giovedì 11 dicembre 2008

akatalēpsía : Lettere dalla zona interdetta [XVII] Teodicea

Sai, oggi ho preso coraggio e ci sono tornata. Mi ha accompagnato Caroline, ma è rimasta giù mentre io, con una scusa, sono salita a vedere cos'era rimasto di te. Non c'era più il tuo violino, né gli scacchi che ti avevo regalato a Minsk (quelli di schiuma, col buffo re barbuto). I tuoi libri dorati e i miei senza pretese erano ancora tutti lì, colpiti d'improvviso da un raggio di sole memorabile.Ho sentito l'odore di un altro mondo, il suono di un altro tempo, ho visto i colori dei nostri giorni e delle tante notti. C'era ancora molto da trovare, c'erano tanti segreti da decifrare e frasi da terminare in quei tanti metri quadri che ci hanno visti felici. Alla fine mi sono seduta per terra (là dove un giorno ti chinasti a raccogliere il dado scappato dal tavolino) e sarei voluta restare così per ore, a osservare il mondo innaturale del rimpianto, mentre la signora V., dabbasso, intonava quell'aria della Tosca sulla quale, con te stupefatto, discettai di teodicea
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XVI - XV - XIV - XIII - XII - XI - XIX - VIII - VII - VI - V - IV - III - II - I
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Da: Lettere dalla zona interdetta [XVII] Teodicea
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Nelle ‘’Lettere dalla zona interdetta’’ di Clelia Mazzini troverete ‘’il tutto’’ raccolto intorno e dentro ‘’la parola’’. Il tutto o il tanto di chi vive ed è poesia.
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