giovedì 31 dicembre 2009

Giovenale Nino Sassi - LIBERTA' e UNA PAROLA CHE NON SAPEVI





Ti ho chiamato

nelle notti di solitudine
pronunciando il tuo nome.

Sono andato
nei giorni del cammino
pronunciando il tuo nome.

Ho aspettato
sulle spiagge l’onda
pronunciando il tuo nome.

Sulle pagine bianche di un quaderno
ho scritto il tuo nome
e alla gente ho parlato di te
e l’ipocrisia e l’egoismo che vivo
ho combattuto
pronunciando il tuo nome.

Ho voluto credere
perché nulla è più importante del fatto
che vivo e sono un uomo:


libertà!
.

.

[ Viaggio malato…

La strada dei sogni
È una palude prosciugata ]


°°°
A volte la fatica arrotola i giorni
e non sai come uscirne.
Senti l’inadeguatezza dell’essere;
la pesantezza di passi che si succedono senza meta….
Senti il niente che uccide la speranza.
Poi, quando tutto sembra finire,
una parola che non sapevi,
una luce, apre l’orizzonte dei passi.
Vai incontro e un pensiero dolce
dal sapore dimenticato ti avvolge.
E’ il divenire che diventa futuro.…
.


.
Porto nel 2010 due poesie e la speranza nel futuro.
Auguro serenità e pace a quanti, navigando, incontreranno l'isola dei miei pensieri

domenica 27 dicembre 2009


Fasti Farnesiani - Musei di Palazzo Farnese - Piacenza

Sebastiano Ricci: Paolo III, ispirato dalla fede indice un concilio ecumenico.

Il dipinto fa parte di un gruppo di dodici che illustrano episodi della vita del Pontefice.

Giuseppe Ungaretti


Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade


Ho tanta
stanchezza
sulle spalle


Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata


Qui
non si sente
altro
che il caldo buono


Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare


Napoli, il 26 dicembre 1916

E' una bellissima poesia di Giuseppe Ungaretti - Wikipedia,
una delle mie preferite.

.In questi giorni passo angoli di tempo

accanto al focolare.
Il fumo sale
disegnando
parole
pensieri
poesia.


La gattina bianca fa le fusa

Grazie Manù

 Gracias Ojo de fuego
BUON  NATALE!!!

venerdì 25 dicembre 2009

E’ Natale ogni volta che sorridi
a un fratello e gli tendi la mano.
E’ Natale ogni volta che rimani
in silenzio per ascoltare l'altro.
E’ Natale ogni volta che non accetti
quei principi che relegano gli oppressi
ai margini della società.
E’ Natale ogni volta che speri
con quelli the disperano
nella povertà fisica e spirituale.
E’ Natale ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti
e la tua debolezza.
E’ Natale ogni volta che permetti
al Signore di rinascere
per donarlo agli altri.


Madre Teresa di Calcutta

BUON NATALE!

La natività del Caravaggio



La Natività del Ghirladaio



La Natività del Correggio
.

Signore Gesù,
ti contempliamo
nella povertà di Betlemme,
rendici testimoni del tuo amore,
di quell'amore
che ti ha spinto a spogliarti
della gloria divina,
per venire a nascere
fra gli uomini
e a morire per noi.
Infondi in noi il tuo Spirito,
perché la grazia dell'Incarnazione
susciti in ogni credente l'impegno
di una più generosa corrispondenza
alla vita nuova
ricevuta nel Battesimo.
Fa' che la luce di questa notte
più splendente del giorno
si proietti sul futuro
e orienti i passi dell'umanità
sulla via della pace.
Tu, Principe della Pace,
tu, Salvatore nato oggi per noi,
cammina con la Chiesa
sulla strada che le si apre dinanzi
nel nuovo millennio.
.


Papa Giovanni Paolo II - Wikipedia

giovedì 24 dicembre 2009

Costantino Kavafis



Pablo Picasso - Wikipedia



La città

Hai detto: ” Andrò per altra terra e altro mare
Una città migliore di questa ci sarà.
Tutti gli sforzi sono condanna scritta. E qua
giace sepolto, come un morto, il cuore.
E fino a quando, in questo desolato languore?
Dove mi volgo, dove l’occhio giro,
macerie nere della vita miro,
c’io non seppi, per anni, che perdere e schiantare”.

