venerdì 23 settembre 2011

Georges Seraut 

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Mio Dio, fate che chi sarà un giorno mia sposa
sia umile e sia dolce; per me tenera amica;
che noi ci si addormenti tenendoci per mano,
e che ella porti al collo, nascosta un po' tra i seni,
una catena d’argento, una medaglia;
che abbia liscia la carne, più tiepida e dorata
della prugna al finire dell'estate addormentata;
che nel cuore conservi la dolce castità
che abbracciandosi fa che si sorrida e taccia;
che ella divenga forte e vegli la mia anima
come il sonno d'un fiore veglia l'ape;
e che il giorno ch'io muoia, con le mani
giunte ella mi possa chiuder gli occhi
e senz'altra preghiera si inginocchi
chiudendo il suo dolore dentro il petto.

-Francis Jammes-

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