dei singoli più venduti negli Stati Uniti per due volte, nel 1961 e nel 1986, in occasione dell'uscita del film Stand by me - Ricordo di un'estate, e il primo posto nella classifica britannica.

Numerose cover del brano sono state pubblicate, la versione più nota è quella di John Lennon, giunta alla ventesima posizione dei singoli più venduti nel Regno Unito. In Italia, è stata portata al successo da Adriano Celentano con il titolo Pregherò. Gigi D'Agostino ne ha fatto una cover nell'album Lento Violento e altre storie. La canzone vanta anche una cover punk dei Pennywise. Nel 2009 il gruppo americano Bon Jovi, insieme al cantante di origini iraniane Andy Madadian, ha realizzato una versione di questa canzone in sostegno al popolo iraniano. Nel 2010 Lady GaGa e Sting hanno cantato questa canzone durante la cerimonia di beneficenza Rainforest a New York.

Anche Lemmy Kilmister dei Motorhead ne ha eseguita una per il film Extremely Sorry accompagnato tra gli altri, da Dave Lombardo alla batteria.

Fonte: Wikipedia Italia

lunedì 4 ottobre 2010

San Francesco d'Assisi


Preghiera di San Francesco

Oh Signore, fa di me uno strumento della tua pace
dove è odio, fa che io porti l'amore
dove è offesa, che io porti il perdono,
dove è discordia, che io porti l'unione,
dove è dubbio, che io porti la fede,
dove è errore, che io porti la verità,
dove è disperazione, che io porti la speranza,
dove è tristezza, che io porti la gioia,
dove sono le tenebre, che io porti la luce.
Maestro, fa che io non cerchi tanto
di essere consolato, quanto di consolare,
di essere compreso, quanto di comprendere,
di essere amato, quanto di amare.
Perchè è
dando, che si riceve,
perdonando, che si è perdonati,
morendo, che si resuscita a vita eterna.



Cantico delle creature


Altissimu, onnipotente bon Signore,
Tue so' le laude, la gloria e l'honore et onne benedictione.

Ad Te solo, Altissimo, se konfano,
et nullu homo ene dignu te mentovare

Laudato sie, mi' Signore cum tucte le Tue creature,
spetialmente messor lo frate Sole,
lo qual è iorno, et allumini noi per lui.
Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore:
da Te, Altissimo, porta significatione.

Laudato si', mi' Signore, per sora Luna e le stelle:
in celu l'ài formate clarite et preziose et belle.

Laudato si', mi' Signore, per frate Vento
Et per aere et nubilo et sereno et onne tempo,
per lo quale, a le Tue creature dài sustentamento.

Laudato si', mi' Signore, per frate Focu,
per lo quale ennallumini la nocte:
ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte.

Laudato si', mi' Signore, per sora nostra madre Terra,
la quale ne sustenta et governa,
et produce diversi fructi con coloriti fior et herba…

Laudato si', mi Signore, per quelli che perdonano per lo Tuo amore
et sostengono infirmitate et tribulatione.

Beati quelli ke 'l sosterranno in pace,
ka da Te, Altissimo, sirano incoronati.

Laudato si' mi Signore, per sora nostra Morte corporale,
da la quale nullu homo vivente po' skappare:
guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali;
beati quelli ke trovarà ne le Tue sanctissime voluntati,
ka la morte secunda no 'l farrà male.

Laudate et benedicete mi Signore et rengratiate
e serviateli cum grande humilitate.

Secondo quanto ci ha tramandato la tradizione medioevale, San Francesco compose il Cantico delle creture ( o Cantico di frate sole ) in tre momenti: i primi 22 versi - che sono le lodi vere e proprie delle creature al Creatore - li improvvisò nell'orto di San Damiano quando era fortemente tormentato dalle infermità e dalle stimmate. Successivamente aggiunse i versi 23 - 26 per ricordare la conciliazione avvenuta per sua intercessione tra il Vescovo e il Podesta di Assisi. La parte finale - che celebra le lodi della morte - il santo le dettò quando si sentì prossimo a morire.

Il Cantico, che pur si colloca nel periodo più travagliato dell'esistenza di San Francesco, è un inno di gioiosa esaltazione che le creature, insieme al Poeta, innalzano all'infinita bontà del Signore.