Nè terre nuove troverai, nè nuovi mari.
Ti verrà dietro la città. Per le vie girerai:
le stesse. E negli stessi quartieri invecchierai,
ti farai bianco nelle stesse mura.
Perenne approdo, questa città. Per la ventura
nave non c’è né via - speranza vana!
La vita che schiantasti in questa tana
breve, in tutta la terra l’hai persa, in tutti i mari



Konstantinos Kavafis - Wikipedia

mercoledì 16 dicembre 2009

Destinatario sconosciuto XII



 I giorni succedono ai giorni, l’estate è lontana … i colori dell’autunno raccolti nei viali raccontano i pensieri e il tempo che passa incontro all’inverno.
Il chirurgo, il compagno di banco e di giochi ha fatto un buon lavoro.
Sto bene, sembra ! speriamo che duri … ne ho bisogno per sistemare le mie cose: i problemi della famiglia e della casa; questa grande casa che fu dello bisnonno, del nonno, di mio padre ed ora della mia famiglia. Una casa che racconta quello che siamo stati,noi…. le nostre partenze e i ritorni.


[Conosco storie
e odori di terre diverse.
Colline verdi,
ieri,
fresca acqua di fonte.
Vecchia casa ad angolo sul mondo
da te partono
le mie traiettorie
sempre
il giorno dopo il riposo]

La convalescenza è stata difficile.
Problemi che cadono addosso e non hai le forze per affrontarli.


I colori dell’autunno
raccolti nei viali raccontano
i pensieri e il tempo che passa
incontro all’inverno.



Il cruccio che agita l’autunno della vita sono i figli da sistemare…. Una generazione di giovani, la loro, che rischia di non incontrare il lavoro, quello vero… una generazione di uomini e donne a cui, ‘’qualcuno’’, ha rubato la speranza e il futuro.

[O capitano, o mio capitano
anche l’ultima battaglia è perduta.
Troppo forte è il nemico per le esigue forze
degli eroi dispersi
in rotta
sui monti dell’arcobaleno.
Dove sono i compagni e le giovani donne,
le promesse incantate
prigioniere delle strade e delle piazze della gioventù ?
Dov’è la speranza?
Non è risiede più tra di noi.
Fummo eroi in solitaria marcia verso il niente?]

sabato 12 dicembre 2009

Sulle sponde del fiume Piedra mi sono seduta ed ho pianto ~ P.Coelho ~

L'amore è sempre nuovo.


Non importa che amiamo una, due, dieci volte nella vita:
ci troviamo sempre davanti a una situazione che non conosciamo.
L'amore può condurci all'inferno o in paradiso,
comunque ci porta sempre in qualche luogo.


E' necessario accettarlo,
perchè esso è ciò che alimenta la nostra esistenza.
Se non lo accettiamo, moriremo di fame
pur vedendo i rami dell'albero della vita carichi di frutti:
non avremo il coraggio di tendere la mano e di coglierli.
E' necessario ricercare l'amore là dove si trova,
anche se ciò potrebbe significare ore, giorni,
settimane di delusione e di tristezza.
Perchè, nel momento in cui partiamo in cerca dell'amore,
anche l'amore muove per venirci incontro, e ci salva...


Sulle sponde del fiume Piedra mi sono seduta ed ho pianto ~ P.Coelho ~

mercoledì 9 dicembre 2009

Roger Scruton - La cultura contemporanea si nutre troppo di negativo



Michelangelo Buonarroti - Wikipedia


 S e la bellezza salverà il mondo, la cultura potrebbe redimerlo. Ma oggi il sapere è minacciato dai «nuovi media» che minacciano il pensiero autentico. È quanto sostiene Roger Scruton, filosofo inglese e docente all’Institute for the Psychological Sciences di Washington e Oxford, che interverrà all’imminente convegno su Dio di Roma. Venerdì Scruton interloquirà con il patriarca di Venezia Angelo Scola sul tema «Il Dio della cultura e della bellezza». 
 «Molte persone che possiedono un sentire morale non credono in Dio, e sospetto che pochi umanisti sarebbero d’accordo con Dostoevskij. Penso che la vita morale punti verso Dio, anche se essa può esser praticata da persone che non Lo trovano o non Lo cercano. In modo simile, l’esperienza estetica e il sentimento della bellezza puntano verso Dio mostrando che questo mondo è intrinsecamente pieno di significato, come se fosse illuminato da una fonte trascendentale. La bellezza sta a fianco del sacro come una finestra su tale sorgente. Un tempo l’arte era fondata sulla religione e al suo sommo grado essa è spesso stata creata a servizio della religione.
  Anche l’arte che non cita Dio può avere una forza religiosa, come il

 Tristano e Isotta
di Wagner. Questo avviene perché la bellezza ci apre al pensiero che la nostra esistenza non viene solo consumata, bensì è redenta».



