sabato 1 settembre 2007

Dante Alighieri, Divina Commedia - Paradiso, canto XXXIII, vv.1-21


Stasera rileggo Dante ..... prendo in prestito una delle pagine più belle della letteratura....
E sale un canto...



« Vergine Madre, figlia del tuo figlio,umile e alta più che creatura, termine fisso d'etterno consiglio, tu se' colei che l'umana natura nobilitasti sì, che 'l suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura. Nel ventre tuo si raccese l'amore, per lo cui caldo ne l'etterna pace così è germinato questo fiore. Qui se' a noi meridiana face di caritate, e giuso, intra ' mortali, se' di speranza fontana vivace. Donna, se' tanto grande e tanto vali, che qual vuol grazia e a te non ricorre sua disianza vuol volar sanz'ali. La tua benignità non pur soccorrea chi domanda, ma molte fiate liberamente al dimandar precorre. In te misericordia, in te pietate, in te magnificenza, in te s'aduna quantunque in creatura è di bontate. »


(Dante Alighieri, Divina Commedia - Paradiso, canto XXXIII, vv.1-21)



«...... Nel tuo ventre si riaccese l’amore grazie al quale è fiorita questa rosa (la Candida Rosa ove siedono i beati); qui in Paradiso sei luminosa guida di carità , e in terra inesauribile fonte di speranza. O Signora («donna», dal latino domina, “padrona”), sei tanto grande e potente che chiunque voglia una grazia e non ricorra a te, desidera volare senza ali: la tua bontà non solo soccorre chi prega, ma molte volte spontaneamente previene la richiesta; in te si concentra tutto ciò che di buono vi è nei mortali misericordia, pietà, magnificenza e ogni virtù, ....…»


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