giovedì 20 maggio 2010

Francesco Gaeta - Sgombero


Si, vi lascio vecchie mura,
dove un po’ del cuore mio
con un tenero desio
attaccato resterà

E vi lascio che ancor dura
Primavera, tra la festa
Delle rondini e la mesta
Vespertina carità.

Dunque addio, se il dì tramonta,
focolare ove, farfalla
su la tua parete gialla,
un estremo raggio muor;

carte a fiori, ove l’impronta
d’ogni quadro amico e noto
mette un suo parlante vuoto,
che non sa sbiadirsi ancor;

vacue camere, onde il passo
sveglia insoliti rimbombi;
tetti erbosi ove i colombi
riposavano dal vol;

e tu ancora, che dal sasso
esci, trepida lucerta,
a la loggia ormai deserta
che d’asfalto odora al sol.

Or, se qui svolga la vita
Senza me le sue vicende,
altra casa non m’attende,
non mi chiama, aprica, a sé ?

Ma una parte ahimé svanita
Dei miei giorni è qui sepolta.
Vecchie mura, qualche volta
Ricordatevi di me.


***

La situazione è molto semplice : c’è un trasloco.

Un uomo nel lasciare la casa dove a lungo ha abitato, si sofferma a guardare quelle vecchie mura a lui familiari. I ricordi invadono l’anima insieme ad un momento di tristezza che tutti, in situazioni analoghe, possono avere provato. La lirica poteva facilmente cadere nella sdolcinatura o nella rilassatezza formale, cedere alla tentazione dei rimpianti lacrimosi, dell’insistenza, della descrizione minuta. Il poeta invece mantiene il tono della lirica su un piano di misurata tenerezza riscattando la banalità dei riferimenti realistici in una letteraria dignità di vocabolario e di costrutti … effondendo la propria malinconia nella dolcezza della musica che pervade le strofe. Francesco Gaeta è un poeta napoletano nato nel 1879 , morto suicida nel 1927. La critica lo definisce un poeta di transizione dal Pascoli ai Crepuscolari. Al primo si avvicina per il forte senso del mistero, della morte e del dolore; agli altri per il tono dimesso degli argomenti e il gusto realistico delle scene di vita quotidiana.Motivo dominante della poesia del Gaeta è quello che Croce ha chiamato ‘’l’amore dell’amore’’ ; un bisogno inappagato di dolcezza che si innesta nel fondo tetro del suo pessimismo

Francesco Flora definì Gaeta ‘’un severo, diciamo anzi un tragico spirito in cerca di gioia’’.


Henry Wallis

1 commento:

marcella candido cianchetti ha detto...

moltao bella grazie x non conoscevo questo poeta buona giornata