«Dietro ogni cultura vi è una tradizione religiosa che la nutre. E se questa si indebolisce, la cultura rimane senza nutrimento spirituale e decade. Lo abbiamo visto nella spiritosa satira dell’arte che si trova alla Biennale di Venezia o alla Tate Gallery a Londra. Senza radici spirituali l’arte diventa un fantasma, piena di livore e derisione ma senza il dono della bellezza. Un artista può perseguire il bello solo se guarda alla realtà come un dono che va accolto con gratitudine e se compie la sua opera come espressione di gratitudine. L’arte deve essere seria, riconoscendo che gli esseri umani non sono semplicemente macchine di piacere ma creature con un destino spirituale. Non tutti gli artisti hanno rotto con tale eredità. Nella musica vedo molti compositori che lottano per mantenere viva questa eredità. Ma vi sono giovani musicisti che hanno perso ogni fiducia nel trascendente, e quindi vengono attratti dai metodi del 'criticismo', quel post-strutturalismo e post­modernismo che lei citava, i quali rimuovono tutte le tracce di significato. Nella nostra cultura è all’opera un nichilismo attivo che proviene dalla delusa amarezza di quelle persone che non riescono a trovare la fede». 




 «L’arte è un omaggio alla forza creativa che guida l’universo, un tentativo di incorporare, dentro confini umani, l’esperienza di un mondo che è al contempo creato e offerto. Una volta l’arte aveva un posto indiscutibile nel culto religioso, non solo in quello pagano ma anche nelle chiese cristiane. L’islam ha allontanato l’arte figurativa dalla moschea, ma non ha espulso la bellezza. Ha cercato di abbellire il luogo di culto in un modo che potesse essere un tributo degno di quel Dio che lì veniva adorato. Quest’abitudine di offrire in un luogo di culto ciò che è più bello vien testimoniato in tutto il mondo, nel giudaismo, nell’induismo e nel buddismo, nella semplice moschea del deserto o nei gloriosi santuari dei santi cristiani. L’oggetto meraviglioso è al di fuori dell’ordinario corso degli eventi umani. Esso richiede riverenza, rispetto e anche coscienza di chi andiamo ad incontrare. Mi sembra, comunque, che la bellezza punti verso il Dio del cristianesimo piuttosto che gli dei dell’antichità o Allah. Questo, perchè il Dio cristiano è un Dio incarnato, che condivide la nostra situazione ed è presente nelle nostre vite. Egli può essere rappresentato nell’arte e la nostra tradizione di pittura e scultura ci ha condotto ad un’intima relazione con Lui. Egli si è dispiegato anche nella musica e nei lavori dei poeti. E non si può conoscere la grande tradizione dell’arte e della musica europea senza capire che qui vi è qualcosa di molto più grande che è stato raggiunto rispetto a qualsiasi altra civiltà. Certo, questo non è politicamente corretto da dire. Ma è vero».





 «Tale emergenza non è solo italiana, esiste dovunque in Europa e, sebbene il declino della religione cristiana sia parte del problema, non riguarda solo il cristianesimo.
  La medesima emergenza colpisce i figli dei musulmani e i genitori ebrei. Tutti sono colpiti dall’influenza dei nuovi media che riescono a distruggere la conoscenza in maniera immediata. La tv, i videogiochi, i cellulari e gli i-pod bombardano i sensi dei giovani con immagini che distraggono, suoni violenti e che sostituiscono il pensiero. In molti casi è impossibile penetrare la barriera di
nonsense 

fonte: Avvenire -INTERVISTA. Alla vigilia del convegno «Dio oggi» parla il filosofo Roger Scruton: «La cultura contemporanea si nutre troppo di negativo


lunedì 7 dicembre 2009

Henrik Nordbrandt - Caffè all'aperto




Edward Hopper - Wikipedia

Caffè all'aperto

Pioviggina un pò
ma non abbastanza perchè si possa proprio
chiamarla pioggia
e noi lentamente ci bagnamo
ma non abbastanza perchè valga proprio
la pena di parlarne
e un pò ci innamoriamo
ma non abbastanza perchè si possa proprio
chiamarlo amore.

 Henrik Nordbrandt

martedì 1 dicembre 2009

Giovenale Nino Sassi - Eccomi quì



Eccomi qui,
la testa consumata da venti
al caldo di un camino che brucia pensieri.
Parole come fumo cercano il cielo.
Il giovane studia e prepara il futuro
Per cosa poi, ha smarrito il senso.
Non alza le tende ,
non c’è di meglio …
Una generazione ha dato e poi tolto.
Più nulla...
nelle mani degli economisti
quello che resta dei fallimenti.
Sui davanzali gerani rossi
della casa in rovina…
L’ebreo cantava al tramonto
la terra
lungo la Limat in un qualche Tea Room di Zurigo.


Wenn ich rufe, erhòre mich , Gott, du mein Retter
Du hast mir Raum gescaffen, als mir angst war
Sei mir gnàdig, und hòr auf mein Flehen !


Canta ora l’arabo lungo i vicoli
della città che racconta storia;
pietre alzate, abbattute e nuovamente alzate
e torri come bastioni sui fianchi della collina.
È nenia di colori, un quasi lamento
e non mi appartiene.
La fanciulla porta il velo.


Ho combattuto agitando la spada ...