Tutto ciò che Dio ha creato è buono e bello: buoni e belli sono il sole, la luna e le stelle... l'aria - sia quando è serena che quando è nuvolosa -, l'acqua e il fuoco, la terra con i suoi frutti e fiori; ma belle e buone sono anche le tribolazioni perchè quando più si è tribolati tanto più si è in '' perfetta letizia ''.

Bella e buona e perfino la morte - ''sora nostra morte coprporale'' -, perchè essa schiude a chi l'ha meritata vivendo umilmente e nella grazia di Dio la felicità del paradiso.

Claude Monet

sabato 2 ottobre 2010


Giuseppe De Nittis (1846-1884)
La modernité élégante
du 21 octobre 2010 au 16 janvier
Petit Palais***

Parigi rende omaggio al pittore barlettano Giuseppe De Nittis. E lo fa con una mostra da non perdere, anzi da ammirare con attenzione. Infatti, a breve e proprio nella capitale francese, sarà inaugurata la rassegna «La modernité élégante» all’interno di un tempio sacro della cultura mondiale, ovvero, il «Petit Palais, Musee des Beaux Arts».

Questa operazione culturale che ha certamente il merito di offrire lustro internazionale al pittore barlettano è il frutto di una stretta sinergia tra il comune di Barletta e la municipalità di Parigi avviata negli anni scorsi con una mostra del «Petit» ospitata a Barletta nel Palazzo della Marra. La mostra sarà inaugurata a Parigi il 20 ottobre e resterà aperta fino al 16 gennaio 2011. Fatto insolito è che per la prima volta si realizzerà una «ospitalità artistica» del pittore barlettano a Parigi.


Ben 120 i quadri che saranno presenti a Parigi e la città di Barletta contribuirà con 47 opere, provenienti dalla donazione di Léontine, moglie di De Nittis. Altro elemento qualificante dell’esibizione è il fatto che venticinque quadri sono degli «inediti assoluti» tenuto conto che saranno esposti per la prima volta. Spicca tra questi una tela che arriva da Filadelfia «Il ritorno dalle corse». Non sarà invece presente la annunciata «Signora con il cane» di proprietà di Calisto Tanzi.
Fonte: La gazzetta del mezzogiorno
Cenni biografici

Nato a Barletta nel 1846, rimasto orfano sin dall'infanzia, De Nittis, dopo il suo apprendistato presso il pittore barlettano Giovanni Battista Calò, si iscrisse nel 1860 all'Accademia di Belle Arti di Napoli sotto la guida di Mancinelli e Smargiassi, ma si mostrò disinteressato alle nozioni ed esercitazioni accademiche, per cui quattro anni più tardi fondò la Scuola di Resìna, corrente italiana sul tema del realismo.
Nel 1867 si trasferì a Parigi ...
Contemporaneo di Giovanni Boldini , amico di Caillebotte, Manet e Degas, conobbe Ernest Meissonier e Jean-Léon Gérôme ..... sposò, due anni più tardi, Léontine Lucile Gruvelle, che influenzerà notevolmente le scelte sociali ed artistiche del marito.
Toccò il culmine della sua fama all'Esposizione Universale di Parigi del 1874 dove espose undici delle sue tele.
Morì nel 1884 a Saint-Germain-en-Laye, colpito da un fulminante ictus cerebrale. È sepolto a Parigi, nel cimitero di Père-Lachaise

Fonte: Giuseppe De Nittis - Wikipedia

Dal bellissimo Blog di Kenza ... ( http://theaujasmin.blogspot.com/)



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Paul Claudel - La Vergine di Brangues


Sto ai suoi piedi e prego.
Ma non si può dire che lei mi guardi o che mi ascolti.
Riflette.
Come si dice che un’ acqua calma e pura riflette.
Chi mi ascolta è il bambino che tiene sul suo braccio sinistro.

Lui ha l’ orecchio che è rivolto verso la mia parte.
Il suo cuore batte…
E la prova che batte è la lunga mano della madre che si è allungata sopra e che l’ ascolta.
Lei l’ ascolta ascoltarmi.
Ma la mano del bambino a sua volta è posata sul braccio di sua madre.
Sull’ arteria materna.
La Vergine di Brangues è una Vergine che funziona.
Mi sono introdotto in un sistema in pieno funzionamento

Paul Claudel (1868-1955), poeta simbolista francese, fautore di un rinnovamento cattolico, scrive il celebre dramma L'annuncio a Maria (1912). Di netta ispirazione simbolista sono le raccolte poetiche Conoscenza dell'Est (1900), Cantata a tre voci (1913).