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.Il
mezzo della vita è per l’uomo quello che per l’estate è l’anno; la
stagione colma, in cui le facoltà fisiche e spirituali raggiungono il
culmine dello sviluppo; è un punto oltre il quale non c’è più
accrescimento e su cui già incombe l’ombra della vecchiaia, come sulla
doviziosa calda estate grava il preannuncio del freddo desolato inverno.
E’ un componimento bellissimo, di rara purezza lirica, che fonda paesaggio, sentimento e simbolo in un tutto unico di grande organicità e con un senso altissimo di poesia.
Stupendo è l’inizio ( Si curva con pere dorate // e folto di rose selvagge // il paese nel lago), densa e scabra la seconda parte ( Muti e gelidi stanno // i muri), interessante la suggestiva densa notazione finale (al vento stridono banderole)..
E’ un componimento bellissimo, di rara purezza lirica, che fonda paesaggio, sentimento e simbolo in un tutto unico di grande organicità e con un senso altissimo di poesia.
Stupendo è l’inizio ( Si curva con pere dorate // e folto di rose selvagge // il paese nel lago), densa e scabra la seconda parte ( Muti e gelidi stanno // i muri), interessante la suggestiva densa notazione finale (al vento stridono banderole)..
Metà della vita
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Si curva con pere dorate
e folto di rose selvagge
il paese del lago;
e voi cigni beati
ed ebri di baci
tuffate voi il capo
nell’acqua limpida e sacra.
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Ma quando viene l’inverno,
dove trovo i fiori e dove
il lume del sole
e l’ombra della terra?
Muti e gelidi stanno
I muri, al vento
stridono banderuole..
Si curva con pere dorate
e folto di rose selvagge
il paese del lago;
e voi cigni beati
ed ebri di baci
tuffate voi il capo
nell’acqua limpida e sacra.
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Ma quando viene l’inverno,
dove trovo i fiori e dove
il lume del sole
e l’ombra della terra?
Muti e gelidi stanno
I muri, al vento
stridono banderuole..
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