giovedì 8 novembre 2012

DESTINATARIO SCONOSCIUTO


Vincent Van Gogh
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E' sera, anzi è notte.
La pioggia ha smesso di battere i vetri della finestra: sembra ottobre !
Forse è la pioggia che porta la tristezza, la voglia di riempire la stanza, di non restare solo... I miei dormono.
Forse è vero che i poeti attendono la notte per scrivere sciocchezze.
Attendono l'amore che c'è, che non c'è e lascia soli.

Ho bisogno di riposo, di liberare la mente per scrivere, raccontare, vivere sensazioni, emozioni nuove e non mi basta leggere un buon libro o la biografia dei grandi e il racconto, quello che agita la notte, resta nella penna e sfiorisce insieme ai giorni che passano lenti, irraggiungibili, inconcludenti.

Bisognerebbe vivere per ricominciare, tutti i giorni, e inventare il presente che vorresti ma ... domani non è il giorno che vorrei.
Per scrivere occorre una storia e i libri che hai letto non aiutano.
Sono le storie degli altri, quelle, belle, avvincenti ma tu sei diverso, la tua vita è stata diversa.
Ho combattuto la buona battaglia, mi dico, e spesso ho perso .
Ma era veramente la buona battaglia o io, bambino che pensa da grande, ho confuso il bene con il male?

Ognuno ha i suoi racconti.

Tolstoj ascoltava ''La sonata a Kreutzer'' di Beethoven e stava bene, io, più semplicemente, cerco il silenzio, questo silenzio che avvolge e ristora. Non è rigido, non è immutabile, anzi....

Stammi bene.
Marc Chagall

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